Ultrabizzarro il libro di Max Scarnà

Uno degli ultimi banchetti che abbiamo fatto prima delle ultime zone rosse e arancioni è stato a Mezzolara, dove abbiamo incontrato un cittadino che ci ha consegnato un suo libro Ultrabizzarro. 

Lui è Max Scarnà, calabrese di nascita e oggi residente a Budrio. Insegna diritto ed economia a Molinella e ha iniziato a scrivere da quando avevo dieci anni.

Ci racconta che lo hanno sempre affascinato i generi: fantascienza, horror, avventura, giallo.
Mio padre era un lettore onnivoro, potevi trovarlo con una copia de I Promessi Sposi o l’ultimo di Mike Hammer o Crash di James Ballard – racconta Max Scarnà – lo stesso dicasi per il cinema, di cui era un fan sfegatato: con lui ho anche scoperto i poliziotteschi, il western all’italiana, i film drammatici di Alberto Sordi, Nino Manfredi e Vittorio Gassman

Di sé stesso dice che non ha mai avuto esitazioni nel buttare giù storie o brevissimi bozzetti.

non avevo voglia di scrivere i miei tormenti o le mie elucubrazioni mentali, tentavo solo di immaginare le vicende che mi sarebbe piaciuto leggere.

Ha lavorato per una casa editrice e per un’azienda di conserve, prima di diventare insegnante. Durante questi anni ha pubblicato due antologie di racconti – Istanti d’istanti e Extra – più una manciata di storie su alcune riviste sia cartacee che digitali.

Il titolo Ultrabizzarro viene dalla difficoltà di incasellare in un unico genere questa antologia. Sicuramente l’horror rappresenta lo spunto di partenza, ma c’è anche fantascienza, noir, giallo, commedia e satira.

I brevissimi racconti Ideali e Utopie, La vita dei nostri pronipoti e Conflitto di sistema sono stati suggeriti all’autore dalle notizie relative alla disoccupazione, ai politici che definiscono i giovani italiani dei bamboccioni, alla lotta per i diritti dei lavoratori declinati secondo un approccio Asimoviano.

Altri racconti sono un po’ più strutturati – Un pomeriggio estivo tra amici, Seconda occasione, Guerra dei mondi due punto zero, Take it like a woman – e sono semplicemente barzellette macabre molto lunghe che parlano di vendette nella terza età, invasioni aliene, conseguenze darwiniane della violenza sulle donne.

I due racconti più lunghi – Tre Donne Eterne e U’ baganieddu – sono nati quasi per gioco, da reminiscenze infantili.
Mia madre e le mie zie mi parlavano sempre di un essere cattivo, detto baganieddu, che infestava le case abbandonate, sostenendo di averlo incontrato veramente – dice Max Scarnà  – Ho scoperto in seguito, facendo qualche ricerca, che si tratta dell’equivalente del Leprecano o del Munaciello. Ho tentato di dargli un respiro più ampio, spero di esserci riuscito”. 

Tre Donne Eterne è invece un omaggio a Dario Argento: nonostante Max Scarnà  ammetta di preferire Lucio Fulci e Umberto Lenzi, ritiene Profondo Rosso e Inferno due pellicole girate meravigliosamente.

Ci sono altre storie buffe, spaventose e comiche e credo che tutte siano facilmente leggibili e fruibili e in grado di far trascorrere a tutti un’ora spensierata.Inoltre sono brevi, dunque non farete troppa fatica a leggerle.

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