Il 15 giugno 1924 nell’aula del Consiglio comunale di Budrio risuonarono queste parole:
“era intendimento nostro proporre al consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria a S. E. Benito Mussolini fino dai primi giorni in cui si era insediata questa amministrazione fascista ma abbiamo ritenuto necessario attendere che tutti i Comuni della Provincia determinassero tale atto per rendere il medesimo più solenne e più degno e perché la Provincia di Bologna che conobbe e fu vessata dal dominio sovversivo potesse unanime esprimere capo del fascismo e del Governo nazionale la propria riconoscenza proclamandolo cittadino onorario di questa terra”.
Un atto deciso dai Comuni italiani retti da amministratori fascisti nel percorso che portava alla costruzione del regime fascista, atto preceduto ed accompagnato da intimidazioni e violenze avvenuti anche nel territorio di Budrio che portarono gli amministratori democraticamente eletti a non poter più svolgere il loro mandato.
Il Fascismo, come è noto, fu un regime totalitario di tipo corporativista, razzista, imperialista e violento in cui ogni libertà di parola, associazione e di pensiero fu abolita, fu un regime che scese in guerra in stretta alleanza con il regime nazista, alleanza che conservò anche dopo il 1943.
Riportiamo le parole pronunciate in Consiglio Comunale
Ora, nell’Ottantesimo anniversario della Liberazione abbiamo deciso di revocare la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini, perché simbolo di un regime totalmente incompatibile con la democrazia, con i valori espressi dalla nostra carta costituzionale del 1948 e con lo statuto del Comune di Budrio.
Crediamo che non solo sia un atto dovuto, ma pensiamo sia un atto necessario.
Sottolineando quell’azione del 1924 vogliamo ricordare e conoscere la storia del regime fascista, revocando quella cittadinanza onoraria affermiamo i valori democratici di pace, di uguaglianza, di solidarietà, di pari dignità, di libertà che contraddistinguono la nostra Repubblica, valori che ispirano le nostre azioni.
Il punto all’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, ma si registra il comportamento condannabile del Gruppo Misto che, dopo aver annunciato la desertificazione del voto in un intervento nel quale non è stato definito prioritario questo tema, abbandona la sala.
Registrare questo comportamento, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione, nella sede della democrazia locale è a dir poco grottesco e un vero e proprio schiaffo ai valori antifascisti che dovrebbero venire custoditi e trasmessi da tutti, a maggior ragione dalle cariche politiche.