L'ora blu
L'ora blu, edizione 2020
Come Budrio Più promuoviamo L’ORA BLU una piccola rassegna di spettacoli
«Sembra l’inizio di un mondo nuovo» Giuliana Tomba e i giorni della Liberazione di Budrio e Bologna
«Sembra l’inizio di un mondo nuovo» Giuliana Tomba e i giorni della Liberazione di Budrio e Bologna
La partigiana Giuliana Tomba ha fatto la Resistenza anche a Budrio. In queste giornate dedicate alla Liberazione, abbiamo raccolto qui la sua testimonianza*.

…dopo 38 giorni di prigionia [mia sorella Maria Luisa ed io, il 10 febbraio 1945 ] fummo rimesse in libertà Dopo la sosta in casa Pirazzoli ripresi contatto col movimento e fui incaricata dal « Fronte della gioventù » di interessarmi della zona Budrio-Castenaso-Molinella, cosa che immediatamente feci.
Ricordo che subito mi adoperai, assieme ad altri compagni, per una manifestazione cui aderirono numerose donne, che si svolse il 2 marzo 1945 a Budrio e in quell’occasione andai con altri compagni a parlare col podestà. La manifestazione aveva per pretesto richieste di carattere annonario, ma subito prese un’altra piega e in breve smontammo i ritratti di Mussolini appesi ai muri e li facemmo volare dalla finestra nella piazza dove sostavano fascisti e tedeschi armati ed impotenti. Fu un successo per il morale della gente. Prima di questa manifestazione feci riunioni di vario genere, sia ai giovani, alle donne, ai militari, ai nostri gappisti e sappisti. […]
Ricordo di questo periodo un compagno giovane, che m’insegnò a sparare vicino a un argine di un fiume, e che in seguito, morì a Mezzolara, per un mitragliamento nel cortile di una casa dove io ero stata ospitata fino a pochi giorni prima. Egli prese il mio posto ed io andai a casa sua (alla «Fabbrica », si chiamava così, una grossa costruzione abitata da parecchia gente, tra cui le due sorelle ed i genitori di questo compagno) e fu qui che una delle sorelle che faceva la parrucchiera provvide ad ossigenarmi in modo da rendermi irriconoscibile.[…]
Durante questo periodo partecipai a numerose riunioni e mi interessai anche dei collegamenti e della scrittura di manifesti. Alla Maddalena di Budrio, che chiamavamo « la piccola Stalingrado », ne scrivemmo alcuni che vennero affissi anche sul portone della chiesa. […] Alla Maddalena erano tanti i compagni. e mia sorella abbiamo dormito presso una bravissima compagna, in un gruppo di case dove non una persona era al di fuori del movimento antifascista; il barbiere aveva addirittura una stanza cieca, con l’entrata nascosta da un armadio, per nascondere, se vi fosse stato bisogno, persone od oggetti.
Quel periodo, non fu lungo, ma fu denso di avvenimenti.
Ricordo i continui spostamenti, fatti a piedi, da Budrio a Castenaso, a Molinella, spesso senza mangiare perché si aveva pudore a chiederne ai compagni dove si sostava un momento e anche perché pensavo che ciò che davano a me dovessero sottrarlo dalla mensa. Per fortuna mi capitava che mi dessero cibo senza che lo chiedessi.
E venne Giacomino un giorno, in una casa della Maddalena situata a destra, di fronte alla chiesa, per dirmi di correre a Budrio, racimolare tutti i compagni od iscritti al «Fronte della gioventù» perché si recassero subito a Bologna per l’insurrezione. Presi una bicicletta e, attraversando fiumi senza ponti, con la bicicletta in spalla, arrivai a Budrio, asserragliata come in stato d’assedio, dai tedeschi. Mi fermano, rivoltella alla mano, e capisco che vogliono solo la bicicletta, per servirsene per la fuga; riesco ad entrare in Budrio ed ho difficoltà a trovare i compagni.
Finalmente, all’ospedale ne trovo alcuni, che però si rifiutano di recarsi a Bologna, perché ritengono che sia più utile la loro presenza in sede in quel momento critico.
Ritorno quindi, correndo, alla base della Maddalena, sotto aerei e bombardamenti di cannone, buttandomi a terra solo lo stretto necessario per la paura di perdere l’appuntamento con Giacomino per andare a Bologna. […]
[A Bologna], alla Montagnola, stanchi e sporchi, ci laviamo i piedi ad una fontanella, poi cerchiamo invano d’incontrare qualche compagno. Alla notte sentiamo i passi cadenzati dei tedeschi che sfilano sotto alle nostre finestre, ci alziamo di colpo, impugniamo le rivoltelle, mettiamo i bracciali, usciamo; non c’è ancora luce, ma di lontano si sente il rumore dei carri armati: sono gli alleati. Andiamo loro incontro e saliamo su di un carro armato; l’americano che sta sulla torretta non mi vuole su perché dice che ci sono i franchi tiratori, ma allora interviene violentemente il giovane compagno che è con me dicendo che queste donne hanno fatto ciò che hanno fatto gli uomini, se non di più, e che proprio se avessimo trovato i franchi tiratori, avremmo ancora combattuto. L’americano sorride, a malincuore, e poi ci dona cioccolata ed altre cose che non m’interessano. Sulle prime pare davvero preoccupato, poi si adatta sempre di più alla nostra presenza. Percorriamo tutta la via Mazzini, le mura fino ai Giardini Margherita e dopo un lungo giro arriviamo da fuori San Vitale passando proprio sotto casa mia, fino in centro. Ormai tutta la gente è per le strade, con una felicità che non ho più potuto vedere nei visi delle persone; la gente piangeva di gioia e ti abbracciava senza conoscerti. Era meraviglioso: sembrava davvero l’inizio di un mondo nuovo. Quanto sarebbe durato?
GIULIANA TOMBA
Giuliana Tomba, «Walda», da Tina Tomba; nata il 28 dicembre 1928 a Milano.
Nel 1943 residente a Bologna. Studentessa. Militò nella 4ª brigata Venturoli Garibaldi e operò a Bologna e Budrio. L’1 gennaio 1945 fu arrestata dall’UPI, unitamente alla sorella Maria Luisa, e nella sua abitazione vennero trovati numerosi stampati clandestini e documenti del CUMER. Dopo avere subìto duri interrogatori in questura, fu consegnata al comando delle SS in via Santa Chiara (Bologna). Liberata il 10 febbraio, si trasferì nella zona di Budrio dove riprese l’attività partigiana. Riconosciuta partigiana dall’1 gennaio 1944 alla Liberazione. Testimonianza in RB5.
*Testimonianza di Giuliana Tomba in Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna testimonianze e documenti, volume V, Istituto per la Storia di Bologna, 1980, pp. 660/664
Bilancio previsionale 2020 di Budrio. La nostra analisi
Bilancio previsionale 2020 di Budrio. La nostra analisi
Mercoledì 15 aprile l'amministrazione di Budrio ha convocato il Consiglio Comunale per far approvare il documento unico di programmazione (DUP) e il bilancio previsionale 2020.
Quale programmazione per Budrio
Quale programmazione per Budrio
Mercoledì 15 aprile l'amministrazione di Budrio ha convocato il Consiglio Comunale per far approvare il documento unico di programmazione (DUP) e il bilancio previsionale 2020.
Chi ha portato a Budrio i soldi di cui si vanta Mazzanti?
Chi ha portato a Budrio i soldi di cui si vanta Mazzanti?
A inizio autunno, Mazzanti per giustificare il non aver partecipato all’ennesimo bando regionale, ha pubblicato un lungo post su Facebook raccontando quanto è difficile amministrare (ma va!) e presentando una lista di finanziamenti arrivati durante il suo mandato, lasciando intendere che questi soldi siano arrivati a Budrio grazie al suo lavoro.
L'exploit dei recuperi tributari a Budrio serve per coprire le non entrate di Polizia Municipale
L'exploit dei recuperi tributari a Budrio serve per coprire le non entrate di Polizia Municipale
La variazione di novembre ci consegna un bilancio poco mosso rispetto alla salvaguardia, offrendo tuttavia alcuni spunti per qualche nuova considerazione.
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Non cambiano di molto le previsioni di entrata in parte corrente, e questo è un bene, perché vengono confermate quelle entrate tributarie che già avevamo visto aumentare in modo rilevante soprattutto nella loro componente non ricorrente (ne abbiamo parlato qui).
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L’exploit dei recuperi tributari é servito a compensare il pesante ridimensionamento delle previsioni di altri capitoli di entrata, a cominciare da quello della Polizia Municipale, oggi assestato intorno a 135mila euro rispetto ai 382mila preventivati (ne abbiamo parlato qui).
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A tenere buona compagnia alla Polizia Municipale si aggiunge l’Ufficio Territorio, che con quest’ultima variazione porta le entrate per oneri di urbanizzazione a 528mila euro rispetto ai 672mila previsti ad inizio anno. Questa riduzione di entrate in parte capitale ha avuto qualche effetto collaterale sulla spesa di parte corrente, dato che in sede di previsionale 470mila euro di queste entrate furono destinate al ripiano del bilancio corrente. Da qui la riduzione degli oneri applicati alla parte corrente del bilancio per 98mila euro e le conseguenti variazioni in negativo della spesa.
Ne deriva un quadro d’insieme che rappresenta bene quali siano i punti di forza e di debolezza: nel nostro caso, pur nel rispetto del lavoro di tutti gli settori, crediamo di non offendere nessuno se affermiamo che in termini di entrate gli ottimi risultati dell’ufficio tributi hanno sopperito a quelli deludenti di un ufficio territorio che ha forse risentito dei molti avvicendamenti di personale ed a quelli di un corpo della Polizia Municipale autonomo che non sarebbe economicamente sostenibile ma che la maggioranza, pur di non ammettere l’errore commesso nel farlo uscire dalla gestione associata, guarda di buon occhio perché vede più vigili in organico e tanto le basta.

ART BONUS
Infine, un cenno sui contributi agli investimenti derivanti dall’Art Bonus, per i quali sono stati inseriti 150mila euro in parte capitale sia in entrata che in spesa. Sappiamo tutti, perché è stato detto in commissione, che ad oggi le donazioni effettive si aggirano intorno ai 58mila euro ma che è stato stimato un importo superiore per creare condizioni tali per cui, se ne
arriveranno altre, i fondi siano immediatamente utilizzabili.
In altre circostanze, avremmo forse eccepito sulla mancanza di un titolo giuridico che supporti la previsione di entrata eccedente i 58mila euro, per la quale non conosciamo né l’identità dei donanti né la scadenza della relativa esigibilità.
Oltre a questo, si ripresentano ancora una volta elementi di incoerenza rispetto al Documento Unico di Programmazione: un mese fa, dietro nostra sollecitazione, venne modificato l’obiettivo della riapertura del Teatro, in quanto non esisteva il relativo stanziamento di fondi. Oggi il problema si ripropone in chiave inversa, perché stanziamo risorse per fare un qualcosa che nel DUP non c’è, e questo potrebbe presentare profili di inammissibilità e improcedibilità contemplati dal nostro stesso regolamento di contabilità.
Nonostante questo, ci affidiamo alla comprovata serietà degli uffici preposti, non sollevando eccezioni o perplessità, nell’auspicio che si proceda il più presto possibile con la fase di finanziamento, progettazione e realizzazione della ristrutturazione del teatro.
C’è stata una commemorazione MASSONICA nel cimitero di Pieve
C’è stata una commemorazione MASSONICA nel cimitero di Pieve
Nessuna polemica ma la volontà di capire ciò che non capiamo e ciò che non sappiamo. Come molti budriesi ci facciano alcune semplici domande e le rivolgiamo al Sindaco:
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Perché il simbolo del comune compare in un volantino pubblicato sul web sul sito della massoneria GOI? Quando e con quali motivazioni è stata data l’autorizzazione di usare il logo del Comune di Budrio? Quale atto della giunta permette questo utilizzo che va addirittura oltre il semplice patrocinio?
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Perché il sindaco ha partecipato a questa commemorazione promossa e voluta dalla massoneria?
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Mazzanti può finalmente spiegare a tutti cosa ha che fare con un’associazione che ha come principali caratteristiche quella della segretezza?
Oggi il Resto del Carlino esce con un articolo presentando Reghini come filosofo e matematico.

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Nel 1902 venne iniziato al Rito di Memphis di Palermo (rito massonico di supposta origine egizia)
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Nel 1905 fondò a Firenze la loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d’Italia.
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Nel 1912 entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise nel 1914, perché non aveva un’alta opinione dello stato della massoneria in Italia
Si legge che fu antifascista. Ci si dimentica di dire che la massoneria fu osteggiata dal fascismo perché era una società segreta con una sua Costituzione.
Tra le altre “grandi cose” della massoneria, ricordiamo:
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donne discriminate (difficile entrare, o logge separate),
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segretezza delle discussioni politiche, per cui è impossibile, soprattutto per un sindaco, sapere che atteggiamento ha nei confronti della comunità e, in ogni caso, è una società segreta, ovvero l’opposto della trasparenza che si impone ad amministratori pubblici.
Co-promuovere come Comune un evento di una società segreta è gravissimo.
Abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio Comunale.


260mila euro in meno dalla Polizia Municipale. Ma per Mazzanti è tutto ok
260mila euro in meno dalla Polizia Municipale. Ma per Mazzanti è tutto ok
Ecco il discorso fatto dalla capogruppo Badiali in Consiglio Comunale mercoledì 30 ottobre.
Torri dell'Acqua. Ecco come sono veramente
Torri dell'Acqua. Ecco come sono veramente
Ecco come sono messe veramente le Torri dell’Acqua dopo i lavori all’impianto elettrico di quest’estate.
Eppure per l’assessore alla cultura sono aperte (tanto da farci un convegno, con bagni inagibili e cantiere a vista), per il sindaco addirittura vive. Ad oggi però, dopo la convenzione con il gestore scaduta a dicembre 2018, non c’è nemmeno l’ombra sbiadita di un bando.
A Budrio è scomparso il futuro. Senza progetti, non si discute più di temi
A Budrio è scomparso il futuro. Senza progetti, non si discute più di temi
Articolo a cura del gruppo Budrio Più per il notiziario comunale del mese di ottobre 2019
Vogliamo alzare lo sguardo dalle tante cose che a Budrio non funzionano. Le denunciamo costantemente e non smetteremo di farlo, in modo puntuale e senza sconti per nessuno. Proviamo però a fare qualche considerazione su temi importanti per la nostra comunità di cui non sentiamo più parlare, anche se sono stati oggetto di polemiche da parte di chi amministra e che prima era all’opposizione. Crediamo ci siano temi su cui il dibattito debba andare oltre l’eterna polemica sui rifiuti, sulle inefficienze quotidiane – che pure esistono – o sull’assenza di risposte dell’amministrazione.
Come sempre, anche stavolta partiamo da elementi oggettivi, con gli occhi rivolti al futuro di Budrio, anche perché è vicino il metà mandato.
Siamo quindi nella fase in cui ci prepariamo a essere pienamente alternativi a un movimento civico, quello guidato da Mazzanti, che non ha mai avuto progettualità e ha chiaramente esaurito la sua spinta.
URBANISTICA
È il tema su cui un comune e un Consiglio comunale possono incidere più direttamente, segnando la strada per il futuro: con l’urbanistica si dice quali vocazioni e quali identità ci si vuole dare per il futuro. In questi due anni ce ne siamo occupati in commissione e in Consiglio solo per adempimenti obbligatori, con una parte politica che non indica obiettivi e cosa vuole fare, la parte tecnica si limita a “fare il compito”, senza nessun input propositivo per il paese.
In passato ci sono state decisioni importanti come l’eliminazione di 120 ettari di consumo di suolo. Furono scelte contestate da chi oggi amministra che però non ha ancora proposto nulla, né indicato una direzione strategica sul tema.
SANITÀ E OSPEDALE
Qui il silenzio è assordante, ricordando la raccolta firme e le urla di Mazzanti contro la chiusura dell’ospedale (una fake news totalmente inventata). Ci è voluta una serata promossa da Budrio Più la scorsa primavera per tornare a parlare di questi temi: un incontro pubblico molto partecipato sul futuro della sanità locale in cui sono intervenuti i massimi responsabili bolognesi.
Amministrazione comunale assente anche su questo: un tema decisivo per la qualità della vita di tutti e con una popolazione che invecchia.
AGRICOLTURA
Sappiamo bene quanto sia importante questo settore per l’economia di Budrio e anche per il presidio e la difesa del territorio che gli agricoltori garantiscono, silenziosamente, a tutti i cittadini. Nei tre mandati dal 2002 al 2017 ci sono state profonde e positive innovazioni: convenzioni, accordi, terreni rimessi a disposizione degli agricoltori a scopi alimentari. Da due anni non se ne sente più parlare: nessun progetto, nessuna prospettiva, imprenditori e associazioni agricole che vanno avanti senza nessun gioco di sponda.
Questi sono solo alcuni dei temi di cui non sentiamo parlare. Pensiamo ai progetti sull’integrazione o al tema dell’immigrazione, all’educazione ambientale, alle attività di informazione per contrastare il gioco d’azzardo e le ludopatie, alla legalità.
AVETE NOTIZIE DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE?
Non parlandone, o realizzandole postume e in sordina, l’amministrazione svuota di significato le azioni che contribuiscono a consolidare una comunità, pensiamo per esempio al conferimento della cittadinanza ai bambini stranieri che frequentano le scuole di Budrio.
Inutile dire dell’ipocrisia e della strumentalità delle polemiche portate avanti fino al 2017, cioè fino a quando erano utili a colpire gli avversari.
Il problema – non nostro ma di tutti i budriesi – è che dietro quelle polemiche non c’erano programmi, idee e progetti. Non c’era tutto ciò di cui Budrio ha un disperato bisogno per darsi un futuro, per avere un comune funzionante e servizi di qualità, per tornare a essere protagonista delle politiche metropolitane e regionali.