I passaggi per la chiusura della STEP

Nell’autunno 2021 viene chiusa la STEP, concludendo così il percorso di liquidazione della società partecipata iniziato nel 2015.

PERCHÈ NASCE LA STEP 

Tra il 2005 ed il 2008 si susseguirono Leggi di Bilancio che, oltre a ridurre i trasferimenti ai Comuni, limitarono drasticamente le possibilità di fare nuovi investimenti. In particolare, con l’introduzione di misure per il rispetto del Patto di Stabilità furono limitate le capacità di contrarre nuovi mutui e le possibilità di pagare i fornitori dell’Ente, perché il meccanismo introdotto imponeva di spendere ogni anno soltanto il danaro effettivamente incassato, congelando nella Tesoreria dello Stato i risparmi conseguiti negli anni precedenti. Siccome le entrate di cassa del Comune erano appena sufficienti per coprire le spese correnti, gli investimenti ed i relativi pagamenti rimanevano fermi. Per dare un ordine di grandezza, il rispetto di queste regole ha comportato per Budrio , nel triennio 2008/2010, una somma di 6,5 milioni di euro non spendibili per poter conseguire i cosiddetti saldi obiettivo imposti dal Patto di Stabilità. 

In quel contesto nasce la Step, tra l’altro con l’unanimità dei voti di una maggioranza di cui facevano parte anche due consiglieri (Pagani e Cesario) che già nel 2012 erano dichiarati sostenitori di Mazzanti.

Step nasce in buona sostanza per cercare di risolvere quattro ordini di problemi:

  1. pagare fornitori per debiti già contratti, dato che tali pagamenti sarebbero stati inibiti dalle nuove regole;
  2. contrarre nuovi mutui, che altrimenti il Comune non avrebbe potuto accendere;
  3. investire in una farmacia e in nuove opere, altrimenti irrealizzabili nell’ambito dei conti dell’Ente;
  4. evitare che il Comune potesse andare incontro a difficoltà che rischiavano di non poter essere confinabili nella sfera economico-finanziaria perché avrebbero finito con l’impattare sulla sfera del sociale e, più in generale, di tutti i servizi erogati dall’Ente.

Viene così fondata la Step, alla quale il Comune rilascia garanzie per poter contrarre mutui, trasferisce debiti verso fornitori per lavori già eseguiti e conferisce un blocco di immobili (che oggi sono rientrati nel patrimonio dell’Ente) per capitalizzarla. Le opere realizzate dalla Step sono sotto gli occhi di tutti (e abbiamo fatto un approfondimento qui). 

PERCHÈ LA STEP ENTRA IN CRISI FINANZIARIA 

La dimensione del piano di investimenti della Step fu calibrata sulla base delle entrate che il Comune aveva registrato negli anni precedenti come proventi per le concessioni edilizie, che nel periodo 2003-2008 si erano attestati intorno ai 3 milioni di euro/anno. La crisi globale intervenuta successivamente sui mercati finanziari e immobiliari mutò completamente quei valori, riducendo al lumicino le entrate per oneri di urbanizzazione e, di conseguenza, la capacità per il Comune di fornire risorse adeguate alla partecipata attraverso il pagamento di quei canoni annui che fino ad 2012 avevano consentito alla Step di poter effettuare pagamenti ai fornitori per lavori già ultimati, altrimenti bloccati a causa del Patto di Stabilità, e di poter avviare nuovi investimenti, necessari anche alla luce dell’incremento demografico registratosi a Budrio in quegli anni. 

È qui che Step entra in tensione finanziaria ed è qui che l’amministrazione Pierini si mette alla ricerca di soluzioni, arrivando poi nel 2015 a decidere per la messa in liquidazione della società.

ANNO 2015: LA STEP VIENE MESSA IN LIQUIDAZIONE 

Consapevole dell’importanza e della complessità delle operazioni da gestire, a Gennaio 2015 l’amministrazione Pierini riesce a far arrivare dalla Regione un nuovo responsabile del servizio finanziario di grande spessore professionale e dotato di una preparazione di altissimo livello, vale a dire il dottor Palladino. È lui, assieme ad autorevoli consulenti esterni della Lexius Sinacta, a indicare la strada della messa in liquidazione, attraverso accantonamenti annuali, ed è l’amministrazione Pierini a portare in Consiglio comunale il relativo provvedimento, a metà 2015. Il provvedimento, che definiva lo scioglimento anticipato di Step e la sua messa in liquidazione attraverso un percorso che ne avrebbe consentito la chiusura nel 2023, fu votato favorevolmente solo dai consiglieri di Budrio Più. 

Mazzanti diede invece voto contrario. 

COSA È  SUCCESSO, DOPO 

Nel giugno 2017 Mazzanti viene eletto sindaco e a settembre porta in Consiglio il suo Documento Programmatico 2018/2020, nel quale mette nero su bianco che per quanto riguarda la Step lui intende seguire le stesse linee ereditate dall’amministrazione precedente, vale a dire la prosecuzione del piano che avrebbe portato alla liquidazione di Step nel 2023.
Nel 2017 l’accantonamento Mazzanti se lo ritrova già stanziato nel bilancio ereditato da Pierini ed è pari a 270.000 euro. 

Nel 2018 Mazzanti accantona i 679.000 euro previsti nel piano di liquidazione. 

Nel 2019 il Governo modifica significativamente il quadro normativo giuridico e contabile, concedendo ai Comuni lo sblocco della leva fiscale (consentendo ai Comuni di aumentare le aliquote dell’addizionale Irpef) e una deroga alle regole sull’equilibrio di bilancio dei Comuni, consentendo di utilizzare le entrate da alienazioni patrimoniali (nel nostro caso: la vendita di azioni Hera) per pagare i mutui (nel nostro caso: quelli della Step).

È qui che il responsabile economico e finanziario del Comune di Budrio decide, anche su indicazione dei revisori, di accelerare i tempi di liquidazione della Step rispetto al piano originario.

Questa accelerazione avviene in modo molto semplice: il Comune vende tutte le azioni Hera che possiede, incassando 2,5 milioni di euro che potrà utilizzare per chiudere i mutui Step per poi, sommando gli accantonamenti effettuati, portare a termine il processo di liquidazione attraverso l’eliminazione dei residui attivi e passivi da e verso la Step.

Vale la pena ricordare che quando nel 2012 l’amministrazione precedente vendette un pacchetto di azioni Hera, per un milione di euro e per tenere in equilibrio i conti del Comune, Mazzanti non solo diede voto contrario ma fece anche il diavolo a quattro, gridando alla svendita di patrimonio del Comune.

Quindi, grazie ad alcuni provvedimenti varati dal Governo in carica, il Comune era riuscito già a fine 2019 ad accantonare la cifra che serviva per procedere alla chiusura delle partite contabili tra Comune e Step ed arrivare quindi alla liquidazione della partecipata, cosa che è avvenuta nell’autunno 2021, seguendo l’iter deciso nel 2015 dalla giunta Pierini.