Budrio

Budrio in cammino

In questi anni, l’amministrazione comunale ha lavorato con impegno per rendere Budrio un Comune più efficiente, accogliente e proiettato verso il futuro. Dalle opere pubbliche alla manutenzione delle scuole, dalla gestione delle emergenze climatiche al rilancio della cultura, questo documento voluto dalla coalizione del centrosinistra racconta risultati concreti e obiettivi per i prossimi anni.

📖 Scopri il lavoro svolto, i progetti realizzati e le sfide affrontate per costruire un futuro migliore per Budrio.


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prunaro chiosco bar

Un risultato importante per Prunaro: dopo anni di chiusura, riapre il chiosco nel Parco di via Loris Fortuna

A Prunaro un nuovo spazio di incontro per la comunità: tra natura, convivialità e buon cibo

"Sono contentissima!"
"Finalmente!"
"Ora c'è un posto sicuro dove i ragazzi possono incontrarsi, conoscersi e giocare."
"Così posso portare i bambini a prendere un gelato."

Questi sono solo alcuni dei commenti raccolti questa mattina all’inaugurazione del chiosco di Prunaro. L’entusiasmo era palpabile, così come la curiosità di chi è venuto a vedere questo spazio tanto atteso. Dopo anni di chiusura, la riapertura rappresenta un evento significativo per gli abitanti della frazione, dove la mancanza di un luogo di aggregazione si è sempre sentita.

Un bar/osteria per tutte le età, immerso in un bellissimo spazio verde, rigenerato grazie all’impegno di persone accoglienti e pronte a collaborare con la comunità. Il chiosco si trova all’interno del Parco di via Loris Fortuna, vicino alla rotonda, con ingresso e parcheggio da via Mori.

Per raggiungere questo traguardo è stato fondamentale l’impegno della Sindaca e dell’amministrazione, che hanno ascoltato le esigenze dei cittadini e lavorato per offrire risposte concrete. Un'attenzione costante al tessuto sociale della nostra comunità, perché creare spazi di incontro è essenziale per il benessere di tutti.

A chi diceva che era impossibile, oggi Prunaro risponde con un chiosco operativo, pronto ad accogliere non solo la frazione, ma chiunque voglia vivere questo luogo speciale. Un ringraziamento particolare va ad Angelo e Michela, che con passione e dedizione hanno dato nuova vita all’Osteria da Cucù.




Festa Unità Budrio

Fest'Unità di Budrio

Il 24 aprile torna la Fest'Unità di Budrio, un evento che unisce tradizione, buona cucina e spirito di comunità.

Anche quest'anno, si terrà alla Bocciofila di Budrio in via Zenzalino Nord 7, dove potrete gustare un ricco menù che combina i grandi classici della cucina emiliana con specialità siciliane, il tutto preparato con passione dai volontari della festa.

Il menù della festa

Una vasta scelta di piatti per soddisfare tutti i palati:

Antipasti:

  • Arancine
  • Caponata di melanzane
  • Cocktail di gamberi
  • Insalata di mare

Primi piatti:

  • Risotto di pesce
  • Busiate con vongole, gamberi e pistacchi
  • Caserecce alla barcaiola con melanzane e pesce spada
  • Tortellini (panna, ragù e brodo)
  • Tagliatelle al ragù
  • Rigatoni alla Norma
  • Polenta al ragù e ai funghi
  • Polenta al ragù e salsiccia

Secondi piatti:

  • Frittura di pesce
  • Pesce spada alla ghiotta
  • Ranocchi fritti e alla cacciatora
  • Grigliata mista di suino
  • Pollo ai ferri
  • Salsiccia ai ferri
  • Castrato ai ferri
  • Tomino in salsa di pere

Il menù potrebbe subire piccole variazioni per garantire sempre prodotti freschi e di qualità.

Giorni e orari della festa

La Fest'Unità si terrà nei giorni 24-27 aprile e 1-4 maggio.

  • Solo cena: 24 e 26 aprile, 2 e 3 maggio (dalle ore 18:45)
  • Solo pranzo: 25 e 27 aprile, 1 e 4 maggio (dalle ore 12:00)

Prenotazione tavoli

La prenotazione è gradita ma non obbligatoria.
Per riservare un tavolo, potete chiamare il numero 353 4798828.

Come arrivare

La festa si svolgerà presso la Bocciofila di Budrio, in via Zenzalino Nord 7.
Ecco la mappa per raggiungerci facilmente.

 Un'occasione di incontro e confronto

La Fest'Unità di Budrio non è solo un evento gastronomico, ma anche un'importante occasione di incontro e dialogo. È il momento ideale per ritrovarci, confrontarci e discutere insieme dei temi cari alla nostra comunità. Durante la festa organizzeremo iniziative politiche per parlare delle sfide e delle opportunità che riguardano Budrio e il nostro territorio.

L'importanza dell'autofinanziamento

La Festa è una fondamentale occasione di autofinanziamento per il nostro circolo. Fin dalla sua fondazione, il circolo del Partito Democratico di Budrio ha sempre vissuto grazie all’impegno dei suoi volontari. Organizzare eventi come questi è un modo per garantire la continuità delle attività politiche e sociali sul territorio. Grazie all'aiuto dei volontari e al vostro sostegno, possiamo continuare a lavorare per il bene della comunità di Budrio.

 

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Manifesto

Memoria. Anche in Italia campi di prigionia su base razziale e politica. E un campo di sterminio

REDAZIONE

Gennaio 26, 2025| storia|By REDAZIONE

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.”
Primo Levi, I sommersi e i salvati.

 

Dopo l’8 settembre 1943 il territorio italiano è sotto il controllo fascista della Repubblica Sociale Italiana che molto attivamente collaborava con i nazisti in ogni azione legata all’occupazione, alle deportazioni, alla repressione della Resistenza e alle azioni belliche contro gli alleati e contro l’esercito italiano ricostruito.

Durante la seconda guerra mondiale i trasferimenti forzati dall’Italia alla Germania avvenivano in modo diverso e per motivi differenti: furono deportate persone per motivi politici, vi fu l’internamento su base cosiddetta “razziale”, vennero internati i militari italiani dopo l’8 settembre 1943 e vi fu la deportazione dei rastrellati che servivano come manodopera coatta alle industrie tedesche. In questo ultimo caso le persone giunte a destinazione, furono alloggiati negli Arbeiterlager, dipendenti di norma dalle imprese che li impiegavano oppure dagli Uffici del lavoro (Arbeitsämter). Le circa 40.000 persone deportate per motivi politici o razziali avevano invece come destinazione il sistema concetrazionario nazista dipendente dalle SS. Gli 8.000 ebrei provenienti dall’Italia vennero destinati per la maggior parte al campo di stermino di Auschwitz e gli altri italiani (32.000) furono invece inviati in campi di concentramento (Konzentrationslager-KL): Dachau, Mauthausen, Buchenwald, Flossenbürg e Ravensbrück.

Sul territorio italiano vennero organizzati diversi campi di smistamento e di passaggio: i maggiori furono Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Fossoli (Modena), Grosseto e Bolzano-Gries. A Trieste, invece, fu allestito l’unico campo di sterminio italiano: la Risiera di San Sabba.

Vi sono anche altri luoghi il cui ricordo non sempre è riuscito a sedimentarsi e strutturarsi in una memoria collettiva. Fra questi le Caserme Rosse a Bologna e il campo di raccolta-smistamento di Colle Ameno nel comune di Sasso Marconi.

Durante il periodo protrattosi dal 6 ottobre al 23 dicembre 1944, nella villa del Ghisiliere nel Borgo di Colle Ameno si era insediato un reparto della Feldgendarmeria che aveva organizzato un campo di raccolta-smistamento per civili, ove i nazisti concentravano gli uomini rastrellati nel retrofronte della Linea Gotica, al fine di reperire manodopera da utilizzare in loco nell’Organizzazione Todt, oppure da inviare in Germania a lavorare nei campi di concentramento. Alcuni di loro furono portati a  Caserme Rosse dove vennero imprigionati i rastrellati che provenivano dalle regioni Toscana, Marche, Umbria ed Emilia-Romagna, ma anche da altri luoghi dell’Italia: risulta che tra il giugno e l’ottobre 1944 dalle Caserme rosse siano transitati circa 35mila uomini di ogni estrazione sociale catturati come forza lavoro, partigiani imprigionati in seguito a delazioni o a operazioni svolte contro la Resistenza e sacerdoti rastrellati assieme alla popolazione. Da qui i rastrellati venivano deportati poi al campo di Fossoli, costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici e trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di concentramento per ebrei: dal marzo 1944 divenne Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager), utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager nazisti. Da qui partirono numerosi convogli di ebrei italiani, tra cui Primo Levi che fu prigioniero a Fossoli per alcuni mesi prima di essere deportato ad Auschwitz. Nel Luglio del 1944 dopo la smobilitazione del campo di Fossoli gli internati furono condotti nel nuovo campo istituito a Bolzano, in località Gries.

La Repubblica sociale italiana, nel settembre 1943, cedette ai nazisti alcuni territori di frontiera fra

cui Trieste, Fiume ed Udine e proprio a Trieste l’ex risiera fu trasformata in campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 (Stalag 339) e successivamente in Polizeihaftlager (Campo di detenzione e di polizia). In questo campo il vecchio essiccatoio del riso fu adattato a locale per le eliminazioni dei prigionieri mediante gas di scarico di autofurgoni ed autocarri. Il campo era adibito al transito di prigionieri per Buchenwald, Dachau, Auschwitz, ma sul posto furono trucidati più di 5000 internati.

Per saperne di più:

http://www.museodelladeportazione.it/la-deportazione-dallitalia/

https://deportati.it/archivio-storico/geografia_tibaldi/

https://www.storiaememoriadibologna.it/archivio/luoghi/borgo-di-colle-ameno

https://www.storiaememoriadibologna.it/archivio/luoghi/caserme-rosse

https://www.fondazionefossoli.org/

https://deportati.it/lager/bolzano/bolzano/

https://risierasansabba.it/


L'OraBlu: eventi e dialoghi per una comunità attiva

Negli ultimi mesi Budrio, con la nuova edizione della rassegna L’OraBlu, è stata teatro di incontri che hanno toccato temi importanti per la nostra società, spaziando dalla politica internazionale alla sostenibilità ambientale, dalla musica alla memoria storica. Grazie all’impegno di Budrio Più, promotore della rassegna, questi eventi hanno rafforzato il senso di comunità e stimolato riflessioni condivise.

Elezioni USA e Letteratura Nordamericana

Il 6 novembre 2024, il focus si è spostato sugli Stati Uniti con un incontro sui risultati delle elezioni presidenziali. Gianluca Passarelli, docente della Sapienza Università di Roma, e Margherita Carlotti, esperta di letteratura nordamericana, hanno offerto una prospettiva approfondita sui cambiamenti politici e culturali oltreoceano.

Il Valore dell’Acqua

Il 3 dicembre 2024, si è discusso del rapporto dell’uomo con l’acqua e della sua gestione sostenibile. Marcella Cocchi, giornalista del Quotidiano Nazionale, ha dialogato con Giulio Boccaletti, autore di Siccità. Un paese alla frontiera del clima, fornendo spunti preziosi sull’impatto dei cambiamenti climatici.

Jazz di Natale a Budrio

Il 13 dicembre 2024, il Michela Calzoni Quartet, accompagnato dal sax di Piero Odorici, ha regalato una serata all’insegna del jazz natalizio. Un evento che ha saputo coniugare la magia della musica con la voglia di stare insieme.

Prossimo evento: Antifascismo senza Retorica

Il prossimo appuntamento è previsto per il 16 gennaio 2025 alle ore 20:45, con la presentazione del libro Storie di antifascismo senza retorica di Max Collini e Arturo Bertoldi. Oltre agli autori, interverranno la sindaca Debora Badiali e la storica Cinzia Venturoli. Sarà un’occasione importante per riflettere su temi storici e attuali, aperta a tutta la cittadinanza.

Budrio Più non si ferma qui.

Nei prossimi mesi, altri incontri arricchiranno il calendario culturale, con ospiti di spicco come Walter Veltroni, che contribuiranno ad approfondire argomenti di interesse pubblico.

Invitiamo tutti a seguire le iniziative future e a partecipare attivamente, continuando a costruire insieme una comunità basata su dialogo, inclusività e cultura.


Un secolo fa il discorso di Mussolini che sancì la nascita del regime fascista

Alla fine del 1923 il deputato socialista Giacomo Matteotti consegnò alle stampe il volume Un anno di dominazione fascista, un dettagliato resoconto delle violenze fasciste, uno strumento di denuncia e un richiamo alla necessaria reazione unitaria nei confronti della drammatica minaccia all’ordinamento democratico. Nel testo sono elencati gli atti di violenza messi in pratica dai fascisti, soprattutto contro la classe operaia, contro i ceti più deboli e meno protetti: moltissimi si svolsero proprio nei nostri territori.

Il 21 luglio 1923 entrò in vigore la nuova legge elettorale, la “Acerbo”, che stabiliva un cospicuo premio di maggioranza: la lista che avesse conseguito il 25% dei voti validi avrebbe ottenuto due terzi dei 535 seggi della Camera dei deputati.

Il 6 aprile 1924, durante le elezioni politiche i fascisti misero in atto intimidazioni, violenze, coercizioni che Giacomo Matteotti denunciò puntualmente alla Camera il 30 maggio in un discorso preciso e appassionato che venne interrotto più e più volte dai fascisti. (http://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed004.pdf)

Il deputato socialista terminò dicendo; “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”.

Matteotti stava scrivendo un intervento rispetto alla gestione dell’economia da parte dei fascisti, discorso che non pronuncerà mai perché il 10 giugno 1924 fu rapito e ucciso dai fascisti.

Il 3 gennaio 1925 Benito Mussolini, in un discorso alla Camera si assunse la responsabilità morale e politica del delitto Matteotti dichiarando:

“Ebbene, io dichiaro qui al cospetto di questa assemblea ed al cospetto di tutto il popolo italiano che assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il Fascismo è stato un’associazione a delinquere, se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico, morale, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento fino ad oggi. “ (Scritti e Discorsi di Benito Mussolini, Edizione definitiva, vol. V,  Ulrico Hoepli Editore Milano 1934-XIII  https://it.wikisource.org/wiki/Italia_-_3_gennaio_1925,_Discorso_sul_delitto_Matteotti)

Fu un passaggio per la costruzione del regime totalitario fascista che vide una fondamentale tappa nelle leggi Fascistissime (1925-1926) con le quali, fra le altre cose,  vennero definitivamente abolite le libertà di stampa, di opinione e di parola; vennero messi furi legge  tutti i partiti,  il Partito Nazionale Fascista fu trasformato in organo dello stato attraverso la costituzione del Gran Consiglio del Fascismo; furono istituiti il confino di polizia per gli antifascisti, il Tribunale Speciale per la Sicurezza dello Stato con competenza sui reati contro la sicurezza dello Stato e l’OVRA, la polizia segreta. (https://www.senato.it/node/84713/printable/print)

Per saperne di più


Storia e memoria della strage di Sabbiuno del dicembre 1944

Anche il Comune di Budrio, rappresentato dalla consigliera Cinzia Venturoli, era presente alle commemorazioni della strage di Sabbiuno che si sono tenute domenica 15 dicembre.

Alla fine dell’estate del 1944 si credeva imminente la liberazione di Bologna e del territorio circostante e per questo motivo fu dato l’ordine ai partigiani di convergere a Bologna per l’insurrezione in vista della liberazione della città, ma l’avanzata degli Alleati si fermò e I partigiani si trovarono in grave difficoltà: in città i gappisti si trovarono bloccati nelle loro basi, molti partigiani cercarono di dislocati nelle campagne della Bassa, presso famiglie di contadini. Sugli Appennini gli scontri e le stragi di civili si fecero sempre più frequenti. I nazisti minarono gli impianti di pubblica utilità, acquedotto, luce, gas. Fu ampliato il periodo di coprifuoco, i controlli divennero sempre più pressanti.

Fu in questo periodo, nei mesi di ottobre e novembre, in cui si ebbero le principali battaglie all’interno della città di Bologna. Nel territorio di Budrio, avvenne l’eccidio di Vigorso.

Nel dicembre 1944 venne deciso di eliminare i partigiani rastrellati dai nazisti tedeschi e dai fascisti italiani nella zona nord est di Bologna fra Anzola, Calderara di Reno e Amola di Piano, i gappisti e i partigiani che avevano partecipato alla battaglia di Porta Lame e che erano detenuti nelle carceri di Bologna. Il 14 e il 23 dicembre 1944 due gruppi di prigionieri, a piedi o su camion coperti, furono scortati a Sabbiuno dove furono fucilati. Il 22 dicembre molti incarcerati vennero avviati, nei carri bestiame, verso il Brennero e di lì verso Mauthausen-Gusen da dove molti di loro non tornarono. Di qui in poi cadde il silenzio, nemmeno i familiari furono informati della sorte dei loro congiunti. «Il Resto del Carlino», solitamente molto solerte nella campagna antipartigiana, non pubblica nulla sugli eccidi: è una precisa applicazione del decreto “Notte e nebbia” e la guerra antipartigiana diviene sempre più una guerra di annientamento.

Da un saggio di Alberto Preti (Sabbiuno di Paderno, dicembre 1944) risulta che a Sabbiuno furono sicuramente trucidate 58 persone. Fra questi due partigiani nati o residenti a Budrio, come si può leggere nel Dizionario dei partigiani e degli antifascisti:

  • Strazzari Anselmo, nato il 16/12/1916 a Budrio – partigiano, coltivatore diretto. Milita nel battaglione Pasquali della 4. Brigata Garibaldi Venturoli operando a Budrio. Il 28/11/1944 è rastrellato con numerose altre persone. Dopo una breve detenzione nel carcere di S. Giovanni in Monte, è ucciso nell’eccidio di Sabbiuno di Paderno. [Diz. V]
  • Vanti Ettore, n. il 6/03/1924 a Granarolo Emilia – partigiano. Nel 1943 residente a Budrio. Operaio. Milita nel battaglione Pasquali della 4 Brigata Garibaldi Venturoli operando nella pianura bolognese. E’ fucilato dai tedeschi a Sabbiuno di Paderno.

E’ molto probabile che nei mesi successivi vennero uccise o gettate nei calanchi di Sabbiuno altre persone.

Il 6 febbraio 1973 venne inaugurato il monumento ai caduti di Sabbiuno. Il sacrario era stato progettato dal Gruppo Architetti Città Nuova (Letizia Gelli Mazzucato, Umberto Maccaferri, Gianpaolo Mazzucato, Giancarlo Mattioli) che, come le maestranze che costruirono, prestò la propria opera a titolo gratuito.

https://www.storiaememoriadibologna.it/resistenza/monumenti/monumento-memoriale-di-sabbiuno

Ora Sabbiuno è un importante luogo di memoria ed ogni anno quelle persone uccise dai fascisti e dai nazisti vengono ricordate e con loro viene celebrata la lotta pe la Liberazione, per la pace, per la democrazia.

Per saperne di più:

http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Sabbiuno%20di%20Paderno%201944.12.14.pdf

https://www.storiaememoriadibologna.it/eccidio-di-sabbiuno-del-monte-di-paderno-bologna-62-evento

http://resistenzamappe.it/extraurbani/bologna_nord_repressione/battaglia_e_rappresaglia_sabbiuno

https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/events/decine_di_partigiani_fucilati_a_sabbiuno_di_paderno

https://www.comune.bologna.it/iperbole/monumentosabbiuno/index.html

https://www.raiplaysound.it/audio/2021/12/WIKIRADIO-2eb838c3-d738-4644-ab4b-2fca064a4936.html


Dal Consiglio comunale, forte preoccupazione per la manovra finanziaria del Governo

REDAZIONE

Novembre 28, 2024| consiglio comunale|By REDAZIONE

In consiglio comunale è appena stata approvata a maggioranza una mozione proposta dal gruppo Apriti Budrio sui temi della legge di bilancio in discussione in parlamento in queste settimane, proposto dal governo guidato da Giorgia Meloni. Ne riportiamo integralmente il testo:

Il Consiglio comunale di Budrio

Considerato che

lo scorso 23 ottobre si è avviato alla Camera dei deputati l’iter di approvazione del disegno di legge di bilancio 2025 e che nel testo trasmesso al Parlamento è contenuta la previsione di una riduzione della spesa corrente degli enti locali dal 2025 al 2027 di 3 miliardi e 710 milioni euro, riduzione che segue il taglio di 1 miliardo e 300 milioni sempre sulla spesa corrente degli enti locali inflitta dalla legge finanziaria del 2024;

Rilevato che

il taglio sulla spesa corrente degli enti locali incide in maniera profonda sull’erogazione dei servizi alle cittadine e ai cittadini, dai servizi di welfare al verde pubblico, dalle utenze alle manutenzioni, senza ovviamente tralasciare anche spese per il personale;

Precisato che

tagliare risorse di spesa corrente sul welfare locale significa costringere le amministrazioni pubbliche a mettere in discussione la quantità dell’erogazione dei servizi  per l’infanzia, i servizi per l’assistenza educativa scolastica per alunne e alunni con disabilità, i servizi per l’assistenza delle fragilità delle persone adulte e anziane e contestualmente significa costringere le amministrazioni pubbliche ad aumentare le rette di accesso a servizi quali il trasporto scolastico, i servizi di anticipo o posticipo scolastici, l’accesso ai centri diurni, la refezione scolastica o domiciliare;

Specificato che

il disegno di legge in discussione prevede contestualmente una corposa diminuzione delle entrate per le pubbliche amministrazioni, considerata la proroga della riforma Irpef a tre scaglioni e l’estensione del taglio del cuneo fiscale, due misure che solo nel 2025 significheranno una minore entrata della pubblica amministrazione per 12,2 miliardi di euro.

Aggiunto che

il disegno di legge in discussione prevede contestualmente gravi tagli alle spese del personale delle pubbliche amministrazioni (con il blocco del  turn over fissato al 75%, ovvero -159 milioni nel solo 2025), tagli alla messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico (-200 milioni) , tagli all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla messa in sicurezza di scuole, strade ed edifci pubblici (-115 milioni nel solo 2025), tagli ai progetti di rigenerazione urbana (-200 milioni, 2027-2029), tagli ai fondi per investimenti comunali veicolati dalle Regioni (-913,5 milioni, 2025-2029), tagli al fondo dello sviluppo industriale dell’automotive (-4,6 miliardi, 2025-2030),

esprime

grave preoccupazione per la manovra finanziaria in discussione che sta generando profonda difficoltà nella costruzione dei bilanci dei Comuni, in particolari dei comuni più piccoli, e ancora più profonda difficoltà nell’interlocuzione con la cittadinanza che, a fronte di un aumento significativo nella richiesta di sostegno e assistenza delle diverse fragilità e povertà, vedrà la contrazione di servizi e/o l’aumento delle tariffe di accesso ai servizi;

si unisce

alle tante voci della società civile e produttiva del Paese che in questi giorni stanno manifestando le proprie preoccupazioni verso la finanziaria in discussione, dalle organizzazioni sindacali Cgil e Uil a Confindustria, dal Forum del Terzo settore ad Alleanza contro la povertà,

chiede

al Governo di valutare come segno strategico, già dal prossimo anno, lo stanziamento di maggiori risorse a sostegno del welfare, quali ad esempio l’aumento del fondo per l’assistenza ai minori e del fondo per la non autosufficienza, il rifinanziamento dei fondi a sostegno dell’abitare, a partire dal Fondo nazionale di Sostegno all’affitto e dal Fondo per la morosità incolpevole;

al Governo di prevedere un sostegno finanziario e normativo dei comuni e del loro associazionismo per la gestione di servizi e funzioni, e di reintrodurre quelle forme di sostegno ai Comuni per progettazioni e investimenti;

ai Parlamentari e alle Parlamentari nazionali eletti ed elette nel territorio, alle e ai componenti del Governo provenienti dalla nostra Città metropolitana di sostenere tali contenuti e richieste, promuovendo iniziative tese ad ottenerne l’accoglimento in sede politica e parlamentare;

ai Parlamentari e alle Parlamentari di chiedere l’avvio, in collaborazione con ANCI e UPI un sostanziale disegno di legge che consenta di rivedere il quadro normativo in tema di finanza locale con l’obiettivo di dare agli Enti Locali strumenti e possibilità per poter garantire servizi e funzioni che oggi sono messi drammaticamente a rischio;

al Sindaco di farsi promotore del presente Ordine del giorno nelle occasioni di incontro e confronto con gli interlocutori e le interlocutrici sopra menzionati e menzionate.


È appena trascorsa la giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne. L'intervento in Consiglio comunale

REDAZIONE

Novembre 28, 2024| consiglio comunale|By REDAZIONE

Nel 1981 si decise di celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la data del 25 novembre fu scelta in memoria delle sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, tre attiviste politiche stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate per il loro impegno contro la dittatura nella Repubblica dominicana.

Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1993[1], la violenza contro le donne è “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.

Con l’espressione violenza di genere si indicano quindi tutte le forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio.

La violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo allo sviluppo, alla pace.  Secondo il Consiglio d’Europa, la violenza contro le donne rappresenta «una delle espressioni più pronunciate dello squilibrio di potere tra donne e uomini, costituendo allo stesso tempo una violazione dei diritti umani e uno dei principali ostacoli all’uguaglianza di genere»

Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3

In Italia i dati Istat [2] hanno mostrato che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici.

Secondo uno studio dell’OMS e della Banca Mondiale, la violenza domestica è la causa principale di morte o di lesioni gravi per donne tra 16 e 44 anni

Il Report “Violenza sulle donne” del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, aggiornato all’8 marzo 2024, evidenzia che nel 2023 le vittime di violenza sessuale sono state 6.062, di cui il 91% donne.

Nel 2024, oltre 90 donne sono state uccise per motivi di gelosia o di possesso dai loro partner o ex, i tentati femminicidi sono al momento 44, a cui si devono aggiungere molestie, stalking, minacce e violenza psicologica e sessuale. Per il 94% gli aggressori sono italiani.

Purtroppo, si continuano ad evidenziare risposte inadeguata nell’affrontare questa violenza, spesso basate su stereotipi patriarcali del rapporto uomo/donna.

Con patriarcato si indica un sistema sociale, culturale, politico, economico in cui gli uomini predominano nello spazio pubblico e in quello privato, ed esercitano il potere anche attraverso il controllo sulla donna, sul suo corpo e sulla sua vita. Il patriarcato non è ideologia ma è ancora una realtà fatta di squilibri che persistono e di stereotipi fra i quali quelli che portano le donne a sentirsi colpevolizzate tanto che, sovente, le vittime di violenza non denunciano e se pur lo fanno rischiano di essere vittime due volte a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che caratterizzano questo tipo di violenza. Molte donne non denunciano, soprattutto se la violenza viene dal partner, assistiamo quindi al fenomeno del  victim blaming, cioè la colpevolizzazione della vittima che si verifica sia all’interno  della famiglia sia  nella società: non è più il responsabile delle violenze a essere biasimato, ma chi ha subito i soprusi. Da due recenti indagini condotte in Italia (Action Aid, 2023; ISTAT, 2019) emerge come più del 20% delle persone intervistate creda che le donne possano provocare una violenza sessuale mostrando un abbigliamento o un comportamento provocante, circa il 15% che le donne che hanno subìto una violenza sotto l’effetto di sostanze, alcoliche o stupefacenti, siano responsabili per quanto accaduto e che tra il 39% (Istat, 2019) e il 78% (Action Aid, 2023) crede che una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo desidera. Il victim blaming oltre ad essere la prima causa della mancata denuncia delle violenze subite, è considerato una delle possibili forme di vittimizzazione secondaria, ossia un’ulteriore vittimizzazione, successiva a quella primaria subìta dall’aggressore, che assume la forma dello screditamento, della mancanza di supporto e dell’attribuzione di colpa da parte di istituzioni, media e persone che circondano la vittima[3].

Secondo ricerca di ActionAid in collaborazione con Osservatorio di Pavia e B2Research[4], l’84% tra le donne che subito violenza dichiara di non aver ricevuto o non aver cercato aiuto e sostegno. Le ragioni indicate sono: vergogna, mancanza di informazioni su chi contattare, timore di non ottenere il supporto necessario o paura di ritorsioni da parte dell’autore della violenza.

Le leggi contro la violenza di genere perseguono tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Ma le leggi vanno applicate e sono necessari investimenti, di denaro e di forze, affinché raggiungano il loro scopo.

Sono necessarie azioni per “promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini” così come troviamo scritto nella Convenzione di Istanbul, nata in seno al Consiglio d’Europa nel 2011, ratificata  dall’Italia nel 2013 e entrata  ufficialmente in vigore  anche dell’Unione europea a partire dal 1 ottobre 2023. I motivi della violenza sulle donne vanno cercati anche nella rottura degli equilibri millenari e nella ricerca di libertà e autodeterminazione delle donne stesse. È un tema quindi di cittadinanza.

Oltre alle leggi che puniscono la violenza si devono quindi mettere in atto azioni di reale protezione delle vittime e di prevenzione che si deve concretizzare sul terreno dell’educazione culturale, una educazione permanente che deve però avere una tappa fondamentale nel lavoro con bambini, bambine e adolescenti sui temi dell’educazione al rispetto, all’affettività, alle differenze di genere. Non è più quindi rimandabile l’introduzione nelle scuole di ogni ordine e grado, l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale. L’Italia è fra le poche nazioni europee insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, che non ha questo tipo di programmi educativi: tra il 1977 e il 2019 ben sedici proposte parlamentari hanno tentato di introdurre l’educazione sessuale nelle scuole senza riuscirvi mentre la stessa convenzione di Istambul specifica la necessità  di includere “nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali”.

Sonoinfine necessari immediati stanziamenti per incrementare l’azione dei consultori e dei Centri antiviolenza che sono presidio fondamentale di tutela, accoglienza e prevenzione socioculturale, per la formazione obbligatoria di tutte le operatrici e gli operatori pubblici, per la formazione delle e degli insegnanti, per il Reddito di libertà per tutte le vittime non autonome.

Crediamo che possiamo e dobbiamo impegnarci, da subito, giorno per giorno, da amministratori e amministratrici, da cittadini e cittadine per mettere in campo ogni azione che ponga fine a discriminazione, prevaricazione, violenza, perpetrazione di stereotipi tossici al fine di stroncare finalmente ogni forma di violenza, per costruire una democrazia veramente paritaria ed una società solidale, coesa in cui le persone di ogni genere e orientamento sessuale possano vivere ed esprimersi in perfetta sicurezza e armonia.

[1] https://unipd-centrodirittiumani.it/it/archivi/strumenti-internazionali/dichiarazione-sulleliminazione-della-violenza-contro-le-donne-1993

[2] https://www.istat.it/statistiche-per-temi/focus/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/il-numero-delle-vittime-e-le-forme-di-violenza/

[3] https://it.in-mind.org/article/se-le-cercata-il-victim-blaming-nei-confronti-delle-vittime-di-violenza-di-genere?page=2

[4] https://www.actionaid.it/informati/press-area/serve-andare-oltre-le-parole


Giulio Boccaletti a Budrio

L’Ora Blu presenta: “Il nostro rapporto con l’acqua"

In un mondo in continua trasformazione a causa dei cambiamenti climatici, il nostro legame con l’acqua non è mai stato così essenziale.

Per approfondire questo tema cruciale, L’Ora Blu, una rassegna di incontri culturali e di attualità promossa e organizzata da BudrioPiù, propone un appuntamento speciale dal titolo “Il nostro rapporto con l’acqua”, in programma il 3 dicembre 2024, alle ore 20:45, presso le Torri dell’Acqua di Budrio, in via Benni 1.

Un dialogo d’eccezione
Protagonista della serata sarà Giulio Boccaletti, scienziato e autore del libro Siccità. Un paese alla frontiera del clima”. Con la moderazione di Marcella Cocchi, giornalista del QN Quotidiano Nazionale, Boccaletti affronterà tematiche fondamentali come la gestione delle risorse idriche, il loro impatto sulla nostra vita quotidiana e il ruolo dell’acqua in un futuro sempre più incerto.

Chi è Giulio Boccaletti?
Giulio Boccaletti è riconosciuto come uno dei maggiori esperti globali di sicurezza ambientale e gestione delle risorse naturali. Con oltre 15 anni di esperienza in questo settore, Boccaletti ha un curriculum impressionante:

  • Laureato all’Università di Bologna e con un Dottorato di Ricerca presso la Princeton University;
  • Ricercatore al MIT e direttore di The Nature Conservancy, dove ha guidato programmi idrici in oltre 70 Paesi;
  • Ricercatore associato onorario presso l’Università di Oxford;
  • Membro onorario del Comitato Scientifico del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

Il suo libro “Acqua: una biografia” è stato scelto da The Economist come uno dei migliori libri del 2021, consacrandolo come voce autorevole sulla sicurezza idrica.

Perché partecipare?
La serata rappresenta un’occasione unica per riflettere sul valore dell’acqua nel contesto attuale e futuro. Durante l’evento, Boccaletti porterà non solo la sua vasta conoscenza scientifica, ma anche una visione pratica e globale sulla gestione delle risorse idriche. Dalla crisi climatica alle strategie di sostenibilità, sarà un viaggio attraverso sfide e soluzioni concrete che riguardano ognuno di noi.

L’incontro, a ingresso libero, è un invito ad approfondire un tema che non tocca solo la nostra quotidianità, ma anche il destino del nostro pianeta.

 

Dettagli dell’evento
📅 Quando: 3 dicembre 2024
🕗 Orario: 20:45
📍 Dove: Torri dell’Acqua, Budrio (via Benni, 1)
🎟 Ingresso: Libero

Alcune foto della serata a Budrio