La verità fa male, ma va raccontata

Dalle chiacchiere di Mazzanti a un futuro diverso per Budrio

Noi crediamo che Budrio meriti di più. Andiamo oltre lo “scaricabarile” per cui nessuno è mai responsabile di ciò che accade. Per il futuro, servono amministratori comunali presenti e competenti. Servono attenzione quotidiana, un’idea di comunità verso cui tendere e uno sviluppo sostenibile che veda tutti protagonisti, a partire dalle frazioni.

Non c’era niente da risanare nei conti del comune

Ormai è una farsa, utile solo per trovare giustificazioni a 5 anni di immobilismo. Lo dicono le carte e lo diceva anche l’assessore al bilancio della Giunta Mazzanti, Fabio Romagnoli che si è dimesso nelle scorse settimane: il bilancio lasciato nel 2017 era sano. Nessun buco, nessun dissesto. Tutto inventato.
Lo ha certificato anno dopo anno il collegio dei revisori dei conti (che è un organismo di controllo esterno al comune)

Mazzanti ha chiuso Step, come previsto nel 2015 da “quelli di prima”

Nel 2015 il Consiglio comunale votò per il superamento della società patrimoniale, con un piano di liquidazione al quale Mazzanti si oppose. È lo stesso piano che Mazzanti ha attuato quando è diventato sindaco, anticipando la chiusura di due anni grazie a nuove regole nazionali e alla vendita delle azioni Hera.

Qui per leggere i passaggi ufficiali

Chiudere il teatro è stata una scelta precisa, non un obbligo

Molti teatri erano (e sono) senza Certificato Prevenzione Incendi (CPI), ma sono rimasti aperti. Hanno programmato i lavori e hanno orientato il pubblico, diversamente da Budrio. Nel 2018 i tecnici scrissero a Mazzanti per inserire il teatro nel piano dei lavori, ma non lo fece, decidendo anche di non partecipare a un bando regionale destinato proprio ai teatri storici. Poi ha detto (e continua a dire) di aver ereditato una situazione irregolare: è un’offesa verso persone perbene che nei decenni hanno lavorato per la cultura e il teatro con passione e competenza.

Qui per leggere tutte le bugie di Mazzanti sulla vicenda teatro

Le Torri dell’acqua sono di fatto chiuse. Lo vede chiunque

Nel 2018 sono stati fatti i lavori all’impianto elettrico, grazie a fondi a pioggia del Governo. Da quel momento le Torri tecnicamente sono “aperte”, ma basta passarci davanti per capire che non c’è alcun progetto in corso. Non parliamo di qualità, sarebbe chiedere troppo. In tutto questo, un’attività economica e aggregativa frequentata da giovani è stata fatta chiudere.

Qui per approfondire il non-progetto sull’info-point turistico e i fondi alla Proloco

I 5 milioni di euro del PNRR andranno gestiti bene

Nei prossimi anni i soldi arriveranno a tutti i comuni che li hanno chiesti. I 5 milioni sono destinati solo alle strutture sportive del piazzale della Gioventù. La co-progettazione con le società e la realizzazione sono attività che dovrà fare la prossima amministrazione. Questa, con i 6 milioni del bando periferie, ha dimostrato di non essere in grado: cantieri abbandonati per anni, zero informazioni, zero idee, zero condivisione con i cittadini.

Qui per leggere la nostra posizione sui 5 milioni di euro del PNRR