Furti nelle scuole: la nostra preoccupazione e le nostre proposte

Furti nelle scuole: la nostra preoccupazione e le nostre proposte

Nelle ultime settimane si sono susseguiti furti in diverse scuole di Budrio e delle frazioni. Non si era mai verificata un’escalation come questa, con piccole bande organizzate per questo tipo di azioni criminali.
 
Non facciamo sensazionalismo su un tema così delicato, ma non possiamo non sollevare il tema nelle sedi opportune, essendo peraltro i primi a esserne venuti a conoscenza.
 
Leggiamo che la destra ha velocemente tentato di cavalcare la questione. Noi preferiamo segnalarla nel rispetto del ruolo che ricopriamo in Consiglio comunale. Lunedì abbiamo quindi chiesto di essere urgentemente aggiornati nella riunione dei capigruppo a cui partecipa il sindaco, fissata per ieri sera.
 
Non possiamo accettare il “non ci sono soldi”. Abbiamo visto che in questi anni i soldi si sono trovati per progetti e consulenze, ma soprattutto in questo mandato sono anche arrivati molti più soldi dallo Stato. Per cui il tema è individuare le priorità di intervento.
 

LA NOSTRA PROPOSTA: TELECAMERE PER SCUOLE PIÙ SICURE

Nelle prossime settimane si arriverà alla all’approvazione del bilancio comunale. Chiediamo con forza che si tenga conto di quella che ormai è un’emergenza e si faccia un investimento in tecnologia per l’installazione di telecamere, nel rispetto della privacy dei bambini, in modo da controllare gli accessi e dissuadere i ladri e anche i vandali. Servirà poi uno sforzo organizzativo interno al Comune affinché, quando necessario, i filmati vengano visionati e analizzati.


Un altro STeP verso la chiusura della società partecipata

Un altro STeP verso la chiusura della società partecipata

Col rientro nel patrimonio comunale degli immobili entriamo nelle battute finali della chiusura della Step, avviata sei anni fa per scelta dell’amministrazione precedente e grazie al lavoro di coordinamento svolto dal dottor Palladino e del dottor Dall’Olio, punti di riferimento in questo gestione iniziato nel 2015.

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Foibe: la storia va raccontata tutta. No a intitolazioni identitarie

Foibe: la storia va raccontata tutta. No a intitolazioni identitarie.

Intervento della capogruppo Debora Badiali nel Consiglio comunale del 30 ottobre 2020 in ordine alla proposta di intitolazione a Norma Cossetto, vittima delle foibe.

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RIMBORSI-BEFFA POST ALLUVIONE IDICE. Siamo andati fino in fondo e abbiamo fatto bene

RIMBORSI-BEFFA POST ALLUVIONE IDICE. Siamo andati fino in fondo e abbiamo fatto bene

A fine novembre 2020 abbiamo affrontato pubblicamente (giornali, social e consiglio comunale) il tema dei rimborsi beffa ricevuti dalle famiglie come contributo per l’autonoma sistemazione, nell’ambito dell’alluvione e della rottura dell’argine del novembre 2019.

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Una comunità che continua a essere esigente (per fortuna)

Una comunità che continua a essere esigente (per fortuna)

Come sempre – per agevolare la lettura – pubblichiamo qui l’articolo del gruppo Budrio Più per il notiziario comunale di dicembre 2020.
 
Mazzanti ha usato il suo profilo Facebook per ridicolizzare un cittadino che aveva segnalato la grande presenza sui viali di foglie cadute. Oltre a un post ha pensato bene di far ironia mettendo foglie bagnate cadute in strada come sua immagine di copertina.
 
Il cittadino si indigna per le foglie non raccolte.
E io lo benedico, perché se questo è il suo problema più grande oggi, gli auguro di avere sempre di questi problemi e lo dico senza ironia, seriamente.
Si sa, dautunno cadono le foglie, anche col covid.
Sempre meglio che stare …come dautunno sugli alberi le foglie”, in questo periodo di covid.
 
QUESTA POESIA L’HA SCRITTA MAZZANTI! È la risposta al cittadino. Il nesso tra Covid e foglie non è dato saperlo. La pandemia sta tenendo bloccati interi settori economici, mette in crisi famiglie, ci sono persone morte, malati che combattono in isolamento, personale sanitario in sofferenza. Ma il Covid non può diventare il nuovo “ci sono cose più importanti”. Una comunità esigente si rivolge alle istituzioni per risolvere i problemi. Non può essere trattata in questo modo dalle autorità. Non abbiamo bisogno di bullismo, ma di serietà e di autorevolezza.
In questi mesi molti cittadini hanno segnalato le condizioni pietose dell’ingresso laterale del Teatro ricoperto dal guano di piccioni. Strano che l’amministrazione, a parole così attenta al Teatro, abbia dovuto aspettare mesi per pulire. Numerosi cittadini chiedono di ridisegnare le strisce sulle strade. Altri hanno segnalato le condizioni pessime dei cimiteri. Mazzanti prenderà in giro anche loro? Metterà una lapide su Facebook? Le cose vanno spiegate, evitando di irridere i cittadini. È vero, c’è il Covid. Ma non coinvolge allo stesso modo tutti gli uffici comunali. In questo periodo i comuni vicini progettano interventi, manutenzioni, attività, mappano il territorio e studiano piccole e grandi sistemazioni: cordoli, marciapiedi, strisce… Tutto questo durante il Covid. Incredibile eh?
 

L’USCITA DALL’UNIONE DEI COMUNI EVIDENZIA TUTTI I LIMITI DI MAZZANTI

In questi anni Mazzanti ha tolto sistematicamente servizi dall’Unione, ma ha sempre dichiarato di non voler uscire. Ha accettato deleghe parlando dei disservizi come se lui non fosse coinvolto nella governance. Poi, contro lo Statuto e grazie agli altri comuni ormai stremati, Mazzanti è riuscito (al terzo voto) nell’impresa. I servizi verranno poi dati in convenzione di anno in anno (sperando almeno che non ci costino di più). Così Budrio non inciderà più sul futuro del territorio vasto.
 

PETIZIONE PER IL COMPLETAMENTO DELLA TRASVERSALE DI PIANURA

Insieme a partiti e associazioni, nelle scorse settimane abbiamo lanciato insieme a Medicina una petizione per sollecitare il completamento della Trasversale di Pianura. Abbiamo anche presentato una mozione, votata all’unanimità dal Consiglio Comunale.
È possibile firmare la petizione anche online su www.comitatotrasversaledipianura.it

PER NATALE (E NON SOLO) COMPRIAMO NEI NEGOZI DI BUDRIO

Il nostro invito, per questo periodo così particolare, ma anche come abitudine positiva è quello di scegliere di stare a Budrio e frazioni per spesa e regali di Natale.


Teatro: tra mutui, rinvii, bugie e una programmazione da libro dei sogni.

Teatro: tra mutui, rinvii, bugie e una programmazione da libro dei sogni.

Mercoledì sera, in Consiglio Comunale ben due punti erano dedicati al Teatro.
 
Variazione di bilancio per aumentare il mutuo
Il mutuo era già a bilancio per 500mila euro: mercoledì sera, Mazzanti lo ha portato a 600mila perché i contributi da privati sono stati inferiori a quelli che avevano preventivato. Basta scorrere le ultime versioni del piano triennale opere pubbliche per vedere che la maggioranza di Effetto Budrio ha iniziato stimando 200mila euro di contributi da privati, diventati 150mila lo scorso luglio che ora scesi a circa 100mila, che sono poi i 70mila dell’Art Bonus ed i 23mila raccolti dal Comitato.
 
Intervenendo sul punto, la nostra capogruppo Debora Badiali ha ripercorso le tappe che ci hanno condotti qui, tenendo come punto fondamentale nell’analisi il ruolo giocato dall’Ente. Sì perché Mazzanti, in quanto sindaco, prima di essere la guida di una parte politica, prima delle rivincite personali contro altri schieramenti, rappresenta l’Istituzione e il tema Teatro è stato giocato da lui fin da subito come scontro, come offesa verso altri e non come una situazione da risolvere. Decidendo di fatto in modo deliberato di spaccare un’intera comunità, usando un luogo di cultura come pretesto.
Abbiamo più volte presentato casi simili di percorsi per dotare i Teatri di certificazioni idonee. Un caso esemplare e contemporaneo al nostro è quello del Teatro di Lugo: si è programmata la chiusura in concomitanza con la fine della stagione di spettacolo e l’inizio del cantiere, stanziando nel mentre i soldi a bilancio. Nel mentre cittadini e abbonati sono stati avvisati che per la stagione successiva al posto di andare a Lugo sarebbero potuti andare con prezzi agevolati e navette ad assistere agli spettacoli al Duse e a Ravenna.
 
A Budrio, nel dicembre 2018 il sindaco ha scelto di mentire. Per chi mastica un po’ di amministrazione era chiaro fin da subito (davvero un sindaco in carica da un anno e mezzo non conosce “lo stato di salute” degli edifici pubblici di cui ha la responsabilità?), per chi gli ha creduto, negli anni sono uscite più o meno sei o sette versioni diverse sul tema, tutte fornite dal sindaco, che ribaltano la storia inventata nel 2018, poi sono arrivati i documenti ufficiali (il Teatro era già nei documenti consegnati al sindaco nel gennaio 2018, ad esempio, così come i soldi per lo studio progetto per sistemare il Teatro erano stati accantonati da “quelli di prima”) e alcuni consiglieri che erano in maggioranza con lui hanno dichiarato pubblicamente che il sindaco ha scelto di mentire deliberatamente ai cittadini.
Così facendo, il Comune di Budrio guidato da Mazzanti ha scelto di non partecipare a un bando regionale uscito nella primavera 2018, che sembrava fatto apposta per il nostro Teatro. “Non potevamo accendere mutui” disse poi il sindaco: sbagliato, lo può fare da gennaio 2018.
 
Poi abbiamo l’iter e le date comunicate ai cittadini per la riapertura.
Un anno fa, il sindaco disse “apriamo a Novembre 2020”. A maggio sul Carlino, in piena pandemia confermò fiero questo termine. A settembre qualcuno che commenta a nome del Teatro di Budrio ha risposto a una cittadina che lo slittamento in avanti è dovuto al Covid.
 
Da fruitrice del Teatro, oltre che da consigliera – ha dichiarato durante l’intervento la capogruppo Badiali – l’obiettivo di dotarsi di certificato è giusto (è stato fatto per tanti altri luoghi di formazione e cultura negli anni precedenti, è corretto proseguire così) la gestione politica di questa partita però ha fin da subito fatto capire che l’obiettivo non era più di tanto “sistemare” il Teatro, ma alzare lo scontro tra parti. Quando un sindaco sceglie di mentire ai cittadini, non ha come fine ultimo la cultura e la comunità.
 
Fatte tutte queste considerazioni, arriviamo però al punto in votazione. Per la direzione, l’imbuto preso in questi quasi 3 anni dall’amministrazione guidata da Mazzanti sul Teatro, l’unica soluzione ora per aprirlo è quella di votare a favore dell’aumento del mutuo. E così ha fatto il gruppo Budrio Più, motivando in modo chiaro, documentato e trasparente la propria posizione.
 
Piano economico e finanziario del Teatro
 
Il secondo punto riguardava il piano economico e finanziario relativo alla gestione futura del Teatro.
 
La comunità
Abbiamo fatto notare fin da subito che ci saremmo aspettati un coinvolgimento della comunità su questo lavoro che segna il futuro del Teatro: è stato istituito dall’amministrazione un osservatorio cultura, che forse poteva essere un luogo di confronto e di idee (altrimenti non abbiamo capito a cosa serva), è appena uscita una determina con la quale l’amministrazione “che non ha mai i soldi” ha impegnato oltre 15.000€ per pagare un consulente che affianchi l’ufficio cultura su eventi per il prossimo anno (perché non coinvolgerlo fin da subito?), ci sono cittadini che si sono impegnati nel Comitato di raccolta fondi (non ci risulta siano stati fatti incontri sul tema). Poi ci siamo anche noi consiglieri: al momento del voto ci viene sempre chiesto, anzi viene auspicata la massima collaborazione, ma quello che ci viene proposto è di accettare un pacchetto già pronto. Nessuno scambio prima o lavoro di confronto. Che va benissimo visto che chi governa ha la maggioranza in consiglio, però è un po’ ipocrita auspicare adesione senza aver mai coinvolto.
 
La parte economica
L’amministrazione annuncia questo piano come di “nuova sostenibilità di gestione” in realtà in ambito pubblico, la sostenibilità per quel che concerne la cultura ha sempre un valore politico e poco economico: è raro, soprattutto in realtà piccole, che luoghi di cultura riescano ad avere bilanci in pari o “pesare” poco sui bilanci delle amministrazioni.
Il “quanto” è una decisione politica, così come la volontà di definirlo sostenibile.
Abbiamo notato che le cifre ipotizzate per la gestione del Teatro non si discostano di molto da quelle delle amministrazioni precedenti, non possiamo non notare che quando l’attuale sindaco sedeva nei banchi dell’opposizione si scagliava contro queste cifre, ora invece sono definite come sostenibili, anzi come giuste.
 
Il piano (PEF) che è stato presentato però appare disallineato in modo anomalo rispetto ai risultati economici storici del Teatro. Tra l’altro, anche prima della chiusura, Mazzanti aveva già gestito il Teatro in due anni (calcoliamo anche il 2018 visto che lo chiuse ad anno praticamente concluso) e in quei due anni la gestione del teatro registrò perdite in linea con quelle degli anni precedenti (220mila e 230mila euro), quindi pare poco credibile che gli stessi amministratori (sindaco e assessore) oggi stimino perdite, a regime, tra i 130mila ed i 140mila euro. Oltretutto, se i costi previsti per le maschere sono effettivamente stati raddoppiati per errore, le perdite stimate scenderebbero addirittura tra i 100mila e i 110mila euro. In sostanza le perdite risulterebbero dimezzate rispetto ai dati storici e quindi queste stime sembrano poco attendibili e il PEF sembra eccedere in ottimismo.

Il Piano economico e finanziario prevede, a regime, ricavi per 238mila euro nel 2022 e per 302mila euro nel 2023 e questa sembra una esagerazione bella e buona, perché parliamo di un livello di ricavi MAI registrati nell’ultimo decennio, nemmeno quando per investire forte sulle stagioni teatrali si spendevano somme vicine ai 500mila euro (mentre nel Pef i costi a regime sono stimati in 372mila nel 2022 e 452mila nel 2023).
Ovviamente noi auspichiamo che tutto questo accada, ma tutto questo ottimismo sarebbe già strano in un periodo normale, questo piano esce in piena pandemia e prevede che tra un anno praticamente tutti i 490 posti del Teatro saranno sempre pieni, con gente abituata nuovamente a riempire e affollarsi in luoghi chiusi, quando invece sappiamo che ci sarà da lavorare molto a livello di singoli e comunità al ritornare a vecchie abitudini (pur sapendo che i Teatri già prima del Covid avevano problemi di pubblico).
Oltre a questi macro numeri ci sono poi alcuni dati che ci lasciano perplessi: il sito internet viene quotato a 500€ senza il mantenimento, solo apertura. Per il Festival Ocarina questa amministrazione ha pagato 1800€ per avere un sito che ora è fermo a due anni fa.
Il voto contrario del gruppo Budrio Più su questo punto è il frutto del ragionamento appena concluso, sappiamo bene che all’interno della variazione di bilancio sono previsti anche gli importi contenuti nel PEF: fosse stato possibile votare solo per finanziare i lavori per l’apertura del Teatro, ci saremmo limitati a questo, ma così non è stato e abbiamo pensato di dare un senso anche politico, immediato, a quanto sosteniamo.


Urbanistica: maggioranza in frantumi. Mazzanti abbandonato dai suoi

Urbanistica: maggioranza in frantumi. Mazzanti abbandonato dai suoi

articolo pubblicato il 12 novembre 2020
Il nuovo polo logistico di Malalbergo manda in frantumi la maggioranza di Mazzanti. Ma tutta la gestione della vicenda non ci ha soddisfatto.
La modifica all’accordo urbanistico sovra comunale (che permetterà a Malalbergo di far realizzare un grande hub logistico) rappresenta una vicenda molto problematica.
A BUDRIO I CIVICI IN FRANTUMI
Nel Consiglio Comunale dell’11 novembre (qui lo streaming dei lavori) si è frantumata la maggioranza civica alla “guida” del Comune di Budrio: i consiglieri di Effetto Budrio hanno votato in 3 modi diversi e con il sindaco sono rimasti solo in tre a votare a favore. Ancora una volta Mazzanti si salva in Consiglio grazie alla destra. In un contesto surreale, nessuno di loro ha spiegato la sua posizione, tranne il sindaco.
Questa spaccatura è significativa perché, quando si arriva a una scelta strategica, Budrio non ha una maggioranza autosufficiente e non ha una guida. Appena si va oltre l’ordinaria amministrazione, Effetto Budrio si sfalda. E non ha nemmeno il coraggio di dirci il perché.
Il nostro voto di astensione dimostra che non siamo pregiudizialmente contrari a questo tipo di operazioni. Ma il modo frettoloso è incompleto con cui si è proceduto non ci ha soddisfatto.
IL LIVELLO SOVRA COMUNALE
Comprendiamo e apprezziamo il lavoro dei sindaci dei comuni della zona guidati dal PD e dal centrosinistra che hanno trovato un accordo migliorativo rispetto alla proposta iniziale. Sappiamo che, purtroppo, il nostro comune non ha giocato alcun ruolo.
Fosse stato per Mazzanti, l’operazione urbanistica sarebbe passata nella prima versione, inaccettabile per noi e per gli altri comuni, anche dal punto di vista economico. Se non avessimo sollevato il caso, a Budrio sarebbero arrivati molti meno soldi dagli oneri di urbanizzazione.
Tuttavia, dobbiamo rilevare che un tema di così grande importanza non è stato condiviso in sede politica con modalità e tempi adeguati a livello sovra comunale: nel PD, tra i gruppi consiliari e tra i partiti del centrosinistra.
I NOSTRI DUBBI
Se ci fosse stato modo di approfondire, forse sarebbero stati chiariti dei dubbi che ora, invece, richiedono chiarimenti:
  • Si parla di tantissimi posti di lavoro. Quale tipo di lavoro? Con quali garanzie? Il modello Amazon, per esempio, a noi va bene? Avremmo qualcosa da dire in proposito.
  • Chi è il soggetto proponente? È italiano o straniero? Che storia e che reputazione ha?
  • Quale sarà l’impatto ambientale di questa operazione?
  • E quale impatto avrà sulla viabilità? Non è difficile immaginare che un hub logistico farà crescere ulteriormente il numero di camion sulla Trasversale di pianura, oggi ancora inadeguata e già pesantemente sfruttata dai mezzi pesanti.
Abbiamo posto alcuni temi 15 giorni fa in commissione consigliare e sul nostro sito. In questo periodo nessuno ha dato risposte a quei dubbi. Nel 2020, ormai, dovremmo sapere che la proposta degli investitori privati non può essere un prendere o lasciare e, soprattutto, in queste situazioni la politica locale deve dire e fare qualcosa di più.


Costruire insieme una nuova speranza per Budrio

Costruire insieme una nuova speranza per Budrio

Articolo a cura del gruppo consigliare Budrio Più per il notiziario comunale di novembre.
Troppi sono stati gli errori, le contraddizioni e le mancanze che abbiamo visto nell’azione di chi amministra Budrio. Ma anche poca passione e molta incompetenza. L’idea di disfarsi della “vecchia” macchina comunale ha prodotto le difficoltà che gli stessi dipendenti denunciano nei loro comunicati.
A inizio 2020 non è stato pubblicato un bilancio di metà mandato e spesso le scelte e i documenti vengono tenuti nascosti o sotto silenzio. Le associazioni non si sentono coinvolte né ascoltate. In comune mancano punti di riferimento: la sensazione, il più delle volte, è che si lascino volutamente cadere le cose. E ripetiamo: il Covid non c’entra niente: le difficoltà erano tutte evidenti già da prima (la pandemia ha colpito tutti, anche i comuni limitrofi che continuano ad essere ben amministrati).
 
Come gruppo abbiamo studiato molto le carte e i problemi. Molti cittadini si sono accorti che le cose che dicevamo corrispondevano (purtroppo) a verità. Questi per noi sono stati anni formativi, per avere una visione più completa del paese e per dialogare con tanti cittadini. Invece, Mazzanti li ha passati a giustificarsi, a dare colpe ad altri enti e a chi c’era prima di lui: non ha seminato niente di buono per il futuro e sono stati sgretolati interi legami di comunità.
 
Dopo il fallimento “civico”, ci prendiamo un impegno: è arrivato il tempo di costruire il futuro. E noi ci siamo! Ma per superare questo clima deprimente che si respira in paese, la politica e i partiti non bastano. Serve prima di tutto una comunità informata e consapevole, che torni a impegnarsi e a credere in se stessa.
Noi siamo in campo e apriamo le porte a tutti per una nuova stagione di partecipazione e responsabilità. Usciamo insieme dal buio della sfiducia; costruiamo insieme un’altra idea di amministrazione: presente sul territorio, attenta ai problemi e alle opportunità, dotata di sensibilità e progettualità. C’è una parola che rappresenta bene il nostro impegno: quella parola è FUTURO.

COVID, I MESI DELLA CONVIVENZA FORZATA

 
In questa “seconda ondata” di contagi da Covid-19, è importante sottolineare che, con comportamenti responsabili e corretti, questa volta possiamo non esserne travolti, ma serve massima attenzione e rispetto delle regole. È fondamentale che le attività scolastiche e produttive vadano avanti.
 
Entriamo in una fase di convivenza con il virus che durerà diversi mesi. Le esperienze asiatiche più avanzate ci dicono che si può fare, senza doverci trovare di nuovo tutti chiusi in casa, anche facendosi aiutare dalla tecnologia digitale, come l’App Immuni.
 
Abbiamo dimostrato di saper fronteggiare il virus nei momenti più bui e incerti. Ora dobbiamo farlo di nuovo, ma con più consapevolezza e ancora più senso di responsabilità collettiva e condivisa.
GRAZIE GIOVANNI E BENVENUTO DANIELE!
 
Nei giorni scorsi Giovanni Zanardi, consigliere comunale del nostro gruppo, ha rassegnato le proprie dimissioni per ragioni personali e lavorative. Lo ringraziamo per il lavoro svolto, prima da assessore e poi da consigliere comunale, ma sappiamo che non mancherà il suo sostegno alla nostra attività e al futuro di Budrio. In Consiglio comunale subentra Daniele Bortolotti a cui diamo il benvenuto e auguriamo buon lavoro!


L’uscita dall’Unione dei comuni evidenzia tutti i limiti di Mazzanti

L’uscita dall’Unione dei comuni evidenzia tutti i limiti di Mazzanti

Venerdì sera non è passata la delibera proposta dalla Giunta comunale che prevedeva l’uscita del Comune di Budrio dal’Unione Terre di Pianura (qui il Consiglio Comunale). La compattezza del centrosinistra e le divisioni in quella che era la maggioranza consigliare non hanno permesso a Mazzanti di avere la maggioranza qualificata, necessaria per questo voto.
Si sono infatti espressi in modo contrario i consiglieri comunali del PD-Budrio Più (Badiali, Cesari, Bortolotti, Zuppiroli), i consiglieri che facevano parte del gruppo di maggioranza e ora sono nel gruppo misto (Todeschini, Magrin), la consigliera Serra di Articolo Uno.
Ora Mazzanti dovrà velocemente correre ai ripari e portare per ben due volte la delibera in Consiglio entro 30 giorni, quando gli basterà la maggioranza semplice.
 

Prima di trattare la proposta di uscita dall’Unione in Consiglio Comunale, abbiamo presentato come gruppo una pregiudiziale 

chiedendo di non votare il punto perché a nostro avviso la delibera presentava violazioni rispetto a quanto previsto dallo Statuto. Ma la maggioranza ha votato per proseguire le operazioni.
 
Partiamo dalla nostra contrarietà a questa operazione. Noi comprendiamo che dal punto di vista dell’Unione questa uscita sarebbe una sorta di liberazione: finalmente se ne vanno coloro che hanno sempre remato contro, coloro che hanno troppo spesso tenuto posizioni poco chiare, scostanti e contraddittorie. Ma dal punto di vista di Budrio è un salto nel vuoto. È una scelta che, a poco più di un anno dalla fine del mandato amministrativo di questa giunta comunale, mette una seria ipoteca sul futuro di Budrio per molti anni. Questa arroganza non è accettabile.
 
Veniamo da 3 anni e mezzo di balbettii e balletti sull’Unione. Ma in realtà questi anni rappresentano una débacle per Budrio su tutti i fronti. Nessun contesto di relazioni istituzionali e sovracomunali può dirsi migliorato o rafforzato per noi. Anzi, il contrario: peggioriamo su tutto, in reputazione, in credibilità, in risultati ottenuti, finanziamenti compresi.
 
Secondo noi mancano due cose importanti: autorevolezza e visione.
 
Quando si dà sempre la colpa agli altri non si rafforza la propria autorevolezza. Quando non si risolvono i problemi (ma li si evidenzia soltanto) non ci si afferma come amministratori ma al massimo come polemisti della domenica. Quando si cambia opinione tre o quattro volte sullo stesso tema, non si costruisce la propria affidabilità e credibilità.
Paghiamo a caro prezzo lo smantellamento della macchina comunale, tanto più alla luce dell’incertezza sulla riorganizzazione interna e sulle inevitabili convenzioni da stipulare nei prossimi mesi. La mancanza di una visione e di competenze adeguate è evidente e nei fatti: non siamo stati capaci di stare dentro l’unione, starci con autorevolezza, cambiare ciò che andava cambiato, sviluppare progetti, aumentare l’efficienza di quell’ente.
 
Non c’è nessuna certezza sui possibili risparmi e sul possibile efficientemento della macchina amministrativa, una volta usciti dall’unione. Ciò che propone Mazzanti è una strada impervia, complessa, incerta, tanto più se consideriamo che le difficoltà della macchina amministrativa che sono state ampiamente evidenziate dagli stessi dipendenti comunali.
 
Storia
Sull’Unione abbiamo 3 anni e mezzo di profonda incoerenza mazzantiana: da un lato si dice che si vuole stare in Unione, dall’altro ogni anno si vota in Consiglio per uscire con servizi, nel mentre abbiamo il sindaco Mazzanti che assume la delega al personale in Terre di Pianura, ma ogni volta sembra parlare del problema del personale come se riguardasse o fosse responsabilità di altri.
Arriviamo poi a giugno 2020, in cui il sindaco fa votare in fretta per uscire con il servizio personale, di cui ricordiamo ha la delega, dicendo che l’obiettivo non è uscire dall’Unione. Meno di 6 mesi dopo il sindaco di ripensa, vuole uscire dall’Unione. Oltre all’evidente sfaso politico, abbiamo uffici che vengono impegnati per fare e disfare progetti ogni 6 mesi. In questo caso, la mancanza di progettualità, si trasforma anche in spreco di risorse pubbliche, anche solo tenendo conto del lavoro dei dipendenti comunali.
Politica
Questi anni rappresentano una débacle per Budrio su tutti i fronti. Nessun contesto di relazioni istituzionali e sovracomunali può dirsi migliorato o rafforzato per noi. Anzi, il contrario: peggioriamo su tutto, in reputazione, in credibilità, in risultati ottenuti (leggasi anche finanziamenti).
Analisi
Nell’analisi del perché questo è successo ci mettiamo due macro-elementi:
  • mancanza di autorevolezza: quando si dà sempre la colpa agli altri non la si rafforza; quando non si risolvono i problemi (ma li si evidenzia soltanto) non ci si afferma come amministratori ma al massimo come polemisti della domenica; quando si cambia opinione o si cambia linea 3 o 4 volte sullo stesso tema, non si costruisce la propria affidabilità e credibilità [tutte queste tutte cose non sono nostre interpretazioni, ma testimonianze dirette raccolte ai vari livelli istituzionali e operativi degli enti e aziende pubbliche che hanno a che fare con Budrio].
  • mancanza di una visione e di competenze adeguate: ci dispiace dirlo, ma paghiamo a caro prezzo anche lo smantellamento della macchina comunale. Evidentemente anche i rappresentanti della parte amministrativa inviati ad affrontare partite delicate e importanti come la gestione dell’unione terre di pianura non sono stati all’altezza del compito. La dimostrazione sta nel fatto che siamo nella totale incertezza su quello che succederà dopo in termini di riorganizzazioni interne e le inevitabili convenzioni da stipulare per la gestione di alcuni servizi, le risposte date alle domande in commissione (qui per vedere la commissione, verso la fine) dal nostro punto di vista non sono tecnicamente accettabili: dichiarare che non ci saranno costi aggiuntivi per i servizi in convenzione basandosi semplicemente sul fatto che per un caso questi costi non vengono applicati, senza avere nessun accordo ci pare totalmente approssimativo e non consono all’importanza del tema in questione. La mancanza di una visione e di competenze adeguate è evidente e nei fatti: non siamo stati capaci di stare dentro l’unione, starci con autorevolezza, cambiare ciò che andava cambiato, sviluppare progetti, aumentare l’efficienza di quell’ente. Togliere un servizio alla volta, di tanto in tanto, è anche la dimostrazione che non c’è la visione oltre al fatto che devono ancora spiegare in che trattato viene teorizzato che togliere sistematicamente servizi senza conferire progetti contribuisce a rafforzare un Ente. La soluzione politica e tecnica che ci viene sottoposta è autoassolutoria e semplificatoria: usciamo perché l’Unione non funziona, anche se non sappiamo cosa fare domani mattina (la stessa risposta del sindaco alla domanda da me posta in commissione su ambito territoriale ottimale è la rappresentazione plastica di quest’ultima frase)
Cosa succede adesso
Nero su bianco, la maggioranza di Effetto Budrio ha scritto che non c’è nessuna certezza sui possibili risparmi sul possibile efficientamento della macchina amministrativa, una volta usciti dall’unione. Si sceglie quindi una strada impervia, complessa, incerta, tanto più se consideriamo che le difficoltà della macchina amministrativa ci sono e sono state ampiamente evidenziate dagli stessi dipendenti comunali.
 
Considerazioni sulla scelta
La delibera di uscita di Budrio dall’Unione, dal punto di vista di chi rimane, è una liberazione: se ne vanno i detrattori, coloro che hanno sempre remato contro, coloro che hanno troppo spesso tenuto posizioni poco chiare, scostanti e contraddittorie. Ma dal punto di vista di Budrio è un salto nel vuoto. È una scelta che, a poco più di un anno dalla fine del mandato amministrativo di questa giunta comunale, inciderà sul futuro di Budrio per molti anni.
 

Non siamo sorpresi che Mazzanti abbia deciso di uscire dall’Unione: era un suo punto del programma elettorale (tra l’altro potrebbe essere anche una delle poche azioni raggiunte). Siamo sconcertati dal continuo balletto fatto in questi 4 anni su Unione, andando ogni anno a togliere un servizio, a spot, dicendo ogni volta che sarebbe rimasto in Unione, salvo poi attribuire ad altri tutte le colpe non assumendosi mai una responsabilità (tra l’altro, ribadiamo, la delega al personale in Unione l’aveva lui, non altri) e senza aver mai portato avanti politiche o progetti per sostenere l’Ente.

 

Ci dispiace contraddire per l’ennesima volta il sindaco pro tempore di Budrio.
Il voto in consiglio è andato male per lui:
  1. perché la sua maggioranza è da tempo andata in pezzi;
  2. perché c’è un’opposizione attenta che si esprime nel merito di scelte che ritiene sbagliate.
Alla terza votazione, avvenuta mercoledì 11 novembre, con il voto a maggioranza semplice, Mazzanti è riuscito nel suo intento.


Quanta fretta, ma dove corri? Le scelte urbanistiche vanno pensate, non subite

Quanta fretta, ma dove corri? Le scelte urbanistiche vanno pensate, non subite

27 ottobre 2020
 
Oggi raccontiamo una vicenda che dà l’idea delle mani in cui siamo a Budrio.
 
Nei giorni scorsi, in fretta e furia, il è stata fatta convocare una commissione per affrontare un tema importantissimo e urgentissimo. Questo l’oggetto:

MODIFICA ALL’ARTICOLO 4 DELL’ACCORDO TERRITORIALE PER GLI AMBITI PRODUTTIVI SOVRACOMUNALI DELL’UNIONE TERRE DI PIANURA SOTTOSCRITTO IL 14/05/2007 PER: LA DECLINAZIONE DELLE POLITICHE DEL PUMS E PTM SULLA LOGISTICA DI GRANDI DIMENSIONI MAGGIORI DI 10.000 MQ DI SF NELL’ “HUB METROPOLITANO” DI ALTEDO (SAN PIETRO IN CASALE, BENTIVOGLIO E MALALBERGO); L’INSERIMENTO DELL’ART. 4 BIS PER LA CONDIVISIONE DI UNA PROPOSTA DI INSEDIAMENTO DI UN POLO LOGISTICO DI GRANDI DIMENSIONI NEL COMUNE DI MALALBERGO
 
Quindi per capirci, in sostanza ci è stato detto: per consentire questo investimento – di dimensioni notevoli – va cambiato un accordo tra comuni che vige dal 2007. E lo dobbiamo fare in fretta, in pochi giorni, per consentire a Malalbergo di non perdere un’opportunità storica per il suo territorio.
 
Da subito abbiamo fatto notare al Comune che tutto l’iter andava contro il Regolamento del Consiglio Comunale di Budrio: infatti, non solo la convocazione non è stata fatta nei tempi, ma i documenti che consentono ai consiglieri di esprimersi sono arrivati a 24 ore dalla discussione in Commissione.
 
Quando, venerdì scorso, abbiamo posto il tema in commissione, la risposta del sindaco è stata: “quando ci sono posti di lavoro in ballo, non ci si ferma alle formalità”. Lo ha detto Mazzanti, capite?
 
Insomma, incomprensibilmente il Comune di Budrio (la sua giunta e la sua maggioranza consiliare) era muto e prono di fronte a un’evidente forzatura per un progetto enorme, che dovrebbe coinvolgere cittadini, urbanisti, associazioni, comunità, prima di essere messo ai voti dei consigli comunali. Il gruppo Effetto Budrio, senza nemmeno esprimersi in commissione (nemmeno una parola), era pronto a subire e sostenere questa operazione urbanistica.
 
In commissione (clicca qui per il video) abbiamo chiesto informazioni su viabilità (è noto a tutti che, ad esempio, la Trasversale di Pianura viene usata come scorciatoia economica dai mezzi pesanti, evitando Bologna) e impatto ambientale. Il tema economico legato ai posti di lavoro è importantissimo, ma non si può venir meno, nel 2020, a un’analisi più complessiva legata alla sostenibilità (intesa in senso ampio) e agli impatti sul territorio. Abbiamo altresì chiesto cosa sarebbe successo se un comune non avesse votato questa proposta di modifica (era appena uscita la convocazione del Consiglio Comunale di Minerbio senza questo punto tra gli argomenti da trattare) e se fosse possibile rimandare la trattazione di questo punto a un altro Consiglio Comunale, visto che non è indicata una scadenza a ottobre (in questo modo i consiglieri avrebbero potuto arrivare pronti e studiare per bene le carte, fare approfondimenti..).
 
Alla prima domanda non ci è stato risposto, alla seconda si è deciso di tirare dritto. Perfino la responsabile del settore del Comune di Budrio si è detta in imbarazzo per aver dovuto preparare con così poco tempo degli atti di un progetto che andrebbe studiato di più.
Ma la maggioranza di Effetto Budrio sarebbe andata avanti serena.
 
Sappiamo di non essere stati i soli ad aver posto domande, in alcuni altri comuni ci si è interrogati sul tema, senza arrivare a convocare in modo forzato e fuori dai tempi del Regolamento il Consiglio Comunale facendo domande nel merito del progetto e si sono interrogati sulla correttezza e la legittimità della procedura più generale. Ieri l’epilogo, per motivi di salute del sindaco (a cui auguriamo pronta guarigione) il Consiglio Comunale di Malalbergo convocato per il 27 ottobre per trattare il punto viene annullato.
E di conseguenza il punto viene ritirato anche da Budrio.
 
Siamo allo sbando, siamo in mano a nessuno.
Qui a Budrio chiunque può arrivare da fuori con una proposta di delibera urbanistica. Il sindaco non ci ragiona, non la fa studiare a nessun tecnico, se ne fa difensore e sostenitore, anche contro il regolamento comunale e contro il buon senso. La sua maggioranza non ha né voglia né competenze per esprimersi.
 
Ora che tutto è svanito, rimane un comune incapace di dire la sua e sbeffeggiato dagli eventi: prima ha mosso mari e monti per convocare in ritardo la commissione, senza uno straccio di documento su cui farsi un’idea e votare; poi toglie la delibera dall’ordine del giorno fischiettando, come se niente fosse.
 
Ecco in quali mani siamo.