Il gruppo “Apriti Budrio” presenta in Consiglio Comunale una mozione contro la violenza sulle donne

È stata presentata dal gruppo di maggioranza “Apriti Budrio” nella seduta del Consiglio Comunale del 30 novembre un’importante mozione contro la violenza sulle donne.

Queste le parole con cui il Consigliere Coiro è intervenuto sul tema:

“Sono state giornate intense che mi auguro porteranno ad un ulteriore e quanto mai necessario passo in avanti nel contrasto alla violenza sulle donne.
Il grido di tante cittadine e cittadini nelle piazze, a cui come consiglieri di maggioranza ci uniamo, non può essere ignorato dalle istituzioni e speriamo possa concretizzarsi a breve in azioni decise e sistematiche.
È importate che si colgano subito le istanze di migliaia di cittadine e cittadini senza strumentalizzazioni di ogni tipo.
Le iniziative messe in campo dalla Consulta delle Donne, dalla CGIL e dallo SPI e dal Comune sono state molteplici, prima tra tutte una iniziativa sull’educazione affettiva e al consenso. La consapevolezza si ottiene con la conoscenza, partiamo quindi da una forte e capillare educazione emotiva e sessuale nelle scuole di ogni grado. Ricordo, tra l’altro, con grande piacere quella che feci io alle medie circa 20 anni fa. Anche su questo tema partiremo a breve.

Proseguo inoltre ricordando l’impegno del Comune e delle associazioni citate prima nelle seguenti iniziative:
1) Giovedì 23/11 un musical alle torri dell’acqua sui delicati temi della perdita, del perdono e della violenza
2) Sabato 25/11 eravamo davanti alle scuole superiori per consegnare ai ragazzi un fiocco bianco, simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
3) Infine sempre il 25/11, la scelta di decorare in rosso la magnolia in Piazza Matteotti
Quindi sono state molte e di qualità le proposte di intervento. Grazie alla Consulta alle Associazioni, ai Sindacati, ai cittadini e alle cittadine che, partecipando attivamente, hanno contributo alla discussione e sensibilizzazione pubblica, consapevoli che il loro e nostro impegno non si limiterà certo “alla giornata simbolo” o a frasi di circostanza.

Permettetemi ora di porre all’attenzione del Consiglio due riflessioni personali.

Come parte di questa Amministrazione ritengo che nessuno di noi possa e debba sentirsi estraneo a quanto avviene nella nostra società, anche quando pensiamo davvero che non saremmo mai direttamente coinvolti o capaci di odiosi atti di violenza.

Come uomo penso sia importante il mio pieno contributo nel cercare di riconoscere le forme di violenza, anche più subdole, perpetrate nei luoghi di lavoro che frequento, allo stadio per esempio o nelle relazioni che vivo, per fare la differenza.

Ecco, anche qui in consiglio: più volte durante la discussione abbiamo sentito associare il Comune al “buon padre di famiglia” e forse colpevolmente per troppe volte non abbiamo fatto notare quanto poco fosse opportuno e fastidioso. Sono sicuro che non ci manchi la fantasia per trovare formule più adatte ad esprimere il medesimo concetto di cura senza certo dover ricorrere a figure desuete.

Chiudo l’intervento con una ulteriore riflessione che rivolgo a tutto il Consiglio: qualche giorno prima del femminicidio di Giulia Cecchettin, nell’ennesimo decreto sicurezza, si è reso più facile incarcerare donne incinte o con bambini fino ad un anno di età. La misura è stata mediaticamente letta come un contrasto alle borseggiatrici. Si è quindi deciso di punire un centinaio di donne in tutta Italia senza chiedersi se la loro scelta non fosse magari dettata da fattori culturali o imposizioni esterne che vedono la donna quale strumento utile al guadagno… ecco io questa misura la trovo razzista e misogina!

Ma soprattutto sui femminicidi non sono state messe in campo azioni incisive e concrete per il contrasto, lo si vede per esempio del de-finanziamento delle strutture presenti sul territorio proprio a tale scopo.”

 

Di seguito il testo della mozione presentata dalla Consigliera Rimondi e che è stata votata con unanime parere favorevole.

Premesso che

  • La violenza contro le donne e il femminicidio, che ne rappresenta a volte il drammatico epilogo, sono fenomeni strutturali di natura culturale derivanti dallo sbilanciamento di potere e dalle relazioni asimmetriche tra donne e uomini esistenti in tutti gli aspetti della società;
  • Ad oggi i dati ISTAT confermano che in Italia nei primi tre trimestri del 2023 si sono registrate un totale di 30.581 chiamate al 1522, in aumento rispetto ai dati d riferimento del 2022 (22.553) e del 2021 (24.699 ) e che nel 68,2% di esse le persone vengono indirizzate verso i servizi più idonei alle richieste, che nel 93,9% dei casi sono rappresentati dai Centri e Servizi Anti-violenza, Case protette e di accoglienza per vittime;
  • Che la violenza riportata al 1522 a livello nazionale è preminente in ambiente domestico (79,4%) e che solo il 15,8% ha denunciato la violenza subita;

Considerato che

  • Il 13 Luglio 2022 è stato approvato dal Consiglio della Città Metropolitana di Bologna il Piano per l’uguaglianza di genere della Città metropolitana, una nuova azione amministrativa volta a far fronte alle crescenti diseguaglianze che individua 5 aree di intervento (Lavoro pagato, Lavoro non pagato, Contrasto alla violenza di genere, Cultura dell’Uguaglianza, Contrasto alle discriminazioni multiple, additive e intersezionali) e che attraverso un percorso partecipato ha individuato già proposte concrete da portare su tutto il territorio metropolitano;
  • La Città metropolitana di Bologna, nell’ambito del Piano per l’Uguaglianza e dell’Accordo metropolitano per l’accoglienza e l’ospitalità delle donne vittima di violenza di genere, monitora l’andamento della violenza, raccogliendo ed elaborando i dati delle donne accolte nel territorio metropolitano;
  • Dal Report emerge che sono state 1.121 le donne accolte nel 2022 nel territorio metropolitano di Bologna, nell’ambito dell’Accordo. Diventano così complessivamente 8.569 le donne accolte dai presidi del territorio dal 2016 al 2022. Il 27% delle donne accolte ha un’età compresa tra i 18 e i 29 anni, nel 26% tra i 30 e i 39 anni. Nel 41% dei casi, dichiarano di avere subito violenza di tipo psicologica, nel 28% fisica, seguiti da un 17%, di violenza economica. 371 sono le donne che hanno preso contatto con le Forze dell’ordine prima o dopo l’attivazione del percorso con i Centri Antiviolenza e 279 le donne che hanno denunciato il maltrattante prima o dopo l’attivazione del percorso.
  • Il 56% delle donne dichiara di aver subito violenza dal partner, il 23% dall’ex partner, il 10% da un familiare, il 5% da un amico/conoscente. Pertanto, il 94%, delle donne accolte nei Centri Antiviolenza nel 2022, ha subito violenza da una persona conosciuta (partner, ex partner, familiare, amico/conoscente).
  • Oltre a questi eventi violenti si registrano in aumento, reati di stalking, percosse, segregazione, violenza e abusi sessuali, anche nello spazio pubblico della città metropolitana e atti di privazione della libertà in generale;
  • Le forze dell’ordine ed i servizi sociali e sanitari hanno un ruolo importantissimo nell’orientare le donne verso i Centri Antiviolenza. Dai dati emerge che il 68% delle donne sono state inviate ai Centri Antiviolenza dai servizi del territorio (Forze dell’ordine 24%, servizi sociali 44%) come è certamente vero che le Campagne a livello nazionale oltre all’aumento dei sistemi normativi, come ad esempio il Codice Rosso, e la solidità dello strumento di accoglienza del racconto/narrazione delle donne vittime di violenza ha aumentato la fiducia delle stesse nella risposta tempestiva e la maggior possibilità di denunciare l’uomo autore della violenza;

Sottolineato che:

  • Anche a livello normativo europeo si registra l’adesione avvenuta a Maggio 2023 dell’Unione Europea alla Convenzione di Istanbul, cioè il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare una legislazione a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza;
  • Che la stessa convenzione riconosce la violenza contro le donne come “violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione contro le donne comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano, o sono suscettibili di provocare, danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata” oltre a una violazione dei diritti fondamentali delle bambine, delle ragazze e delle donne stabilendo che le misure a contrasto debbano essere Prevenzione, Protezione, Procedimento conto i colpevoli (repressione) e politiche integrate;
  • l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 25 Novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, invitando governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare attività ed eventi per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo tema oltre ad avere inserito nell’Agenda Onu 2030 un obiettivo specifico, numero 5, che mira ad ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione;

Evidenziato che

  • a livello normativo nazionale oltre decreto legge n. 93/2013 (convertito con modificazioni nella Legge 119/2013) che prevede all’articolo 5, l’adozione di un “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, risulta approvato in data 22 Novembre, all’unanimità, un nuovo DDL, n.923, avente come oggetto “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” che mira a rafforzare la protezione delle vittime di violenza attraverso misure preventive, il potenziamento delle misure cautelari e l’anticipazione della tutela penale. Oltre alla garanzia sulla certezza dei tempi dei procedimenti relativi ai reati di violenza di genere o domestica.;
  • È certamente fondamentale l’obiettivo di promuovere il rispetto e la consapevolezza degli effetti degli abusi e della violenza contro le donne introducendo obbligatoriamente l’educazione
  • nel contrasto alla violenza contro le donne resta fondamentale anche il tema dell’autonomia economica, sociale, lavorativa ed abitativa delle donne, quindi è cruciale un investimento nazionale e locale sia sulla buona occupazione femminile che sulla parità salariale, ed anche sui sistemi di welfare integrato che possano essere di supporto alle famiglie e impedire alle donne di rinunciare alla propria occupazione;
  • il 22 Novembre 2023 è stato sottoscritto il Protocollo di Intesa per la promozione dell’autonomia abitativa di donne vittima di violenza, promosso dalla Città metropolitana, Comune di Bologna, dai Comuni e Unioni dei comuni dell’area metropolitana di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna, da ACER Bologna e Solaris Srl, dai sindacati e dalle associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini e dai Centri Antiviolenza del territorio. Tale protocollo, di durata triennale, propone un insieme di misure per soluzioni abitative pubbliche, a canone concordato e a libero mercato, nella volontà di favorire l’autonomia delle donne vittime di violenza e rispondere al fenomeno della violenza di genere che colpisce in maniera trasversale , indipendentemente da redditi e capacità economiche.

Tutto ciò premesso

il Consiglio Comunale

ribadisce la più forte condanna per tutti gli atti di violenza contro le donne e ha aderito quindi alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne del 25 Novembre 2023;

Invita la Sindaca e la Giunta a:

  • Proseguire l’impegno e l’iniziativa di prevenzione e contrasto del fenomeno, con azioni metropolitane, distrettuali e di rete con le realtà locali
  • Continuare l’azione di diffusione e di promozione della conoscenza delle donne anche attraverso la Toponomastica femminile e iniziative su protagonismo, competenze negate e disparità e la pubblicizzazione negli spazi pubblici del numero 1522.
  • Proseguire la diffusione di progetti educativi nelle scuole, a partire da quella dell’infanzia e la formazione degli operatori, da realizzare in collaborazione con la Consulta delle Donne e in rete con il Centro antiviolenza, il Centro documentazione donna e le associazioni femminili, per affermare i diritti di cittadinanza di genere, nonché una cultura atta alla prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza contro le donne e di genere;
  • Realizzare progetti di educazione permanente che coinvolgano tutti i/le cittadini/e al fine di creare una comunità educante attiva;
  • Farsi promotore verso il Governo affinché tali progetti educativi possano diventare parte integrante ed obbligatoria nei percorsi scolastici, ma anche che la formazione sui temi della violenza di genere siano estesi a tutti gli ambiti istituzionali come ad esempio Forze dell’Ordine, Magistratura, ecc.
  • Sollecitare il Governo affinché si impegni a destinare fondi che sostengano gli interventi legislativi e le realtà che operano sui territori, finanziando sia i Centri Antiviolenza che i Centri per Uomini maltrattanti, in aggiunta a tutti gli enti locali per progetti specifici di contrasto alla violenza contro le donne.