Come si arriva alla strage di Bologna. Il libro di Cinzia Venturoli e Antonella Beccaria
politica
Il volume di recentissima pubblicazione, con la promozione della Biblioteca comunale, è stato presentato a Budrio in Piazza Antonio nella serata di giovedì 1 agosto. Insieme alle autrici Cinzia Venturoli e Antonella Beccaria, erano presenti Ilaria Moroni (Direttrice dell’archivio Flamigni) e Sergio Amato, figlio del giudice Mario Amato ucciso il 23 giugno 1980 da due esponenti dell’organizzazione eversiva neofascista NAR (Cavallini e Ciavardini), mentre era titolare delle inchieste sul terrorismo nero nel Lazio.
Operazione Bologna. 1975-1980: l’inarrestabile onda della strategia della tensione.
Ed. Castelvecchi 2024
A lungo si è creduto che la strategia della tensione si fosse conclusa a ridosso della metà degli anni Settanta. Le ultime inchieste giudiziarie, culminate nel processo ai mandanti celebrato a Bologna, certificano che quell’ipotesi è sbagliata. Tra il 1975 e il 1980 c’è stato un crescendo di violenza che non è l’esito di un progetto concepito e attuato unicamente dalla generazione più giovane di terroristi di estrema destra. La documentazione più recente dimostra infatti la regia delle organizzazioni neofasciste della vecchia guardia, legate a piani geopolitici orchestrati dalla loggia P2. Uno scenario di trame oscure che «scavallò la metà degli anni Settanta e preparò il più ferale degli attentati che l’Italia repubblicana abbia conosciuto»: la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
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Io voglio giustizia. Voglio verità e giustizia. Non è molto, ma sembra impossibile ottenerle. Io chiedo che i responsabili vengano cercati, trovati, puniti. Senza cuore? Ma è proprio perché di cuore ne ho che dico che bisogna andare avanti. Queste tragedie sono personali e individuali, ma sono anche pubbliche e sociali. Se ognuno si rinchiude in se stesso, si smarrisce la dimensione collettiva. Scema la tensione morale, si dimentica. E fra qualche anno saremmo ancora qui a piangere altre disgrazie, a seppellire altri morti innocenti. La giustizia diventa esempio, aumenta la vigilanza, fa crescere la consapevolezza.
Così affermava nel 1989 Torquato Secci, primo Presidente dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto, sottolineando come ottenere verità e giustizia sia un diritto, in primo luogo, di chi è stato colpito da quel crimine, ma lo sia egualmente anche per l’intera comunità quando si tratti di «crimini grandi e sproporzionati». Verità e giustizia sono un binomio solido: la verità è «precondizione di giustizia. E se un tribunale deve fare giustizia – accertare fatti, definire responsabilità, applicare sanzioni – deve cercare la “verità” nella sua integralità, anche oltre ciò che è strettamente necessario per condannare o assolvere». Il diritto alla verità, equiparabile in tutto e per tutto agli altri diritti umani, è stato rivendicato, in primis, dalle persone colpite dalle gravi violazioni che vengono perpetrate ad esempio durante le dittature; e si è esteso, tanto che dal 2010 il 24 marzo è la Giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime ed è forse interessante notare come la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia messo in rilievo la dimensione collettiva del diritto alla verità, così come aveva sottolineato anche Torquato Secci.
ANTONELLA BECCARIA
Giornalista, saggista e audiodocumentarista, ha lavorato a produzioni per Rai 1, Rai 3, Rai Radio 3, Sky e Crime+Investigation. Si occupa di terrorismo, strategia della tensione e criminalità organizzata. Tra i suoi libri più recenti, pubblicati per PaperFirst, ricordiamo: I soldi della P2 (con F. Repici e M. Vaudano, 2021), Dossier Bologna (2020) e Piazza Fontana. I colpevoli (2019).
CINZIA VENTUROLI
Professoressa a contratto al dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, si è occupata di storia della Seconda Guerra Mondiale, della Resistenza e del dopoguerra, di storia di genere e di didattica della storia. Da molti anni lavora sulla storia italiana degli anni Settanta, con particolare attenzione ai movimenti politici, ai terrorismi e al rapporto fra storia e memoria. Per Castelvecchi ha pubblicato Storia di una bomba (2020).
Dal Governo una brutta finanziaria. Ma il Comune regge con un bilancio solido che guarda al futuro
politica
Condividiamo di seguito l’articolo del gruppo consiliare di maggioranza “Apriti Budrio” pubblicato sull’ultimo notiziario comunale.
DAL GOVERNO UNA BRUTTA FINANZIARIA. MA IL COMUNE REGGE CON UN BILANCIO SOLIDO CHE GUARDA AL FUTURO.
Giovedì 22 dicembre il Consiglio Comunale di Budrio ha approvato il bilancio di previsione per il 2024. È una dimostrazione di efficienza e qualità dell’azione amministrativa, nonostante il quadro incerto e negativo legato alla manovra del governo, arrivata in grande ritardo rispetto al solito. A livello nazionale, dal 2024, si prevede un taglio lineare per fare cassa a discapito dei Comuni (200 milioni), delle Province (50 milioni) e delle Regioni (350 milioni).
Questo colpirà le famiglie più fragili con l’inflazione che morde ancora e ha fatto aumentare di molto i costi dei servizi locali come le mense scolastiche, il trasporto, i servizi agli anziani, le materie prime per la realizzazione delle opere pubbliche.
A Budrio abbiamo approvato il bilancio di previsione dopo un anno di eventi eccezionali che hanno impegnato tutti i settori dell’ente. Innanzitutto, il risultato di amministrazione 2023 è positivo e niente affatto scontato: rivela la capacità di gestione e la tenuta dei conti, pur con una svolta sui lavori pubblici, sulla manutenzione e la riorganizzazione dell’ente.
Tutto questo con un indebitamento che si riduce costantemente dal 2012.
Estrema attenzione viene riservata alla qualità e alla quantità dei servizi, con la pressione fiscale ferma, le tariffe inalterate, il lavoro puntuale contro l’evasione fiscale, l’impegno a reperire fondi regionali e nazionali per rafforzare servizi e lavori pubblici.
22 MILIONI DI EURO DI INVESTIMENTI NEL 2024. UNA CIFRA MAI VISTA IN PASSATO
Suddivisi come? Prima di tutto un grande risultato per la ricostruzione post alluvione: 15 milioni di euro dall’Ordinanza del Commissario straordinario Figliuolo. Sono stati ottenuti grazie alla puntuale ricognizione dei danni fatta dagli uffici già a giungo 2023. Con l’ordinanza, a dicembre il Comune di Budrio ha affidato gli incarichi per il progetto del nuovo Ponte di Vigorso e per gli interventi sulle strade comunali danneggiate.
Poi 7,13 milioni (di cui 5,38 milioni da finanziamenti esterni tra Pnrr, Stato, Regione) per viabilità, sport, scuole, manutenzione ed efficientamento energetico in molti luoghi ed edifici. In questo settore di investimento, rientrano parte dei costi per i lavori previsti dal Pnrr: la nuova palestra, il rifacimento della piscina, l’ampliamento del Palazzetto di Budrio, il miglioramento dello stadio e il miglioramento sismico della scuola primaria Fedora Servetti Donati. I progetti ereditati hanno richiesto modifiche per garantirne la sostenibilità economica nell’immediato e nella gestione futura, nel rispetto dei finanziamenti ricevuti. Per esempio, il progetto della piscina che è stato completamente rivisto per la totale mancanza di sostenibilità economica ed energetica.
Quello della nuova palestra comunale è stato ripensato perché il finanziamento si è rivelato insufficiente. L’ampliamento del Palamarani è stato rivisto per introdurre adeguamenti indispensabili per le normative vigenti. Sullo stadio, il progetto è stato stravolto a causa della non fattibilità degli interventi previsti dall’idea originale.
Tra i diversi interventi che possiamo citare, sottolineiamo che, dopo anni di inerzia, si interverrà sul centro storico con un finanziamento regionale per riqualificare Piazza Filopanti: un profondo restyling con un nuovo arredo urbano, l’inserimento di nuove aree verdi, la sistemazione della pavimentazione.
Sappiamo che serviranno altri interventi e che nel prossimo triennio si continuerà a lavorare alla manutenzione e alla messa in sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici, reperendo le risorse necessarie e definendo insieme le priorità di intervento.
UN’AMMINISTRAZIONE PRESENTE, AUTOREVOLE, EFFICIENTE
Questa amministrazione sta dimostrando efficacia nell’intercettare risorse e metterle subito a frutto, portando avanti il programma e affrontando problemi abbandonati da anni. Lo sta facendo con l’attenzione all’equilibrio dei conti e con un intenso lavoro amministrativo sui progetti. E lo sta facendo nonostante i tagli e gli aumenti dei costi, grazie anche una macchina comunale rafforzata, rivitalizzata e motivata dall’impulso di questo mandato amministrativo.
Il punto sulla politica budriese, dopo la spaccatura del gruppo di opposizione
politica
Lo scioglimento dell’opposizione consiliare con la divisione in due gruppi distinti tra civici e Fratelli d’Italia è, secondo noi, decisamente un fatto politico che non si può sminuire o raccontare come qualcosa di positivo.
- Nasce quindi il gruppo di Fratelli d’Italia e questo segna la fine dell’esperienza di questo sedicente civismo. Si conferma, una volta di più, che i partiti politici esistono, hanno un peso e un’importanza e sono – ne siamo convinti da sempre – un elemento fondamentale per la vita democratica, anche a livello locale. Ci raccontavano che “destra e sinistra non esistono più”. Ecco la dimostrazione del contrario.
- Si conferma ciò che è stato certificato dal voto amministrativo del 2022. Non c’era nessun progetto per Budrio e il collante che teneva insieme la compagine era l’obiettivo di fare “numero”in opposizione al centro sinistra.
Quanto avvenuto è anche l’occasione per alcune considerazioni più ampie sulla situazione politica in paese:
- L’azione amministrativa di giunta comunale e gruppo di maggioranza, sta ponendo le basi per obiettivi e risultati importanti per il futuro del territorio e della nostra comunità.
- La ricostruzione della macchina comunale, dopo anni di impoverimento e smantellamento organizzativo, richiede tempo e impegno. Sappiamo bene che ancora non si è conclusa e che la complessità di un comune come il nostro richiede ulteriori rafforzamenti di organico e competenze.
- Nel primo anno e mezzo di mandato è stata affermata un’autorevolezza nuova nei tavoli sovracomunali e nelle relazioni con le altre istituzioni. Questo rimette Budrio al centro di un territorio e ci permette di sfruttare occasioni importanti, dopo anni di passaggi a vuoto.
- Ne sono un esempio le tante risorse intercettate e attratte dall’esterno per interventi straordinari. Ne abbiamo avuto conferma anche recentemente con l’assegnazione al Comune di Budrio di 15 milioni di euro per le ricostruzioni di opere pubbliche dopo la devastante alluvione del maggio 2023.
- Il lungo elenco di opere, manutenzioni, iniziative e progetti messo in campo in questo inizio di mandato dà conto di un lavoro complesso, intenso e decisivo per far ripartire Budrio, valorizzare il patrimonio pubblico a partire dalle scuole e coinvolgere la comunità innanzitutto nella dimensione educativa e culturale.
- Ulteriore segnale forte di impegno sui temi della solidarietà e del sociale è rappresentato dall’allargamento della giunta con rafforzamento dell’ambito di Scuola e Sociale, nonché della definizione di nuove deleghe.
Siamo consapevoli di non essere nemmeno a metà dell’opera, ma sono state gettate le basi per obiettivi e risultati che si raggiungeranno nei prossimi mesi e anni. Se da un lato sono visibili la compattezza, la costante presenza sul territorio e il lavoro di squadra della giunta e del gruppo di maggioranza Apriti Budrio, riteniamo un valore l’unità della nostra coalizione civica e politica del centrosinistra di Budrio. Continueremo a impegnarci in questa direzione e a monitorare e sostenere l’azione amministrativa.
Ponte della Motta - il comunicato di B+, PD, Demos e Verdi
politica
Consideriamo un fatto positivo la comunicazione di Città metropolitana sulla ricostruzione del ponte della Motta crollato nel maggio 2023.
È un passo in avanti per la realizzazione di un’opera davvero fondamentale per i nostri territori, ben al di là dei due comuni collegati, cioè Budrio e Molinella. In questo senso auspichiamo che si preveda una soluzione protetta e dedicata ai pedoni e ai ciclisti.
È utile ribadire che la strada (quindi anche il ponte) è di competenza della Città metropolitana (l’ex Provincia, per intenderci). E che le risorse per l’opera sono da individuare presso la struttura commissariale incaricata dal Governo per utilizzare le risorse nazionali ed europee destinate alla ricostruzione post alluvione.
Bene hanno fatto i sindaci Badiali e Mantovani a porre l’attenzione sulla necessità di realizzare un progetto chiaro e sulle aspettative verso gli enti competenti, che sono appunto Città metropolitana e Commissario straordinario.
Ogni giorno perso nella ricostruzione è un errore che nessuno può permettersi. I nostri territori stanno soffrendo molto per una viabilità locale e comunale che ora sta assorbendo con fatica tutto il traffico di collegamento che era della Zenzalino nord.
I Comuni hanno dimostrato di sapersi attivare positivamente per la ricostruzione post alluvione, a partire dal Comune di Budrio che avrà a disposizione 15 milioni di euro per strade e fossi comunali e per il ponte di Vigorso. Ora facciano lo stesso gli altri enti competenti. Per questo, ci uniamo a chi sta chiedendo con forza che si proceda spediti nell’individuazione delle risorse e nella concretizzazione del progetto del nuovo ponte della Motta.
Budrio Più | Demos – Democrazia Solidale | Partito Democratico | Verdi per Budrio
Giuliana Piazzi entra in giunta e Cinzia Venturoli in consiglio comunale
Il 2024 si apre con una bella novità e una nuova assessora: Giuliana Piazzi.
All’insediamento, la Sindaca Badiali, aveva tenuto un posto libero in giunta da assegnare successivamente.
Ora, dopo un anno e mezzo di lavoro e con una squadra rodata, Giuliana rappresenterà sicuramente un valore aggiunto per l’amministrazione e per tutta la comunità budriese. Così la Sindaca Badiali sulla sua pagina Facebook:
Giuliana sarà formalmente nominata a febbraio, e a febbraio verranno distribuite le deleghe in giunta alla luce delle nuove sfide e progetti che coinvolgono la comunità e lo sviluppo del programma di mandato.
Successivamente, nella seduta del consiglio comunale di giovedì 1 febbraio, si è insediata la nuova consigliera comunale Cinzia Venturoli che subentra appunto a Giuliana Piazzi.
Per Cinzia si tratta di un ritorno, dopo il mandato 2012-2017, anche in quell’occasione eletta nella lista del PD.
È una bella notizia per tutta la comunità democratica e del centrosinistra. Cinzia ha fatto della ricerca storica e della trasmissione della memoria una missione di vita, un impegno che ha sempre messo a disposizione di Bologna metropolitana e della nostra comunità. Ora potrà dare un ulteriore contributo politico e amministrativo dai banchi del consiglio comunale e ne siamo felici.
Buon lavoro a Cinzia e Giuliana!

Sanità, post-alluvione, lavori pubblici e PNRR. Budrio c'è!
È in distribuzione in questi giorni l'ultimo notiziario comunale dell'anno. Riportiamo di seguito il punto che viene fatto dal gruppo di maggioranza "Apriti Budrio".
Si conferma l'impegno dell'Amministrazione e della Sindaca su temi fondamentali come la sanità pubblica, la sicurezza del territorio e i lavori pubblici: argomenti importanti per qualità della vita dei cittadini e della comunità. È un lavoro costante e quotidiano per Budrio.
Sanità. Riorganizzazione regionale dell'emergenza-urgenza
Manacno diversi miliardi per salvare il sistema sanitario nazionale e mancano infermieri e medici. Il Governo decide di togliere risorse, senza affrontare il grave problema dell'abbandono di molti professionisti per le condizioni di lavoro e dei salari. Per non chiudere i Pronto Soccorso o privatizzarli (come sta accadendo in altre regioni) si impone una riorganizzazione. Ma come farla? In Emilia-Romagna, per scelta politica, ci si è dati tre obiettivi: liberare i medici di PS dai casi più lievi, evitare di intasare i PS degli ospedali più grandi, avere tempi più rapidi senza lunghe attese. È ciò di cui abbiamo bisogno a Budrio, dove da molti anni al PS vengono curati cittadini con problemi urgenti, ma non gravi. Per questo aprono i CAU (Centri di assistenza e urgenza) in tutto il territorio regionale, anche lontano dagli ospedali, proprio per essere vicini alle persone.
Abbiamo avuto, su sollecitazione della Sindaca, una prima campagna di informazione promossa dall'assessore regionale Raffaele Donini e dall'Azienda USL di Bologna. Si dovrà proseguire per spiegare, informare e guidare i cittadini all'utilizzo di un servizio che sta già dando buoni risultati. Bisogna anche contrastare le falsità diffuse strumentalmente che creano allarme e confusione. La verità è che l'ospedale si rafforza con la medicina interna e la chirurgia. Inoltre i servizi non diminuiscono, anzi con il CAU c'è già una forte riduzione dei tempi di attesa, con gli stessi accessi di quando c'era il Pronto Soccorso. Ora serve continuare a monitorare l'andamento delle cose e lavorare sulla massima efficienza del nuovo servizio e dell'ospedale in generale.
Post-alluvione. Regione e Comune ci sono. Governo in ritardo su tutto
Le piogge dei primi di novembre non hanno provocato danni, grazie al lavoro avviato da subito dopo l'alluvione dalla Regione e dalla Bonifica Renana: ricostruzione degli argini e rete di canali per far defluire l'acqua in "in eccesso". Oltre al monitoraggio costante, i lavori procedono senza sosta, compresa la pulizia dell'Idice dove necessario. Il ritardo del Governo sulla ricostruzione è grave, soprattutto nei risarcimenti a imprese e famiglie. Recentemente è arrivata solo l'ordinanza del Commissario Figliuolo: per il nostro Comune ci sono 15 milioni (le cifre sono state chieste dal Comune subito dopo l'alluvione): 12per la sistemazione delle strade e la ricostruzione del ponte di via Rabuina (anche ciclopedonale), 3 per gli scoli e fossi.
Gli uffici comunali sono già al lavoro sui progetti. Come gruppo e come partiti del centrosinistra siamo al fianco della Regione nell'impegno verso il Governo per il risarcimento al 100% dei danni subiti da famiglie e imprese.
Lavori pubblici e PNRR
Per la condizione non positiva degli edifici comunali ereditate dal mandato precedente, già dal 2022 si è partiti con interventi straordinari soprattutto nelle scuole, per renderle sicure e adeguate. Ma non ci fermiamo. Durante il Consiglio comunale, del 12 ottobre 2023, è stata approvata una variazione di bilancio per 417.000 € per manutenzioni e adeguamenti strutturali su: case popolari Erp, impianti sportivi, Scuola dell'infanzia Menarini e un progetto che riguarda Piazza Filopanti abbandonata da anni.
Sul PNRR, la giunta ha fatto bene a correggere profondamente i progetti (piscina, nuova palestra, stadio, palazzetto) per garantire la tenuta economica dei lavori finanziati e la sostenibilità gestionale degli impianti. Tutti gli interventi sono oggi in linea con il cronoprogramma previsto. La piscina comunale è l'esempio. Diversamente da quanto previsto inizialmente, la piscina garantirà l'accessibilità a tutti, compreso chi ha ridotta autonomia. Sarà una delle più belle piscine estive del bolognese. La copertura con un tendone è stata accantonata: non esisteva uno studio sulla gestione e quello fatto successivamente da questa amministrazione indica costi energetici insostenibili per chiunque. La copertura permanente della piscina, invece, richiederebbe un costo enormemente superiore al milione di euro finanziato con il PNRR.
Quindi sul PNRR si è fatto un notevole salto di qualità rispetto a prima. Noi lavoriamo con i fatti e capiamo il disagio dell'opposizione di fronte a un'attività che va ben oltre i dissuasori di velocità realizati nello scorso mandato.
Un anno e mezzo di mandato, tante cose sono cambiate
Non è ancora passato un anno e mezzo dall’insediamento dell’amministrazione comunale guidata da Debora Badiali, ma già si tocca con mano il cambio di passo molto importante per il nostro Comune.
È vero, l’eredità della precedente amministrazione è stata pesante, ma non in senso positivo come cerca disperatamente di esasperare Mazzanti, tutto l’opposto.
Gli spazi di proprietà del Comune sono stati ritrovati in condizioni fatiscenti ed è stato necessario intervenire con ristrutturazioni straordinarie per garantire alla cittadinanza strutture all’altezza e funzionali.
Durante l’ultimo Consiglio comunale è stata presentata una variazione di Bilancio contenente maggiori spese in conto capitale per 417.000 €, tutte finalizzate a interventi di manutenzione e/o adeguamenti strutturali di beni pubblici molto importanti per la vita della nostra comunità.
Per essere più concreti, l’amministrazione interverrà su:
- manutenzione straordinarie patrimonio ERP (case popolari);
- adeguamento degli impianti sportivi per garantire il rispetto delle normative vigenti;
- lavori della scuola d’infanzia Menarini di manutenzione, aggiornamento e miglioramento dell’utilizzo degli spazi;
- progetto di riqualificazione di Piazza Filopanti, da anni in grave stato di deterioramento.
Ancor prima delle ristrutturazioni attualmente in corso, ci sono stati importanti interventi sulle scuole comunali di Vedrana, Budrio e Mezzolara, indispensabili per la sicurezza e per dare agli alunni ambienti salubri e confortevoli (miglioramento delle coperture degli immobili, impianti di riscaldamento…).
Altro ambito di primaria importanza è quello del PNNR. L’attuale giunta è dovuta intervenire sui progetti ereditati per correggerli (in alcuni casi) e modificarli completamente (in altri casi). Era necessario garantirne la sostenibilità economica nel tempo e la realizzazione nel rispetto dei finanziamenti ricevuti:
- il progetto della piscina è stato completamente rivisto: la sua gestione non sarebbe stata sostenibile da nessun punto di vista. Inoltre, il tendone di plastica ipotizzato inizialmente non avrebbe consentito l’accesso ad alcune fasce di persone che meritano ben altra attenzione, come persone con disabilità o difficoltà motorie;
- il progetto della nuova palestra comunale è stato ripensato anche perché il finanziamento destinato si è rivelato decisamente insufficiente;
- il progetto di ampliamento del Palamarani è stato rivisto per introdurre adeguamenti indispensabili per il rispetto delle normative vigenti;
- anche il progetto dello stadio è stato stravolto a causa della non fattibilità degli interventi previsti dall’idea originale.
Sempre in tema di impianti sportivi, non va dimenticata l’ormai imminente conclusione dei lavori di rifacimento della copertura del Palamarani, attesa da anni, su cui l’amministrazione è pure intervenuta per inserirvi la predisposizione al montaggio di pannelli fotovoltaici, nell’ottica di consentire una razionalizzazione dei costi energetici, che, con tutta evidenza, non erano al centro dei pensieri di chi ha amministrato nello scorso mandato.
La stessa cosa vale per l’impianto sportivo di Mezzolara “Cinque Cerchi” dove sono già stati installati pannelli fotovoltaici ed eseguiti altri lavori di manutenzione sui locali che ospitano le varie attività sportive.
In conclusione; il tentativo di banalizzare quanto descritto derubricando il tutto alla sintesi per cui l’attuale amministrazione si sta limitando a dare esecuzione a quanto già previsto dalla precedente, è tanto maldestro quanto falso. Lo si può solo comprendere pensando al profondo disagio di chi, come il precedente Sindaco, deve confrontare la propria attività (si ricordano tre dissuasori di velocità e poco altro…) con quanto sopra descritto e relativo al solo primo anno di attività della nuova Giunta.
Al di là di tali considerazioni resta comunque la cosa più importante ed evidente: l’impegno continuo dell’amministrazione, che si traduce in fatti e non in parole, teso a garantire una prospettiva di comunità che garantisca inclusione, accessibilità, cultura e diffusione di quei valori che da sempre la caratterizzano. Tutto questo a cominciare dai luoghi dove la vita sociale si svolge, senza i quali nulla sarebbe realizzabile.
È proprio sulla prospettiva e sul fare, non sulle narrazioni, che questa amministrazione si distingue dalla precedente!
Pronto Soccorso e riforma dell'emergenza-urgenza. Il volantino del centrosinistra di Budrio
politica
OSPEDALE DI BUDRIO, I CITTADINI HANNO BISOGNO DI CHIAREZZA E VERITÀ
Amministrazione comunale e Regione sono impegnate per questo. Facciamo il punto.
TRE INFORMAZIONI FONDAMENTALI:
- La Regione Emilia-Romagna è l’istituzione competente in materia di sanità. Sta lavorando a una riforma del settore dell’emergenza/urgenza perché – come in tutta Italia – sta venendo a mancare il personale medico principalmente di primo intervento, quello paramedico necessario, così come le risorse finanziarie. Su questo sarebbe molto utile che i rappresentanti di Fratelli d’Italia presenti in Consiglio Comunale intervenissero presso i deputati del loro partito per far avere all’Emilia Romagna le risorse arretrate che ancora le spettano come rimborso per spese Covid, non preventivate, e per spese legate agli aumenti dei costi dell’energia.
- L’Ospedale di Budrio verrà toccato dalla riforma. Il Pronto Soccorso diventerà un CAU, cioè un Centro di Assistenza Urgenza: ne verranno fatti 66 in regione grazie alla collaborazione dei medici di continuità assistenziale-guardia medica. Darà risposte 24 ore su 24 a quelli che oggi sono codici bianchi e verdi. Attenzione: dei circa 15.000 ingressi al Ps registrati nel 2022, questi codici sono oltre l’80%. Per gli altri, già oggi, l’intervento più appropriato è quello del 118 e dei Pronto Soccorso specializzati. Si prevede così una riduzione dei tempi di attesa. Anche l’auto medica non verrà meno, a disposizione 24 ore su 24. Cosa cambierà rispetto al servizio del Ps? Nella sostanza molto poco, se non l’impatto emotivo della novità che, come ogni cambiamento, va spiegata in profondità per essere compresa e accettata.
- La struttura ospedaliera di Budrio resterà centrale per questa parte di territorio di pianura. Oltre alla risposta 24 ore al giorno alle urgenze, si consolida l’attività della chirurgia, si mantiene la caratteristica di ospedale per acuti con la medicina interna, si conferma la presenza dell’auto medica.
ALCUNE CONSIDERAZIONI POLITICHE:
Dall’ex sindaco Mazzanti solo parole, soprattutto attraverso post su facebook che, dietro una pretesa di informazione trasparente, generano disorientamento e paure inutili e dannose. Parlare ancora una volta di chiusure, di impoverimento, di passi indietro significa fare propaganda sulla pelle dei pazienti e di coloro che fanno funzionare tutti i giorni la sanità pubblica. I budriesi, invece, hanno bisogno di concretezza, di parole chiare e di verità.
Ricordiamo quando 8-9 anni fa Mazzanti si scagliò contro il progetto di riorganizzazione della chirurgia dell’ospedale, diffondendo paure e falsità addirittura sulla chiusura dell’ospedale. Ricordiamo però anche come andarono le cose: non solo l’ospedale non ha chiuso, ma il progetto della chirurgia di media e bassa intensità ha funzionato (e funziona) molto bene, con numeri importanti che hanno abbattuto le liste d’attesa sul territorio e a livello metropolitano. Le sale chirurgiche vengono usate il più possibile e bisognerà sfruttarle sempre di più.
È fondamentale, secondo noi, che Regione e Azienda Sanitaria presentino pubblicamente il progetto, le sue motivazioni, le sue ricadute. Servono massima chiarezza e massima trasparenza, sapendo che l’obiettivo è rafforzare e non impoverire, far lavorare meglio i professionisti al servizio dei cittadini.
Riteniamo positivo e costruttivo il lavoro che sta svolgendo il nostro Comune, a partire dalla sindaca Badiali. Sulla sanità – come su altri temi – adesso Budrio c’è. Da un anno è presente ai tavoli in cui si discute e si decide, anche per far valere le proprie ragioni. Opporsi o puntare i piedi non serve a niente. È utile invece stare nel merito dei progetti. In questo modo, il lavoro della sindaca Badiali ha difeso temi fondamentali per il nostro ospedale, come l’operatività del CAU 24h, la presenza dell’auto medica e il consolidamento della chirurgia.
Su questo approccio non mancherà un sostegno diffuso tra la popolazione a questi cambiamenti. La riforma è necessaria se non vogliamo chiudere i Pronto Soccorso o desertificarli come sta succedendo in diverse regioni (non solo al sud) per mancanza di personale e di risorse. L’alternativa, infatti, è portare il sistema al collasso in breve tempo, con situazioni non più recuperabili. Perché questo è ciò che accadrebbe se, per mancanza di medici, si dovessero spostare quelli degli ospedali “periferici” in quelli della città per garantire le prestazioni di emergenza nelle situazioni più gravi e complesse.
Noi non vogliamo che i presidi si svuotino e chiudano.
Ospedale: Donini e Bordon a Budrio con la sindaca per fare il punto
politica
Prima la visita in ospedale e l’incontro con i responsabili e molti lavoratori della struttura. Poi l’assemblea convocata dai sindacati confederali all’esterno.
L’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini e il direttore dell’Asl di Bologna Paolo Bordon, accompagnati dalla sindaca di Budrio Debora Badiali, erano presenti questa mattina a Budrio ed è stata l’occasione per trasmettere alcune informazioni sui progetti in costruzione, rassicurare rispetto ad alcune preoccupazioni e confermare l’importanza dell’ospedale di Budrio nella rete metropolitana e regionale.
Come ha sottolineato l’assessore Donini, “nel corso di questi ultimi anni abbiamo puntato molto sulla valorizzazione di questa struttura: lo dimostrano il numero di prestazioni ambulatoriali eseguite, che tra il 2019 e il 2022 è passato da 523mila a 582mila, così come il numero di ricoveri, che nello stesso arco di tempo è aumentato da circa 1.530 a quasi 1.700. Un lavoro che proseguirà, continuando sia con il potenziamento della sanità territoriale sia con la collaborazione con il Sant’Orsola per la chirurgia a bassa complessità: una sinergia tra Aziende sanitarie che rappresenta un valore aggiunto per la sanità bolognese e non solo“.
Emergono dalla giornata di oggi 4 punti rassicuranti sul futuro dell’ospedale e dei servizi.
– mantenimento presidio h24
– Budrio continua a essere ospedale per casi acuti
– miglioramento delle performance di medicina interna
– valorizzazione della partnership sulla chirurgia con l’azienda ospedaliera
Nessuno smantellamento quindi, come diceva qualcuno a fini propagandistici.
Tuttavia, servirà grande attenzione ai cambiamenti che emergono ormai come necessari. Come ha detto Badiali: “la situazione della sanità in Italia è drammatica e coinvolge inevitabilmente anche la nostra regione, che pure è tra le migliori. Risorse inadeguate, mancanza di personale medico, necessità di riorganizzare attività e servizi in base ai reali bisogni e all’adeguatezza delle prestazioni: sono i temi che pesano sulla tenuta del sistema sanitario e arrivano fino a noi”.
Sulle trasformazioni e i cambiamenti, ha concluso la sindaca, “è bene che siano motivati e condivisi con i territori, a partire da chi lavora quotidianamente a contatto con i pazienti e le loro famiglie. Ed è quello che stiamo facendo“.
25 aprile 2023. Cos'ha detto la sindaca, in piazza Filopanti
politica
È il 78esimo anniversario della Liberazione d’Italia.
I simboli sono importanti, ci tengono insieme, ci fanno riconoscere in qualcosa. E questo è senza dubbio il giorno più importante per la Repubblica Italiana, per la democrazia, per la nostra convivenza civile.
Celebriamo la Festa della Liberazione. Festeggiamo il 25 aprile 1945 come data fondativa, senza la quale non sarebbe stato possibile tutto il resto, a partire 2 giugno 1946, il giorno del Referendum in cui gli italiani scelsero la Repubblica e chiusero con una monarchia complice della dittatura, dei crimini politici e delle discriminazione razziali e delle deportazioni.
Liberazione da cosa?
L’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 è un Paese occupato da un esercito straniero, quello tedesco. Inizia lì la Resistenza che ha le radici nell’antifascismo sviluppato fin dalla metà degli anni venti. La Resistenza è un movimento europeo e in Italia fu caratterizzata dall’impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici: comunisti, azionisti, socialisti, democristiani, repubblicani, monarchici, in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Com’è stato scritto da Marino Sinibaldi in “la Resistenza delle persone”
Si arrivava a combattere per destino personale o familiare, come antifascisti o figli di perseguitati da sempre, oppure per una conversione improvvisa, che di colpo rompeva con tutto quello che si era stati e in cui si aveva creduto: la famiglia, la fede, l’educazione. Si arrivava con la gioia di liberarsi o con il dolore di vendicarsi, con l’orgoglio di prendere in mano il proprio destino o con la disperazione di chi non ha alternative. Per ragioni diverse e diversamente alte.
Queste motivazioni comuni non indeboliscono l’immagine della Resistenza ma ne esaltano l’umanità. Restituiscono la sua verità di fenomeno complesso e lo strappano a qualunque mitizzazione. Evitano che diventi qualcosa di inaccessibile, quasi di inconcepibile. Non lo fu: fu una esperienza coraggiosa e in qualche caso eroica di uomini e donne comuni.
Si disse e si sente ancora dire: “dopotutto la Resistenza non ha avuto nessun peso militare. Si sarebbero potute evitare tante sofferenze e tanti morti…”.
Sappiamo che non è così, per almeno due grandi motivi. Innanzitutto, dal punto di vista strettamente militare il ruolo della Resistenza Italiana nella vittoria alleata fu molto significativo. Lo dicono i fatti: occupare valli e colline, bloccare vie di comunicazione, liberare e governare per mesi interi territori e intere città, tenere impegnate fino a 7 divisioni tedesche non sono cose irrilevanti, tutt’altro! Lo riferiscono con chiarezza i comandanti tedeschi che parlano, nei loro bollettini di guerra, della “tenace resistenza” opposta dai terroristi (così erano definiti i partigiani dai tedeschi). Non ci sono solo le squadre dei combattenti partigiani sui monti e sulle colline. Nella Resistenza, giustamente, si identifica la lotta disperata dei militari italiani nei sobborghi di Roma dopo lo sbando seguito all’8 settembre ‘43, così come la vicenda tragica dei reparti dell’esercito rimasti isolati in Grecia e nei Balcani, come la divisione Aqui a Cefalonia. E c’è la guerra dei Gap nelle grandi città, rese insicure e pericolose per gli occupanti nazisti. Il comandante degli eserciti alleati nel Mediterraneo, il generale Alexander, disse di aver incominciato a rispettare gli italiani dopo aver saputo dell’attacco di via Rasella, quando 17 partigiani osarono sfidare in pieno centro un battaglione tedesco armato.
Oltre a tutto questo, c’è il secondo motivo che è un elemento ideale, simbolico e anche politico e culturale: la Resistenza mostrò al mondo che tanti italiani, molti dei quali giovani che avevano vissuto tutta la loro vita sotto il regime, il fascismo lo rifiutavano, non ci credevano più, volevano un’Italia libera e democratica e che per questa erano disposti a mettere in gioco tutto, anche la loro vita. Il solo fatto di aver mostrato al mondo questa nuova Italia basterebbe a rendere preziosa – anzi fondamentale – quella lotta: la lotta di liberazione la cui vittoria oggi festeggiamo.
Un padre della Repubblica, il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, affermò, nel discorso alle Nazioni Unite del 1946 rivolgendosi ai vincitori, che l’Italia non doveva essere considerato un Paese sconfitto. Poté farlo grazie alla Resistenza in tutte le sue forme.
“Le perdite nella Resistenza contro i tedeschi, prima e dopo la dichiarazione di guerra – disse De Gasperi – furono di oltre 100 mila uomini tra morti e dispersi, senza contare i militari e civili vittime dei nazisti nei campi di concentramento e i 50 mila patrioti caduti nella lotta partigiana.”
Ecco quindi il valore della Resistenza.
Guardate, non c’è niente di retorico in tutto questo, ma qualcosa di sostanziale. Per ridare dignità alla propria nazione, dopo che si è macchiata di crimini indicibili, serve riscattarsi e cambiare strada, non rimanere alla finestra a guardare. È la scelta dei singoli che diventano una comunità, dunque, a cambiare la direzione della storia, sfidando eserciti più attrezzati e numerosi, repressioni violente, dittature apparentemente inossidabili.
E allora, per esempio, guardiamo all’esperienza del Rojava nella Siria del Nord che, oltre a essere stata determinante per la sconfitta militare dell’Isis, promuove una nuova forma di democrazia che in Medio Oriente non esiste e che si batte per una società migliore, a partire dall’uguaglianza di genere e dalla sostenibilità ambientale. Così come nella lotta dei giovani iraniani contro il regime teocratico dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, ritroviamo oggi il senso e i valori di chi si oppose al fascismo e al nazismo. Come ritroviamo quei valori nelle proteste popolari in Georgia contro un governo sotto l’influenza russa, con le bandiere dell’Unione Europee sventolate come simbolo di speranza per la libertà e la democrazia.
Da questa piazza seguiamo con apprensione l’evolversi delle vicende che riguardano il Sudan, in queste ore.
Battaglie e lotte che dovrebbero riguardarci più da vicino e che invece troppo spesso sentiamo come lontane.
Volutamente in questo giorno non voglio dare spazio alle polemiche politiche sul 25 aprile. Sono polemiche miserevoli su una pagina della nostra storia – la storia di tutti noi – che merita altro destino. Fa male che a farle sia chi ricopre la seconda carica dello Stato o chi dal governo parla di sostituzione etnica con estrema leggerezza.
Come disse una volta l’intellettuale e padre costituente Vittorio Foa a un senatore del Movimento Sociale “Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore. Questa è una differenza capitale.”
“Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive?” si chiedeva Liliana Segre nel presiedere la prima seduta del Senato nell’ottobre scorso.
E rimetteva al centro l’alto valore politico e sociale della Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza: “se le energie – ha detto Liliana Segre – che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione, peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi, fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice.”
In piena pandemia, sulle pagine del Post, il giornalista Marino Sinibaldi scriveva:
“Nella storia di una nazione non sono molti i momenti in cui ci si trova tutti insieme dentro un dramma che consuma vite in gran numero e per lungo tempo, cambia spazi e tempi di ogni esistenza, penetra nelle emozioni più intime fino ai sogni, altera le persone e le relazioni. Ancor meno quelli in cui la reazione non è solo la soluzione o l’aggiustamento personale ma una qualche azione collettiva aperta e responsabile. Nella storia degli italiani ce n’è uno solo, di questi momenti, ed è la Resistenza. Alcune centinaia di migliaia di uomini e donne in maniere e forme diverse, mettendo in gioco e rischiando la vita intera o qualcosa di meno fatale scelsero il modo giusto per affrontare il dramma collettivo.
Che vuol dire il modo giusto?
Quello che consentì tanto il riscatto individuale quanto la costruzione di una società migliore per tutti: la liberazione morale (e personale) e quella politica collettiva.”
Io credo che in questi anni, in questo mondo così caratterizzato da individualità, di destini personali che vengono prima di quelli collettivi, di diritti sociali, civili e ambientali non ancora riconosciuti, di dibattiti su accoglienza, di privilegi, di conformismo e omologazione, di battaglie ancora in corso per la qualità del lavoro, di mancanza di equità di genere, di soffitti di cristallo da rompere.. ecco io credo che di fronte a questo mondo, prenderci il tempo di studiare, riflettere e attualizzare la Resistenza sia un grande esercizio per irrobustire il nostro essere e sentirci cittadini, parte di una comunità.
Assunzione di responsabilità, ricerca della verità, necessità della trasformazione e della ricostruzione: sono le sfide che una generazione si è trovata di fronte quasi ottanta anni fa.
Sono lontane e imparagonabili, certo, ma sono così diverse dalle sfide che stiamo affrontando più o meno consapevolmente in questo nostro tempo?
Per questo come amministrazione vogliamo legare fortemente il 25 aprile al concetto di scelta.
Lo facciamo chiedendo ai ragazzi delle scuole di raccontarci come vedono il mondo, come elaborano la storia nei fatti di oggi. Lo facciamo come cittadini non voltandoci dall’altra parte quando qualcosa non va come dovrebbe andare. Esprimendo le nostre idee, promuovendo un approccio empatico nei confronti degli altri. Ma sapendo, allo stesso tempo, da che parte stare. Quali sono i valori che ci guidano come comunità larga.
Per questo anticipo che partirà un progetto biennale che ci condurrà al 25 aprile 2025, anno in cui celebreremo gli 80 anni della Liberazione.
Negli anni ho avuto la fortuna di salire su questo palco con la bandiera dell’Anpi, insieme a Claudio Galli, partigiano budriese e persona cara a cui, ancora oggi, siamo profondamente legati. Ho fatto parte dell’ultima generazione di antifascisti che ha avuto la possibilità di essere con lui qui il 25 aprile e in tanti altri momenti di trasmissione della memoria. Galli ci ha insegnato, con molta umanità e semplicità, l’importanza di quella bandiera, la centralità dei valori di cui è stato instancabile testimone e di cui siamo diventati noi, ora, promotori.
La sua tenacia, oggi, è la nostra.
Anche per questo motivo, essere qui per il discorso della Liberazione – lo ammetto – con la fascia tricolore è una grande emozione che condivido insieme a voi, nella piazza del nostro paese.
Grazie. Viva la Resistenza. Viva la Liberazione d’Italia.