Mazzanti chiude la Step, proprio come previsto nel 2015 da “quelli di prima”

Cogliamo l’occasione di due punti della variazione di bilancio portata in Consiglio Comunale il 30 novembre (entrata di risorse derivanti dalla chiusura della Step: 95.000€ in parte capitale e 74.000€ in parte corrente) per affrontare un tema che ritorna spesso in articoli e post del sindaco.

 

Sono soldi che tornano al Comune, così come sono rientrati i 600.000€ delle fatture che Step ha pagato al Comune, gli immobili e l’avviamento della farmacia e così come rientreranno soldi per crediti verso l’Erario, poco meno di 100.000€.

A conclusione di tutte le operazioni di liquidazione sarà interessante fare un’attenta analisi e sia delle risorse accantonate per procedere alla chiusura di Step che degli importi e delle attività rientrate nella disponibilità dell’Ente. 

Affrontiamo questo argomento in quanto nelle ultime settimane il sindaco si è ripetutamente pronunciato sul tema, con numerosi redazionali e post. Non lo facciamo per battibecco, ma le modalità con cui il sindaco tratta questo argomento imporranno, da qui alle elezioni, di contrastare la manipolazione dei dati e dei fatti. Lo abbiamo fatto e lo faremo, con i nostri strumenti e parlando direttamente con i cittadini.  

Step e indebitamento dell’Ente sono diventati, probabilmente per mancanza di progetti misurabili, un argomento sempre buono per le uscite social del sindaco. 

Sull’uso “leggero” delle parole e di mezze bugie usate per confondere la cittadinanza abbiamo già detto molto in questi anni. 

Su queste operazioni il sindaco cerca meriti che non sono suoi, proponendo slogan e post sempre uguali per far perdere la percezione della realtà. Primo fra tutti abbiamo l’auto esaltazione, in base alla quale paragona sé stesso a un amministratore avveduto e risanatore, chiamato dai soci-budriesi a bonificare i conti della società-Comune (la metafora del comune-azienda è di Mazzanti). 

Un punto di vista sicuramente interessante, ma i soci che hanno chiamato un nuovo amministratore non sono gli elettori, così come l’amministratore chiamato a sistemare i conti non è il sindaco. 

Quello che è accaduto, nella realtà, è che a chiamare un nuovo amministratore, che non è il sindaco ma è il dottor Palladino, non sono stati gli elettori ma l’amministrazione precedente, precisamente nel 2015. 

E questo dev’essere ben chiaro, così come dev’essere chiara la differenza tra chi ha progettato l’operazione di chiusura della Step, cioè noi, e chi all’epoca votò sempre contro i relativi provvedimenti, cioè il sindaco quando non era sindaco. Noi invece, una volta arrivati all’opposizione, abbiamo votato a favore di tutti i provvedimenti riferiti alla liquidazione della partecipata. Cosa che il sindaco non fece mai a parti invertite, nemmeno quando si trattò di approvare quel piano di liquidazione della Step che lui poi ha pedissequamente seguito, per poi beneficiare anche di un nuove regole nazionali che gli hanno consentito di accelerarlo, chiudendo la partecipata nel 2021 anziché nel 2023. 

Quindi alla chiusura della Step ha contribuito un sistema dalle solide fondamenta, grazie a chi ha chiamato un funzionario, che è il dottor Palladino, che avendo la preparazione per farlo impostò un’operazione importante e complessa. A quella operazione l’attuale sindaco si oppose, sulla base di quella strana idea per cui a Budrio una cosa è fatta male se la fa il PD, ma se la stessa cosa la fa lui allora va bene. Lo abbiamo visto con Step, con Sfera, con l’ASP, con Acer e anche in altre occasioni: pensiamo alla stessa Regione o Città Metropolitana, o il Distretto. 

Vediamo che ultimamente Mazzanti bolla le nostre critiche come “campagna elettorale”. Noi vogliamo semplicemente prepararci alle elezioni di maggio, perché ce lo stanno chiedendo tantissimi cittadini e perché crediamo che essere pronti sia un pregio, non un difetto.

Ci sembra che il tenore degli interventi del sindaco dimostri che sia lui quello ossessionato dal dover dimostrare qualcosa (cosa difficilissima), trovandosi in realtà costretto a giustificare ciò che ha fatto male o non ha fatto per nulla. 

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