Cau: numeri positivi a Budrio e in Regione. Il comunicato del centrosinistra
La riforma dell’emergenza-urgenza ha ridotto i tempi di attesa e avvicina i servizi ai cittadini
Sì è tenuto martedì sera l’incontro pubblico, promosso dal Comune di Budrio, per aggiornare la cittadinanza sui risultati del CAU (Centro assistenza urgenze) dell’ospedale di Budrio. Era un impegno preso pubblicamente a ottobre dall’assessore regionale Donini e dalla sindaca Badiali durante l’assemblea di presentazione del progetto, ed è stato rispettato.
I numeri presentati e la realtà delle cose ci consegnano alcune considerazioni sulla situazione regionale e quella di Budrio:
- I dati confermano la bontà della scelta di istituire il Cau nella nostra realtà: lo dimostrano i tempi di attesa crollati sotto le due ore (in media), mentre tutti ricordiamo le attese infinite in quello che era il Pronto soccorso.
- La riduzione dei medici di emergenza sta desertificando le strutture di Pronto soccorso in tutta Italia, oppure costringe a privatizzare i servizi appaltandoli all’esterno. In Emilia-Romagna invece si è evitato il tracollo attraverso questo progetto che coinvolge positivamente i medici di continuità assistenziale (guardia medica). I Cau sono già 30 in tutta tutta la regione e diventeranno 50 a fine anno.
- In un ospedale come quello di Budrio, questo significa riuscire a dare risposta con il Cau a quasi il 90% di coloro che già si recavano al Pronto soccorso, ma con tempi d’attesa imparagonabili a prima.
- Nell’incontro pubblico dell’ottobre scorso, molti cittadini avevano espresso preoccupazioni legittime per questi cambiamenti. Serpeggiava anche il timore di un indebolimento dell’ospedale che – dicevano alcuni – avrebbe potuto portare alla sua chiusura. Le cose stanno andando nella direzione esattamente opposta.
- La struttura di Budrio si consolida e si rafforza come ospedale per acuti, con un maggiore presidio notturno nella medicina interna e un aumento di attività nella chirurgia.
- Proprio il progetto di Week surgery (chirurgia con dimissione in settimana) realizzato insieme al Sant’Orsola compie 10 anni in queste settimane. È grazie a quella scelta se in questi anni l’ospedale ha acquisito una centralità metropolitana e un’identità definita, sapendo rispondere ai bisogni di migliaia di pazienti e sfoltendo in modo importante le liste di attesa di chirurgia.
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Nel bolognese e in regione rimane un grande tema problematico: quello delle liste di attesa per le prestazioni diagnostiche, specialistiche e strumentali. Purtroppo stiamo ancora pagando l’impatto del Covid sull’organizzazione dei servizi sanitari.
È molto positivo che la Regione stia definendo un importante piano di azione, per abbattere le liste di attesa e affrontare di petto una situazione che costringe sempre più persone a rivolgersi al settore privato per prestazioni differibili o non urgenti. Nei prossimi mesi questo piano verrà diffuso e presentato pubblicamente.
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