Torna la Festa de l'Unità, quest'anno dal 21 al 25 aprile

Si terrà da venerdì 21 a martedì 25 aprile 2023 la FestUnità di primavera, in bocciofila a Budrio, Via Zenzalino nord, 7

Domenica 23 e martedì 25 aprile il ristorante sarà aperto anche a pranzo.

Sarà possibile l’ASPORTO:
a pranzo dalle 11.00 alle 12.00 e a cena dalle 18.45 in avanti.

Piatti di mare, piatti siciliani e le specialità dei tortellini e delle rane

Info e prenotazioni al 353 4392710

Qui sotto il menu e l’appuntamento di domenica 23 a pranzo con Stefano Bonaccini. Non mancate!


Audizione di Avviso pubblico, enti locali contro le mafie.

 Si è svolta ieri sera presso la Sala Consiliare una udienza conoscitiva della Commissione Consiliare Sviluppo economico, sui temi della legalità, del contrasto alle mafie e sul tema del gioco d’azzardo.

Qui la registrazione della seduta su YouTube

In audizione nella commissione sono intervenuti:

  • Angela Di Pilato, Coordinatrice Area Metropolitana per Avviso Pubblico e Assessora del Comune di Valsamoggia: il Comune di Budrio è da molti anni Socio di Avviso pubblico, che è un’Associazione di Enti pubblici, Comuni, e Città Metropolitana, Regioni nata con lo scopo di agire e contrastare la criminalità organizzata e le infiltrazioni mafiose. Le infiltrazioni mafiose si insinuano nelle macchine organizzative delle istituzioni e agiscono la dove le economie sono piu floride Uno dei temi fondanti  più importanti dell’Associazione è far opera di sensibilizzazione, far conoscere le buone pratiche, anche scambiarsi le buone pratiche, attivarsi per formarsi ed educare alla cittadinanza responsabile e consapevole.

Una delle ultime azioni di Avviso pubblico è la partecipazione di una ulteriore rete che è il  “Protocollo d’intesa sulla Legalità” siglato a febbraio 2023 da Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna, Università di Bologna, Sindacati CGIL – CSIL – UIL, Associazione Libera Bologna ed Avviso Pubblico Bologna, Prefettura di Bologna. L’obiettivo è la costituzione di un Tavolo metropolitano permanente della legalità,  per contrastare e prevenire le infiltrazioni mafiose, contrastare il lavoro irregolare e promuovere la cultura della legalità che si impegnerà, a promuovere la cultura della legalità e la cittadinanza attiva e responsabile .

  • Massimo Masetti, vicesindaco del Comune di Casalecchio di Reno quale componente del comitato direttivo nazionale di Avviso Pubblico, ha presentato l’ “Appello per il riordino del settore gioco d’azzardo in Italia”.  Sono stati presentati i dati drammatici che riguardano il gioco d’azzardo, oramai fonte primaria degli introiti delle mafie che supera quella delle droghe ( relazione Commissione Parlamentare antimafia ) e il numero impressionante dei dipendenti patologici dal gioco il doppio dei dipendenti patologici di eroina. 

La richiesta, da parte di tutti gli Enti che aderiranno all’appello , è di mettere ordine nel comparto gioco d’azzardo in Italia. Si ritiene non più rinviabile l’approvazione di una legge di riordino del settore che preveda il coinvolgimento di tutti gli attori in campo e che metta al centro la salute delle persone anche a discapito dell’entrata erariale. Vista l’attuale situazione è indispensabile ridurre l’offerta di gioco d’azzardo e avviare una riflessione sui limiti di pericolosità in termini di dipendenza dei giochi autorizzati dallo Stato. Che vengano valutati i parametri di pericolosità dei giochi ed in base a questi si operi una scelta vietando i giochi a maggiore pericolosità di dipendenza.

  • la Polizia Locale, Il Comandante Morrone ha riferito dell’attività svolta sul controllo monitoraggio sul nostro territorio.

La sindaca Debora Badiali ha ricordato i provvedimenti assunti 10 anni fa dal Comune di Budrio fa nei confronti del contrasto al gioco d’azzardo e del metodo di lavoro assunto su questi temi a partire dal bisogno di approfondimento. È importante la condivisione di buone pratiche tra i Comuni, a partire dalle esperienze più consolidate sull’opera di sensibilizzazione ed educazione.

Questa, è stata un’importante tappa dell’impegno di questa Amministrazione per la diffusione e sensibilizzazione su questi temi, a partire  dalla conoscenza e l’approfondimento. Prossimo appuntamento sarà la presentazione dell’appello sul gioco al prossimo consiglio comunale.

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"Cessate il fuoco!" e i diritti negati delle donne. Le due mozioni approvate in Consiglio

Nel Consiglio comunale di martedì 28 febbraio, insieme a importanti delibere che riguardano l'attività amministrativa, il gruppo di maggioranza Apriti Budrio ha proposto alla discussione due mozioni, poi approvate all'unanimità, su temi molto sentiti e che posizionano ancora una volta Budrio dalla parte dell'Ucraina occupata e aggredita militarmente e della sua popolazione civile, del rispetto delle donne e dei diritti umani.
Ecco i due testi che riportiamo integralmente:

Cessate il fuoco!

Il Comune di Budrio (Bologna)

Considerato che l’andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione;

Considerato che questa terribile e inconcepibile ferita dell’umanità, anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi;

Profondamente colpiti dall’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, per le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori;

Considerato che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica e il rischio di un’escalation nucleare aumenta fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale;

chiede al Presidente della Federazione Russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte;

chiede al Presidente dell’Ucraina di essere aperto a serie proposte di pace;

chiede con insistenza a tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo.

Dopo un anno di guerra, si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore!


 

“I diritti negati delle donne – Focus - Iran e Afghanistan”

“AGAINST - CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA PERPETRATA AI DANNI DEI CITTADINI E DELLE CITTADINE IN IRAN E AFGHANISTAN”

Il Consiglio comunale di Budrio (Bologna)

PREMESSO CHE

Il 15 agosto 2021 e il 16 settembre 2022 rappresentano due date cruciali che hanno determinato uno stravolgimento del panorama internazionale globale e hanno segnato e continuano a segnare la storia di due Paesi, l’Afghanistan e l’Iran, e con loro la vita e le sorti di intere generazioni di donne, ragazzi e bambini;

il ritiro delle truppe americane da Kabul ed il conseguente ritorno al potere dei talebani ha significato per donne e bambine afghane la perdita di ogni diritto conquistato negli ultimi 20 anni;

il regime segregazionista talebano ha imposto una serie di divieti che di fatto annullano qualsiasi possibilità di vita fuori dalle mura domestiche per le donne e le bambine afghane, tra cui:

  • -  divieto assoluto di lavorare e di svolgere professioni, solo alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni ospedali di Kabul,
  • -  divieto assoluto di uscire di casa se non accompagnate da un mahram (parente stretto: padre, fratello o marito),
  • -  divieto di trattare con negozianti di sesso maschile,
  • -  divieto di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative (i talebani hanno convertito lescuole femminili in seminari religiosi),
  • -  obbligodiindossareillungovelo(Burqa)chelecopredacapoapiedi,
  • -  frustrate, percosse, invettiva verbale, sono la punizione per quelle donne che non vestono secondo le regole imposte dai talebani, o che non sono accompagnate da un mahram,
  • -  frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte,
  • -  lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio(anche se vittime di violenza sessuale,
  • -  divieto di uso di cosmetici. (A molte donne con unghie dipinte sono state tagliate le dita), divieto di parlare o di dare la mano a uomini diversi da un mahram, divieto di ridere ad alta voce. (Nessun estraneo dovrebbe sentire la voce di una donna), divieto di portare tacchi alti poiché producono suono quando camminano (un uomo non deve sentire i passi di una donna),
  • -  divieto di andare in taxi senza un mahram, divieto di apparire in radio, televisione, o in incontri pubblici di qualsiasi tipo, divieto di praticare sport o di entrare in un centro sportivo o in un club, divieto di andare in bicicletta o motocicletta, anche con il mahram,
  • -  divieto di indossare vestiti di colori vivaci, in quanto «colori sessualmente provocanti», divieto di incontrarsi in occasioni di festa o per scopi ricreativi, divieto di lavare i vestiti vicino a fiumi o in luoghi pubblici,
  • -  modifica di tutti i nomi di luogo inclusa la parola «donna». Per esempio, i «giardini per donne» sono stati chiamati «giardini di primavera», divieto di apparire sui balconi delle loro case e oscuramento di tutte le finestre in modo che le donne non possano essere viste dall'esterno, divieto per i sarti maschili di prendere misure per le donne o cucire vestiti femminili, divieto di utilizzare pantaloni larghi, anche sotto il burqa,
  • -  chiusura di tutti i bagni pubblici femminili,
  • -  divieto per uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus. Sui bus si può leggere «per soli uomini»(o «per sole donne», ma le donne non possono viaggiare senza accompagnatore ...),
  • -  divieto di essere fotografate o filmate,
  • -  divieto di stampare su giornali e libri foto di donne o di appenderle sulle pareti delle case o nei negozi.

In Iran, dopo la morte di Masha Amini, la 22enne curdo-iraniana, avvenuta il 16 settembre scorso, a seguito della detenzione in un centro della polizia morale in cui era stata rinchiusa per non aver indossato correttamente il velo, si susseguono manifestazioni e proteste e si registrano:

  • -  oltre 520 manifestanti uccisi negli scontri con la polizia,
  • -  19.000 persone arrestate,
    - esecuzioni e impiccagioni di giovani, tra loro Hadis Najafi,20 anni, Nika Shakrami,17 anni,Hannaneh Kia, 23 anni, Mahdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini, 22 e 23 anni.

Ai sensi dell’articolo 638 del codice penale islamico iraniano, qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza è punito con la reclusione da dieci giorni a due mesi o 74 frustrate. Le donne che vengono viste in pubblico senza velo sono passibili di reclusione da dieci giorni a due mesi o multa in contanti. La legge si applica alle bambine di nove anni, che è l’età minima di responsabilità penale per le ragazze in Iran; tuttavia, le autorità impongono il velo obbligatorio alle bambine di sette anni, quando iniziano la scuola elementare.

CONSIDERATO CHE

Numerosi Comuni italiani nel corso degli ultimi mesi hanno già adottato mozioni e ordini del giorno di Consiglio comunale aventi ad oggetto le drammatiche condizioni delle popolazioni afghane e iraniane, in particolare delle donne, per esprimere una ferma condanna nei confronti di tali repressioni violente, sostegno e rispetto dei diritti umani a partire dall’uguaglianza tra uomini e donne e dalla libertà di espressione;

il Governo italiano, attraverso il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha duramente condannato, convocando l’ambasciatore dell’Iran, quanto sta accadendo nel Paese;

l’Unione europea, attraverso l’Alto Commissario per la politica estera e la sicurezza comune e Vicepresidente della Commissione, Josep Borrel, ha inserito il rispetto dei diritti umani, in particolare dei diritti delle donne, tra i parametri imprescindibili per la cooperazione con qualsiasi futuro governo afghano,

l'Unione europea si definisce "scioccata" per le esecuzioni sommarie in Iran e invita ancora una volta il regime iraniano ad annullare le sentenze di condanna a morte già pronunciate nel contesto delle proteste in corso da metà settembre e "a garantire un giusto processo a tutti i detenuti" e "fa appello all'Iran affinché rispetti rigorosamente gli obblighi sanciti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui l'Iran è parte. I diritti fondamentali, compresi i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, devono essere rispettati in ogni circostanza",

oggi come ieri il principale compito della diplomazia delle città è promuovere valori universali partendo dalle comunità locali, che sono chiamate ad interpretare un ruolo che va ben oltre i confini del singolo Comune,

il ruolo dei Sindaci nella difesa della democrazia e della pace è in costante crescita: i Sindaci e le città sono in prima linea nell’accoglienza e nell’aiuto, ispirano la loro azione alla solidarietà e al rispetto dei diritti umani e sono vere e proprie “palestre di democrazia” e baluardi da opporre ai rigurgiti autoritari in essere,

IMPEGNA

Il Sindaco e l’Assessore competente a

  • aderire alla campagna promossa dall’ANCI in vista della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo 2023 con informazioni e sensibilizzazione su questo tema durante l’anno, per riflettere sulla condizione femminile in Afghanistan e Iran;
  • promuovere iniziative di informazione sui diritti negati nei confronti delle donne, delle ragazze e delle bambine in Afghanistan e Iran, coinvolgendo tutti i soggetti attivi del territorio, in particolare i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado;
  • favorire l'impegno della Consulte delle Donne ad azioni di informazione e approfondimento, anche attraverso un tavoli con i rappresentanti e le rappresentanti della politica e della società civile, con il coinvolgimento delle donne rifugiate afghane o testimoni del regime iraniano;
  • inoltrare la presente al titolare dell’Ambasciata della repubblica islamica dell’IRAN esprimendo la solidarietà alle donne iraniane e al popolo iraniano che manifesta pacificamente per la salvaguardia delle libertà fondamentali e chiedendo con forza la cessazione delle esecuzioni capitali e dell’uso sproporzionato della forza contro i manifestanti non violenti nonché di rispettare rigorosamente i principi sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, di cui l’Iran è parte;
  • inoltrare la presente al Presidente del Senato della Repubblica se. Ignazio La Russa e al Presidente della Camera dei Deputati on. Lorenzo Fontana, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metzola, alla Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen, affinché promuovano una moratoria tesa ad inserire gli autori di tali violenze nelle liste dei terroristi internazionali.

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Qui di seguito riportiamo l'intervento del Consigliere di Apriti Budrio Davide Poli su questa mozione:

Ero già intervenuto sulla mozione riguardante l’Iran e in questo caso ci tenevo a fare alcune considerazioni perché il tema dell’Afghanistan mi ricorda il periodo vissuto nell’agosto 2021 che ha visto la fine di 20 anni di intervento a cui ha partecipato anche l’Italia con costi soprattutto umani, quelli economici erano scontati, ma quelli umani sono più dolorosi.

Qui si apre un’ampia possibilità di riflessione su come si fa a radicare una democrazia, perché di questo poi si tratta. La democrazia infatti consente in generale una maggiore difesa di questi diritti, poi chiaramente anche noi abbiamo una storia di lotte faticose, ad esempio per il diritto di voto (sottointeso alle donne), che è arrivato tardissimo in Italia, rispetto ad altri paesi. Non è detto quindi che la democrazia, in se e per se, garantisca i diritti delle donne, ma è un presupposto basilare che consente sicuramente una maggiore facilità di difesa.

In questi due paesi (sottointeso Afghanistan e Iran) purtroppo manca la democrazia per tutti e soprattutto, come diceva il Consigliere Procopio, il fondamentalismo religioso, in entrambi i casi, in maniera diversa, con aspetti diversi, fa si che le donne siano ulteriormente e pesantemente penalizzate. Come scritto nella mozione siamo in presenza addirittura un regime di segregazione, che ricorda, pur senza fare paralleli troppo stetti, il regime dell’Apartheid sudafricano. 

Il termine utilizzato nella mozione rende l’idea di quella che è una situazione che purtroppo non abbiamo potuto impedire, nonostante 20 anni di attività, di investimenti anche economici, perché sono stati fatti non solo interventi militari e di sicurezza, ma anche interventi economici e di cooperazione. 

Purtoppo il grande dilemma che si pone a tutti noi, anche a me che all’epoca magari non ero così entusiasta di questo intervento di Bush, è che però alla fine vediamo come, andando via così, pur con tutte le ragioni da parte di Biden e delle altre potenze in campo, resta il fatto che la democrazia, che non si può esportare con la forza, però necessita, per ressere realizzata, di cercare una strada per aiutare questi popoli (parliamo di popoli, perché i regimi sarebbe il caso di eliminarli), a lottare per la democrazia.  

Qui si pone una grande domanda: come fare? Come fare ad aiutare questi popoli, oppressi da questi regimi, a trovare un modo per rivendicare i propri diritti. E’ una domanda alla quale io non ho risposte concrete, perché ad esempio gli aiuti umanitari rischiano di essere oggetto di ruberie da parte dei regimi stessi  e della corruzione, quindi il che fare resta un dilemma difficile da risolvere. 

E’ un punto che merita un approfondimento e un dibattito, chiaramente noi a Budrio possiamo fare poco, ma qualcosa comunque lo possiamo fare, a livello di approfondimento culturale, di dibattito, nelle sedi che verranno ritenute più opportune e quindi questa mozione penso vada nella direzione giusta per aprire un discorso al nostro interno e nella cittadinanza.

Quindi da parte mia e penso da parte di tutto il gruppo, c’è una piena condivisione della mozione.

 


Il Consiglio comunale del 28 febbraio. Gli interventi del gruppo Apriti Budrio

Si è tenuta una seduta del consiglio comunale densa di misure e votazioni, su diversi aspetti della vita di Budrio. Tutte le delibere sono state approvate all'unanimità, grazie al voto positivo espresso anche dall'opposizione.
Riportiamo qui, sinteticamente, gli interventi dei consiglieri comunali del gruppo di maggioranza "Apriti Budrio" che hanno seguito i diversi iter amministrativi delle delibere e ne hanno approfondito i contenuti e gli effetti sul territorio.
Si nota un lavoro condiviso e collaborativo con la Giunta comunale, insieme a un protagonismo inedito e positivo del gruppo di maggioranza sui temi trattati e sulle scelte dell'Amministrazione.

Andrea Quaiotto sulla modifica dello Statuto:

Ci esprimiamo sulle proposte di modifica degli articoli 10, 14 e 29 dello Statuto Comunale. Nei primi due si chiarisce l'aspetto normativo che riguarda la convocazione del consiglio comunale in forma digitale e si corregge un refuso materiale, mentre nell'articolo 29 si è intervenuti per specificare la finalità delle consulte territoriali. Si è infatti optato di cambiare la denominazione (non più consulte frazionali), prevedendo inoltre un maggior rinvio al regolamento per la definizione delle modalità organizzative e gestionali delle consulte stesse, superando la formulazione molto rigida sul numero e sui componenti della consulta che saranno stabiliti da un apposito regolamento. Quindi: miglioramento dello statuto per avere più flessibilità e adattabilità nei cambiamenti futuri, potendo organizzare le consulte secondo quella che può essere la formula migliore.

Claudio Cassani sull'ampliamento del Gruppo Comet nell'area produttiva di Cento

Innanzitutto è stata molto utile la commissione Ambiente e Territorio per l'approfondimento del tema e ringrazio l'Ing.Miceli per la chiarezza dell'esposizione. Credo sia utile evidenziare due aspetti: Il primo è che Comet SpA conferma il territorio di Budrio come sede del proprio magazzino nazionale: una scelta di portata storica. Come gruppo consigliare apprezziamo la fiducia di Comet verso il territorio di Budrio. Si tratta di un accordo favorevole per entrambe le parti: l'interesse pubblico e l'espansione dell'insediamento produttivo, peraltro con il minor consumo di suolo possibile e il miglioramento del verde pubblico nell'area. Il secondo punto non è meno importante: apprezziamo l'operato dell'Amministrazione comunale nel rendersi il più collaborativa possibile con le imprese per favorire la loro crescita sul territorio, con ricadute positive ad esempio sull'occupazione, creando quindi opportunità per il mondo economico nel modo più rapido e concreto possibile. Questo è uno dei tanti esempi di attuazione delle linee di programma dell'Amministrazione presentate a inizio mandato dalla Sindaca: un'azione che come gruppo Apriti Budrio apprezziamo e sosteniamo, ringraziando la parte politica e quella tecnica degli uffici comunali.

Francesco Coiro sulle modifiche urbanistiche per consentire la costruzione di linee elettriche a favore di impianti fotovoltaici sui territori di comuni vicini:

Tocchiamo con mano quanto la nostra società sia energivora, quanto sia importante diversificare le fonti energetiche e quanto l'indipendenza da paesi terzi esportatori di energia, spesso retti da governi non democratici, sia di primaria importanza. Con questo voto attuiamo le modifiche degli strumenti urbanistici comunali per la realizzazione di un elettrodotti fondamentali per l'allacciamento alla rete di impianti fotovoltaico nel comune di Molinella e di Granarolo. La strada da seguire sarà quella di impianti di energia rinnovabile diffusi, anche condivisi, il cui impatto, in termini di ambiente e paesaggio, dovrà essere necessariamente ridotto al minimo. Occorre quindi pensare in primis alle superfici già impermeabilizzate, ai tetti, parcheggi ecc. e, nel caso di impianti a terra, all'agrivoltaico. Chiediamo quindi alla giunta massima attenzione a operazioni di mera speculazione già arrivate e che arriveranno grazie agli allettanti incentivi statali. A Budrio stiamo già lavorando in questo senso, lo dimostra il bando regionale (L.R. 15/18) che ci ha permesso di iniziare un percorso partecipativo che affiancherà la costituzione di una vera e propria Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Il  percorso partecipativo ci permetterà di caratterizzare socialmente la futura CER, anch'essa speriamo finanziata da uno specifico bando regionale. Il percorso é aperto a tutti (cittadini, imprese, commercianti, enti, associazioni, comunità religiose e società sportive ecc) attraverso questionari, incontri pubblici, banchetti che si svolgeranno tra il 15/03 ed il 30/06). Invitiamo quindi tutti i cittadini che vogliono dire la loro ad informarsi sui canali istituzionali e a partecipare attivamente alle attività del percorso.

Giuliana Piazzi sull'intervento urbanistico a Mezzolara in via Rossini-via Donizzetti

La chiarezza espositiva in Commissione dell'ing. Miceli ci ha mostrato come siano perseguite le linee programmatiche dell'ambito 2 sulla pianificazione territoriale e in particolare sul "contenimento del consumo del suolo" "pur considerando che diverse aree sono già destinate a nuove urbanizzazioni sulla base di deliberazioni e accordi vigenti da molti anni e che nei prossimi vedranno, in gran parte, una loro realizzazione concreta”. Questo atto è in fase conclusiva e risale al 2021: sono stati raccolti tutti i pareri degli enti competenti come Arpa, Bonifica Renana, Snam, Telecom, Protezione Civile. Anhce la Città Metropolitana di Bologna ha svolto le opportune disamine e ha approvato il piano particolareggiato (è rispettato il 30% di utilizzo del suolo). La progettazione è piuttosto contenuta in una superficie di 8800 mq su Via Rossini. Il verde pubblico e il parcheggio saranno presi in carico dall’Amministrazione comunale a beneficio della comunità. Il progetto prevede anche la realizzazione di una pista ciclabile. Parliamo di una superficie utile di 1528 mq suddivisa in 9 lotti in cui saranno realizzati 18 alloggi a tre piani fuori terra che saranno costruite in Classe A3, A4, ad alto efficientamento energetico. Pensiamo che queste dimensioni siano appropriate alla frazione a all'area nel quale si inserisce. Infine, sottolineiamo come Service Cento, soggetto attuatore del piano, è una Società controllata della Fondazione Benni. Ciò significa che gli utili saranno destinati a valorizzare il patrimonio i cui proventi ricadono in parte in attività sociali sul territorio di Budrio, come indicato nel mandato statutario della Fondazione stessa: "iniziative socio-assistenziali, educative, didattiche a favore dei giovani o di soggetti in stato di disabilità fisica, psichica o sensoriale, oppure in disagiate condizioni economiche e sociali, con particolare attenzione al territorio di Budrio."

Francesco Coiro sull'uso dei fondi PNRR per la bonifica del sito Ecowater:

Con questo fondamentale passaggio ci avviciniamo a un obiettivo prioritario e fondamentale per la tutela di tutta la comunità e del territorio compreso: la messa in sicurezza ambientale del "sito orfano ECOWATER" a Prunaro. Tutto ciò è reso possibile da uno specifico bando, finanziato interamente da Next Generation UE - PNRR. Utilizziamo dunque risorse esterne, dell'Unione Europea, per risolvere un problema locale che diversamente sarebbe ricaduto interamente sulle spalle dei contribuenti budriesi. Siamo soddisfatti di questo ulteriore step e siamo certi che gli sforzi continueranno nella giusta e sperata direzione della bonifica del sito. Ringraziamo la maggior parte di "buoni" cittadini Europei, e quindi anche di "buoni" cittadini Italiani che, pagando correttamente e doverosamente le tasse, permetteranno di sanare una situazione non più posticipabile. Il beneficio che ne deriverà sarà collettivo, anche per chi, evadendo le tasse, non avrà minimamente contribuito alle operazioni di bonifica.

Daniela Donati sulle esteazioni di gas naturale di Povalley:

Argomento approfondito in Commissione con l’ingegnere Miceli, è l’ accordo quadro per gli indirizzi per il monitoraggio della sismicità e deformazioni del suolo. L'accordo che vede coinvolto il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE e riguarda i realizzati a Mezzolara nel 2017 nel podere Maiar dove si era accertata la presenza di gas naturale, perché puro al 99%. La Società Povalley con Decreto Ministeriale del 27 luglio 2022 ha ottenuto dal Ministero la cosiddetta concessione per idrocarburi che impone obblighi come la costituzione di una struttura per il monitoraggio del sottosuolo, individuata attraverso bando pubblico nell’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia (INGV). Le linee guida, quindi, trovano la loro applicazione in un accordo quadro tra Ministero, Regione Comune e INGV e prevedono la costituzione di un comitato istituito da questi 4 enti per l’attuazione del monitoraggio. I dati verranno esaminati da INGV e la sua attività verrà coperta da un fondo istituito presso il comune di Budrio e alimentato da Povalley. Il monitoraggio ambientale comprende il monitoraggio della subsidenza e il monitoraggio della microsismicità (micromovimenti della crosta terrestre) ed è svolto in 5 postazioni che sono state già localizzate e sono dispiegate tra il territorio di Molinella e di Mezzolara. Questi sono gli elementi salienti dell’accordo. Considerando le leggi stringenti che governano l'estrazione degli idrocarburi, possiamo valutare molto positivamente i lavori presentati. Il 31 gennaio l'Amministrazione ha organizzato un'assemblea pubblica a Mezzolara, con la presenza dei tecnici della Società Povalley intestataria della concessione e dei tecnici del comune: è stata spiegata tutta l’attività dal 2017 al 2022 che ha portato Povalley ad avere l’autorizzazione dal Ministero. L’Amministrazione ha concordato con la società l’impegno di aggiornare i cittadini sulla progressione delle attività e sono a disposizione dei cittadini le slide che hanno accompagnato la presentazione, nel sito del comune in avvisi-novità. Inoltre, il materiale è stato anche inviato alla Consulta di  Mezzolara.


Finalmente un nuovo dinamismo sui lavori pubblici. Gli aggiornamenti sul Piano Periferie

Nel 2016 Budrio portò a casa 6 milioni di euro per la riqualificazione dell'area della Stazione e del Magazzino Sementi, con la pista ciclabile fino al Centro protesi di Vigorso. Dopo anni di confusione e assenza di informazioni per i cittadini, i lavori oggi sono presidiati e gestiti. Non mancano i problemi, ma il piglio è quello giusto.

Sul tema Magazzino Sementi, pista ciclabile verso Vigorso e, in generale, sui lavori pubblici, si nota un cambio di passo importate dovuto ad alcune azioni specifiche:
  • riorganizzazione del settore Sviluppo del territorio
  • ricostruzione dei rapporti con le aziende appaltatrici
  • presa in carico di situazioni confuse e lasciate in stallo
  • rafforzamento della comunicazione tra Comune e cittadini, per troppo tempo senza informazioni
Ora si parte dalla priorità di sistemare l'area esterna del Magazzino Sementi liberandola dal cantiere e permetterne la piena fruibilità.
Oltre al "Piano periferie", ci sono diversi interventi allo studio e pronti a partire... Ne daremo notizia qui e sulle pagine social.
Ecco tutte le informazioni diffuse dal Comune sullo stato dell’arte:

 

MAGAZZINO SEMENTI
Riguardo al Magazzino, nei giorni scorsi sono ripresi i lavori. La priorità è quella di sistemare l'area esterna liberandola dal cantiere e permetterne la piena fruibilità.

L’AREA DELLA STAZIONE
I lavori nell’area stazione si possono suddividere in quattro ambiti:
1 - completamento della rete ciclopedonale verso il centro storico, riorganizzazione dei percorsi pedonali e dell’incrocio tra le vie Europa, Battisti e Gramsci;
2 - riqualificazione dei bagni pubblici e delle aree verdi adiacenti a Budrio Stazione;
3 - chiusura del passaggio a livello di via del Moro, nuovo tratto stradale per adeguamento della viabilità
4- realizzazione di una pista ciclopedonale dalla stazione al Centro Inail di Vigorso, con una passerella ciclopedonale sul fiume Idice.

LE MODIFICHE AI PROGETTI
Durante lo scorso mandato amministrativo sono stati eliminati dal progetto iniziale la soppressione del passaggio a livello di Via del Moro e il semaforo nell’incrocio tra le vie Battisti, Primo Maggio, Savino e Zenzalino.

PASSERELLA SULL’IDICE
Nei mesi scorsi l’Amministrazione comunale ha preso in mano il dossier del Piano Periferie, insieme agli uffici competenti recentemente riorganizzati.

Sono stati completati i lavori relativi agli ambiti 1 e 2, mentre resta in sospeso la realizzazione della passerella ciclo-pedonale sull’Idice (punto 4) a causa della volontà di modificare il progetto iniziale a favore di una soluzione mai formalmente definita, durante il precedente mandato; circostanza che - aggravata dall’aumento dei costi dei materiali (in particolare del ferro) - è rimasta un elemento di stallo mai superato.

Nelle scorse settimane il Comune di Budrio ha chiesto formalmente al Governo, tramite la Città metropolitana, di poter eliminare la realizzazione della passerella ciclo-pedonale sull’Idice.

PISTA CICLABILE VIA RABUINA
Infine, dopo la realizzazione dell’illuminazione sull’attraversamento pedonale, si stanno perfezionando gli atti formali del collaudo per l’apertura della pista ciclopedonale lungo via Rabuina che è a questo punto conclusa e che nelle prossime settimane diventerà a tutti gli effetti utilizzabile.


2,5 milioni della Regione per il fiume Idice a Budrio

Importante investimento della Regione Emilia-Romagna su Budrio per la sicurezza, con 2,5 milioni di lavori sugli argini.

Riportiamo qui il comunicato della Regione del 26 gennaio 2023 che descrive gli interventi previsti per rialzare e rinforzare gli argini.

Un altro importante segnale di attenzione verso Budrio e il suo territorio.

Verranno realizzate opere nei pressi del ponte della Riccardina e di San Martino in Argine. Obiettivo, ripristinare la funzionalità idraulica del corso d’acqua e ridurre la permeabilità del terreno.

Argini più alti e più solidi sul torrente Idice, per mettere in sicurezza il territorio in caso di piena. Nel comune di Budrio (Bo) è pronto a partire un maxi-intervento da 2,5 milioni di euro finanziato dalla Regione, per ripristinare la funzionalità del corso d’acqua e ridurre l’esposizione al rischio di infrastrutture centri abitati.

“Si tratta di un nuovo pacchetto di lavori di fondamentale importanza dal punto di vista idraulico, che si pongono in continuità con quelli già svolti negli anni scorsi- spiega Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo e alla Protezione civile-. Le opere, che proseguiranno per circa un anno, sono frutto di un’ampia attività di conoscenza del territorio, con rilievi topografici e indagini che hanno evidenziato le principali criticità da risolvere”.

In particolare, si punta alla salvaguardia di BudrioMezzolaraVedrana e della viabilità sulla Strada comunale di via Riccardina e sulla provinciale Zenzalino Nord, preservando l’operatività del Canale emiliano romagnolo (Cer), in linea con quanto già realizzato tra i ponti Riccardina e San Martino in Argine in seguito alla rotta dell’argine dell’Idice (autunno 2019).

Il progetto

A valle del ponte della Riccardina, si prevede l’esecuzione di un intervento di rialzo della sommità dell’argine per una lunghezza complessiva di circa 370 metri, a sinistra del torrente, e per altri 500 metri sulla sponda destra.

Successivamente, per ridurre la permeabilità del terreno nell’argine destro a monte del ponte di San Martino, si realizzeranno diaframmi plastici, ossia barriere per ridurre il flusso dell’acqua lungo circa 380 metri a monte e 1300 a valle.

Altre opere pianificate sono il taglio e lo sfalcio della vegetazione nei tratti interessati, e la realizzazione di una difesa delle sponde in massi di circa 18 metri sulla destra del torrente, sempre a valle del ponte della Riccardina.

Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio si trovano sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro.


Libertà, uguaglianza, diritti delle donne. La mozione del gruppo "Apriti Budrio"

Nel consiglio comunale di oggi è stato approvato il documento proposto dai consiglieri comunali di "Apriti Budrio"

27 dicembre 2022

Ecco il testo della mozione del gruppo di maggioranza:

 

Premesso e considerato che

Il Comune di Budrio si mobilita in conseguenza della situazione attuale di disparità e discriminazione a discapito delle donne, registrata a livello globale e in misura differente, a seconda degli aspetti sociali, politici e culturali del Paese in cui vive.

I dati a livello mondiale sono allarmanti, basti pensare che 43 paesi non hanno una legge per punire lo stupro commesso dal partner e più di 30 limitano il diritto delle donne a muoversi liberamente dalle proprie case. In 20 Paesi del mondo – fra cui la Russia – sono ancora in vigore i matrimoni riparatori, con leggi che consentono agli stupratori di sposare per evitare procedimenti penali (dal rapporto annuale dell’UNFPA  Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione). Dei circa 40 milioni di vittime di qualche forma di schiavitù (matrimoni forzati, traffico di esseri umani, lavoro sfruttato, etc) più di 7 su 10 sono donne. 

Unfpa ha misurato sia il potere delle donne di prendere decisioni autonome sul proprio corpo, sia quanto le leggi nazionali supportano o ostacolano il diritto di prendere tali decisioni. Il Rapporto mostra come nei paesi in cui i dati sono disponibili:

• solo il 55% delle donne ha piena autonomia decisionale sulla propria salute, sulla contraccezione e sul dire sì o no a un rapporto sessuale;

• solo il 71% dei paesi garantisce un accesso a servizi di assistenza alla maternità completi;

• solo il 75% dei paesi assicura un accesso completo e paritario alla contraccezione;

• solo circa l’80% dei paesi hanno leggi che supportano la salute e il benessere sessuale;

• solo circa il 56% dei paesi hanno leggi e politiche che supportano un’educazione sessuale completa;

C’è un filo rosso, però, che nega la repressione dei diritti in tutto il mondo. 

Ad esempio, Da quando, nell’agosto 2021, hanno assunto il controllo dell’Afghanistan, i talebani stanno violando i diritti delle donne e delle bambine all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento, azzerando il sistema di protezione e sostegno per le donne che fuggono dalla violenza domestica, arrestando donne e bambine per minime infrazioni a norme discriminatorie e contribuendo all’aumento dei matrimoni infantili, precoci e forzati.

Il rapporto, inoltre, denuncia arresti, imprigionamenti, torture e sparizioni forzate di donne che prendono parte alle proteste contro le norme oppressive dei talebani.

Anche in un paese considerato come l’Italia si denuncia una cultura tendente a svalutare la donna, le sue competenze e, in generale, le sue possibilità, del resto i dati Istat sulla disoccupazione e sulle possibilità occupazionali non sono confortanti. Su diversi fronti le donne sono in condizione di inferiorità: sotto-valutate, sotto-pagate, sotto-collocate. In generale, valgono meno sul mercato – rispetto ai colleghi maschi –, faticano di più per conquistarsi un soddisfacente posto di lavoro e tenerselo stretto, perché lo spauracchio della gravidanza spinge il datore di lavoro ad assumere più i maschi che le femmine. Le laureate ricoprono più spesso dei laureati mansioni dove son richieste competenze inferiori rispetto alla loro preparazione e purtroppo anche in Italia le lavoratrici guadagnano meno, ovvero risentono del “gender gap”. 

il WEF ha pubblicato l’annuale report “Global Gender Gap Index”, che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione. Nella graduatoria globale l’Italia risulta 63esima, mantenendo la stessa posizione della classifica 2021 dopo Uganda (61esima) e Zambia (62esima). A livello di Europa l’Italia è 25esima su 35 Paesi. A livello mondiale serviranno ancora 132 anni per colmare il gap di genere, alcune aree nel mondo, come quella europea e nord americana, presentano una situazione migliore: per l’Europa il gap potrebbe essere colmato fra 60 anni (59 anni per il nord America).

La violenza e le molestie sono un altro problema: le donne spesso non denunciano e quando lo fanno non sempre vengono adeguatamente protette, come dimostrano gli innumerevoli femminicidi, in cui l’assassino già era stato segnalato o denunciato.

In Italia, dal primo gennaio 2022 al 13 novembre sono 96 le donne uccise, di cui 84 in ambito familiare affettivo. Di queste 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex.  Nel 2021 il numero complessivo di vittime di femminicidio in Italia è stato di 106, dato in leggero aumento rispetto agli anni precedenti (96 nel 2019 e 102 nel 2020). Esiste una certa percentuale di sommerso (donne migranti, trans, sex-workers, vittime di tratta e sfruttamento, donne anziane o malate). Ma la violenza contro le donne è trasversale e colpisce tutte, senza distinzioni di appartenenza sociale. Il femminicidio (perpetrato in maggior misura da uomini che hanno o hanno avuto una relazione con la vittima) è la punta dell’iceberg di un problema più pervasivo e mondiale, visto che anche in Iran abbiamo assistito a violenti femminicidi, spesso camuffati goffamente dal regime come incidenti: il femminicidio non è solo un atto gravissimo, ma è in primis una cultura, una forma di pensiero e interpretazione della realtà che si estende a diversi livelli. 

Del resto le proteste in Iran, a seguito dell’uccisione di Mahsa Amini, hanno finalmente minato il sistema patriarcale della Repubblica islamica e le accese mobilitazioni hanno posto al centro la questione della libertà della donna, da troppo tempo minata.

Evidenziato che

dal 16 settembre 2022, a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini arrestata dalla Polizia Morale per non aver indossato correttamente il velo, in tutto l’Iran è in atto una grande protesta di popolo innescata dalle ragazze e donne che, al grido nelle strade di “Donna, vita, libertà” e con i gesti rivoluzionari di gettare i loro hijab e tagliarsi ciocche di capelli, invocano il rispetto dei Diritti Umani e delle libertà fondamentali delle persone;

al loro fianco cresce l’adesione popolare alle proteste e alle manifestazioni di piazza, che coinvolgono sempre più ragazzi, uomini, lavoratori iraniani che chiedono migliori condizioni sociali e civili e il rispetto dei diritti delle donne e delle persone tutte;

la repressione delle Forze dell’Ordine e di polizia iraniane avrebbe già provocato la morte di oltre 300 persone secondo recentissime dichiarazioni di esponenti di sicurezza della Repubblica islamica dell’Iran, mentre le fonti delle Organizzazioni Non Governative, come Human Rights Activists, parlano di 451 morti tra i manifestanti e 60 tra le Forze dell’ordine, nonché di oltre 18mila persone arrestate;

impossibile ad oggi conoscere il numero preciso delle donne e ragazze uccise, non solo attiviste ma donne comuni che con incredibile coraggio sfidano la segregazione e la fortissima cultura patriarcale del Governo teocratico dell’Iran che nega ogni soggettività femminile;

in questi giorni è stata inoltre espressa dall’Unicef ferma condanna rispetto a tutte le violenze contro i minori, che risultano aver già causato la morte di oltre 50 bambini e bambine e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici, nonché profonda preoccupazione per le continue incursioni e perquisizioni condotte nelle scuole; I dati della repressione del regime iraniano nelle ultime settimane parlano di centinaia di persone uccise (e tra esse anche  minorenni), più di 13mila persone arrestate, fermate o scomparse. Cifre approssimative perché numeri ufficiali non ne esistono e i dati sono affidati al lavoro delle Ong per i diritti umani, che operano in clandestinità e in condizioni rischiose.

le manifestazioni di dissenso al regime non accennano a fermarsi nonostante la repressione indiscriminata, gli arresti, le condanne a morte e le uccisioni di donne, uomini e minori;

ciò che sta accadendo in Iran viola sistematicamente e tragicamente le Convenzioni Internazionali di tutela della Persona umana a cominciare dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché la Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) di contrasto della violenza di genere; 

Sottolineato che

i movimenti femminili a sostegno dei diritti umani e contro le violenze, per le libertà democratiche e per la pacifica convivenza tra popoli e persone, sono attivi in molti altri Paesi liberticidi e intolleranti dove la soggettività e i diritti della donna e della persona non vengono riconosciuti;

la condizione impari e di insicurezza delle ragazze e delle donne appare in ulteriore arretramento in molte zone del mondo e anche in Europa, a causa di molteplici fattori discriminanti agiti contro i loro diritti e acuiti dalle guerre, dalla pandemia, dalle crisi economiche conseguenti;

le violenze e le restrizioni a cui sono sottoposte le donne in Iran sono alla base di una rivolta popolare che coinvolge uomini e donne volta ad ottenere libertà e diritti

il rispetto dei diritti delle donne, la parità di genere, la lotta alla violenza porta ad un benessere generalizzato della società tutta,

Ricordando che 

Il comune di Budrio:

b) è ente democratico che crede nei principi europeistici, della pace e della solidarietà;

4 Il Comune riconosce nella Carta Costituzionale, espressione dei valori della Resistenza, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo le fonti giuridiche primarie della propria autonomia istituzionale, il riferimento ideale per la promozione economica e sociale della popolazione dalla quale trae il mandato di rappresentanza elettorale 

2. Il Comune ispira la sua azione ai valori di equità, di solidarietà, di giustizia sociale; concorre all’affermazione della pace e della libertà finalizzando la sua iniziativa alla promozione e alla attuazione dei principi costituzionali.

(statuto del comune di Budrio, TITOLO I Principi generali ART. 1 Autonomia statutaria e ART.2 Finalità)

Affermando che 

Il Comune di Budrio si unisce a chi combatte per la libertà, l’uguaglianza, i diritti delle donne   e  si riconosce nello slogan “Donna, vita, libertà”

Il Consiglio comunale 

  • Condanna la sanguinosa repressione agita per volontà del Governo della Repubblica islamica dell’Iran e invoca la immediata cessazione di tutte le violenze in corso contro manifestanti e dissidenti, in quanto costituiscono sistematica violazione dei Diritti Umani e dei Minori in quel Paese.
  • Aderisce ed esprime solidarietà alla causa e alla lotta delle donne iraniane e del popolo iraniano per l’affermazione della libertà e soggettività femminile, dei diritti fondamentali della Persona e della pacifica e civile convivenza.
  • Rilancia la necessità di un impegno internazionale e transnazionale di supporto ai movimenti femminili che non solo in Iran ma in altri Paesi martoriati si stanno battendo per il rispetto dei Diritti umani e la sicurezza e protezione delle donne, a cominciare dalla attuazione dei princìpi contenuti nella Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) per il contrasto della violenza di genere.
  • Si impegna a risollecitare, dalle sedi Regionali di riferimento, una presa di posizione del Governo italiano di ferma condanna verso le gravissime violazioni perpetrate in Iran, invitando a condizionare ogni relazione con il Governo iraniano al rispetto dei Diritti umani e fondamentali delle sue cittadine e cittadini. 
  • Si impegna a trasmettere questa mozione al Parlamento europeo per sollecitare l’Unione europea a una mobilitazione affinché il governo iraniano risponda alle richieste di questa rivoluzione che non riguarda solo le donne, ma il popolo tutto e una parte importante della gioventù che si è unita in questa sorta di nuova primavera iraniana. Un popolo che, con la sua rivoluzione, sta dimostrando quanto sia forte e impellente l’esigenza di affermare per tutti i diritti di uguaglianza e democrazia e di fronte a questo non possiamo restare inerti.


Mezzolara avrà ancora il suo medico di famiglia. Una buona notizia!

Il Comune di Budrio ha oggi comunicato che “a seguito del pensionamento del dott. Castaldini (31 dicembre 2022), dal 2 gennaio 2023 i suoi assistiti saranno seguiti direttamente da UN NUOVO MEDICO, che sarà in organico nella Casa della Salute di Budrio con obbligo di ambulatorio anche a Mezzolara. Questo consentirà di coprire il ruolo (con incarico) in attesa che si formalizzi la convenzione. I pazienti della dott. Castaldini verranno assegnati in questa fase in automatico al nuovo medico. Poi, una volta entrata in vigore la convenzione, dovranno recarsi al CUP per la scelta del proprio medico di medicina generale.”

In realtà la vicenda comincia diversi mesi or sono.

Era il 13 marzo del 2022 quando la coalizione del centrosinistra promosse un incontro in piazza a Mezzolara per informare i cittadini su ciò che stava succedendo sul medico di famiglia e per mostrare la disapprovazione per le scelte dell’Asl e per come il problema (non) era stato gestito dal sindaco, prima autorità sanitaria del territorio.

La rinuncia di uno dei due medici attivi in frazione stava comportando diversi disagi, soprattutto tra chi non riesce a spostarsi nel capoluogo con facilità. La disattenzione dell’Amministrazione comunale e la volontà di Asl non avevano permesso di inserire l’obbligo dell’ambulatorio a Mezzolara in un bando che, nel frattempo, stava per essere pubblicato per la sostituzione di un altro medico di medicina generale del nucleo di Budrio.

Insomma, la classica vicenda “non governata” che crea disorientamento e che trova solo risposte burocratiche.

Nel post del centrosinistra si leggeva:

“In tanti stamattina a Mezzolara, capoluogo dell’Emilia-Romagna con il centrosinistra di Budrio e diversi medici del territorio.
Resta il dispiacere e la disapprovazione per la vicenda del medico di medicina generale. Nessuno ha pensato alla frazione, ai suoi bisogni, alla difesa dei servizi da sempre erogati qui. Sarebbe potuta andare diversamente, ma ci impegniamo affinché in futuro, con una nuova amministrazione comunale, le cose possano migliorare.”

L’Amministrazione civica, allora in carica, aveva derubricato la questione, spiegando che non ci si poteva fare niente e che la competenza è dell’azienda sanitaria. La carenza di personale porta anche queste situazioni.

Poi però il problema si è ulteriormente ingrandito, con l’avvicinarsi del pensionamento del dott. Enzo Castaldini, storicamente insediato a Mezzolara e vero punto di riferimento sanitario per i cittadini della zona.

Ancora a settembre, l’ex sindaco Mazzanti si esprimeva in modo pilatesco, addirittura accusando sindaca e centrosinistra di aver fatto solo propaganda elettorale:

“Il medico non arriverà (e dico purtroppo) ma c’è chi ha creduto alle promesse della politica, di quella parte che governa in Regione da sempre e non riesce a risolvere o migliorare questa situazione. Credere alla promesse è più facile che guardare in faccia alla realtà, ma come dico spesso, accettare di avere un problema (politico) è il primo passo per risolverlo.”

La storia, in realtà, ha preso una piega diversa e lo spiega la sindaca Badiali oggi in un suo post. Il dato fondamentale è che l’obbligo di avere un ambulatorio a Mezzolara è stato chiesto con forza e, in effetti, si poteva inserire in un bando: bastava volerlo. Inoltre, visto che il bando ha intercettato diverse candidature e il ruolo è stato infine assegnato, la frazione di Mezzolara avrà ancora il medico di famiglia e il relativo ambulatorio.

“Era una partita piuttosto delicata […] È la dimostrazione che quando la politica locale fa valere le proprie ragioni, gli enti competenti ne tengono conto e contribuiscono a difendere i servizi e la qualità della vita del territorio. Saluto e ringrazio Castaldini per questi anni di lavoro, per l’impegno profuso e per la stretta collaborazione in questi mesi di mandato amministrativo.”

Soddisfazione anche dalla politica, con un post di congratulazione del Partito Democratico di Budrio intitolato “La differenza tra amministrare e stare a guardare“:

“Negli ultimi mesi le cose sono cambiate. In particolare la sindaca Badiali se ne è occupata direttamente, con il supporto dei medici del nucleo di Budrio, per evitare in tutti i modi che Mezzolara e Dugliolo rimanessero senza ambulatorio del medico di medicina generale. […] Un piccolo/grande successo e, soprattutto, un altro impegno mantenuto dall’Amministrazione comunale”


Non passa la mozione dell'opposizione sul caro bollette

30 novembre 2022

Questa sera in Consiglio comunale, il gruppo di maggioranza “Apriti Budrio” non ha approvato la mozione sul tema del caro bollette proposta dall’opposizione, il gruppo Noi per Budrio di cui fanno parte anche gli esponenti del Partito Socialista e di Fratelli d’Italia.
Poco prima non era stata accettata la proposta della Sindaca Badiali e del gruppo di maggioranza di rinviare la discussione, al fine di condividere un testo più realistico sulla situazione dei comuni e sulle reali possibilità di intervenire, a partire dalle premesse che nella mozione dell’opposizione non descrivono il contesto in cui un comune come il nostro si sta muovendo.
“Apriti Budrio” si auspica di continuare il dibattito su questo tema, dando seguito ai segnali di apertura al dialogo stimolati da sindaca e maggioranza durante consiglio di questa sera.

Si legge nel testo diffuso dai partiti della maggioranza:

  • non è realistico pensare a un fondo comunale, quando i comuni italiani, oggi, non riescono nemmeno a fare i bilanci 2023 per salvaguardare le attuali attività sociali e territoriali
  • Anci, l’associazione nazionale dei comuni sta chiedendo al governo di intervenire con risorse adeguate nella manovra di bilancio

Più nello specifico, abbiamo letto la mozione per capire meglio la sua ratio e le finalità di un testo di questo tipo.

Noi siamo per stare alla realtà e partire da essa. Non dal libro dei desideri o, peggio, da un approccio demagogico e strumentale che non è utile a nessuno. Men che meno a chi è (o sarà) in difficoltà per il caro energia.

  • La mozione non indica solo le potenziali priorità, ma fornisce proprio percentuali e cifre precise. In questa “precisione” però ci sono tre informazioni che non leggiamo nella mozione:
    i comuni come il nostro in questo momento non riescono a chiudere i bilanci di previsione 2023 a causa delle spese per l’energia e le materie prime
  • i fondi destinati dal Governo non sono assolutamente sufficienti ai bisogni dei comuni
  • allo stato attuale, per pagare gli aumenti i comuni dovrebbero tagliare pesantemente i servizi e le attività, producendo un disastro territoriale e sociale

Dire che, come Comune, in fase di predisposizione bilancio previsionale dovremmo dare contributi alle famiglie per le bollette significa non considerare la realtà. È brutto da dire ma è così.

Se poi a farlo è chi ha amministrato un comune, siamo chiaramente nel campo della strumentalità politica e dell’irresponsabilità.

Se a farlo è il gruppo che rappresenta in questo consiglio il principale partito italiano che oggi guida il governo, entriamo nel campo delle contraddizioni e dell’incoerenza.

La mozione parte sicuramente da ottimi intenti, ma nello sviluppo non tiene conto della situazione dei comuni. Gli stessi fondi del distretto vengono messi ora sul 2022. Quindi a fine anno, non nel previsionale.

Prendiamo l’esperienza appena vissuta sul Covid. Quella era un’emergenza che ha colpito i redditi di molte famiglie, come quella che stiamo vivendo adesso sul tema energia. Ecco, a quei tempi tutti ricordiamo i fondi del Governo destinati ai comuni. Non si ha ricordo, invece, di fondi per le famiglie di origine comunale stanziati nel previsionale.

Non serve altro per dire che questa mozione, scritta così in questo momento, è irricevibile.