L’ospedale non chiude ma si rafforza. Tutti gli aggiornamenti

Ottobre 17, 2023| comunità|By REDAZIONE

Partiamo da una premessa fondamentale: per scelte del governo (e dei governi) mancano 4 miliardi al Servizio Sanitario Nazionale. Ma soprattutto manca personale medico in tutta Italia, soprattutto di emergenza-urgenza. Se non si vuole svuotare del tutto o addirittura chiudere i presìdi territoriali, va cambiata l’organizzazione dei Pronto Soccorso, guardando a cosa servono e quali pazienti accolgono.

Nasceranno 66 CAU in Regione (Centri di Assistenza alle urgenze). I medici di pronto soccorso si concentreranno negli ospedali più grandi. Nei CAU lavoreranno i medici di continuità (guardie mediche) insieme agli internisti dell’ospedale.

Anche a Budrio, quindi, il Pronto Soccorso diventa CAU (Centro di Assistenza alle urgenze). Il 95% degli attuali accessi al PS saranno gestiti dal nuovo CAU (gli altri, già oggi, sono inviati alle strutture adeguate di alta complessità). Ci saranno quindi le stesse prestazioni per i codici bianchi, verdi e azzurri (che oggi sono il 95%) ma con più medici.

Questi cambiamenti non ci fanno paura ma vanno monitorati passo dopo passo. A inizio 2024 ci sarà un altro appuntamento pubblico per verificare i primi risultati del CAU.

In realtà, l’ospedale di Budrio si rafforza con la medicina interna e la chirurgia per la quale si amplia la collaborazione con Sant’Orsola e Rizzoli. Un altro passo avanti, dopo il successo del progetto sulla chirurgia iniziato 10 anni fa.

Riportiamo qui la nota dell’Amministrazione comunale sull’incontro pubblico di sabato 14 ottobre.

Nella mattinata di sabato 14 ottobre, presso la Sala Ottagonale delle Torri dell’Acqua di Budrio, ha avuto luogo un incontro con la cittadinanza per approfondire il tema dell’ospedale di Budrio ed in particolare della conversione del Pronto Soccorso in Centro di Assistenza delle Urgenze (CAU), elemento che si inserisce nel più ampio contesto della riforma della rete emergenza-urgenza in Emilia-Romagna.

Hanno preso parte alla discussione:
• Debora Badiali, Sindaca di Budrio
• Raffaele Donini, Assessore Regionale alle politiche per la salute
• Paolo Bordon, Direttore AUSL Bologna
• Chiara Gibertoni, Direttrice Aosp Sant’Orsola
• Anselmo Campagna, Direttore Istituto Ortopedico Rizzoli
• Matti Altini, Responsabile ospedaliero RER
• Antonio Pastori, Responsabile 118 RER
• Luca Baldino, Direttore generale assessorato alla sanità RER

Un caposaldo dal quale si è sviluppato l’intero incontro, come affermato dalla Sindaca Badiali, è che l’ospedale di Budrio continuerà ad essere un ospedale a tutti gli effetti, non è destinato alla chiusura né al depotenziamento. Anzi tutt’altro.

“Si conferma il disegno che si è definito ormai dieci anni fa tra medicina interna e chirurgia. In quel disegno l’ospedale si è rafforzato e si rafforzerà come struttura per acuti con il consolidamento della medicina interna e con l’avanzamento della chirurgia con il Sant’Orsola di media e bassa complessità.”

La Sindaca ha poi sviluppato una riflessione sui tre punti da cui partire per capire perché vengono istituiti i CAU e sul loro funzionamento.

1. Diminuiscono i medici di pronto soccorso e vengono concentrati nelle strutture più attrezzate dove arrivano i casi più complessi.
2. La grandissima parte (il 95%, come approfondito di seguito) di chi arriva oggi in un pronto soccorso come quello di Budrio continuerà ad accedere al CAU e a ricevere assistenza.
3. Il cambiamento non ci fa paura ed è necessario per salvare il sistema dell’emergenza-urgenza. Il progetto verrà seguito quotidianamente, anche per assestarlo e affinarlo in corso d’opera e per verificare quali effetti avrà.

La conversione del Pronto Soccorso in CAU rientra quindi di una più ampia riforma della rete emergenza-urgenza che si sta realizzando in Emilia-Romagna per far fronte alle due criticità più grandi che l’intero Paese sta affrontando:
• il sottofinanziamento della sanità, mancano 4 miliardi di euro l’anno a questo settore;
• la difficoltà a reperire medici e personale sanitario, in particolare nell’ambito dei Pronto Soccorso.

La risposta a queste criticità la danno dunque i CAU, ma come sottolineato da Luca Baldino, Direttore generale della sanità RER, un altro elemento di novità sarà l’attivazione, entro la prima metà del 2024, del numero unico 116117, a cui ci si dovrà rivolgere per essere indirizzati nella giusta struttura a seconda della necessità del singolo paziente. Le richieste verranno gestite da tre centrali in tutta la regione, con gli stessi standard del 118, e risponderanno a tre necessità:
• prenotazione di uno slot presso il CAU;
• risoluzione direttamente al telefono delle problematiche più basiche;
• attivazione del servizio di intervento a domicilio.

A supportare con dati e numeri la direzione che si è deciso di intraprendere è stato Paolo Bordon, Direttore AUSL Bologna: nel 2022 il 96% degli accessi al Pronto Soccorso è stato effettuato per interventi di bassa complessità, trend confermato anche fino al mese di settembre 2023, con il 95% di interventi di questa tipologia.

Il CAU presso l’ospedale di Budrio sarà aperto 7 giorni su 7, 24 ore su 24, per le seguenti prestazioni:
• visita medica;
• certificazioni;
• trattamento farmacologico al bisogno;
• prescrizione di terapia per patologie di nuova insorgenza o terapie essenziali;
• procedure chirurgiche minori (per esempio, suture, medicazioni);
• prelievo per indagini di laboratorio – POCT;
• osservazione post-trattamento;
• attivazione di percorsi/prestazioni a completamento dell’iter diagnostico.

Inoltre Bordon ha sottolineato il potenziamento a cui si andrà incontro dal punto di vista del personale. Saranno infatti presenti due medici durante il giorno (attualmente ce n’è solo uno) e durante le ore notturne è prevista la presenza di un ulteriore medico nella medicina interna (anche in questo caso attualmente non è previsto).

Un altro elemento di primaria importanza è il rafforzamento della chirurgia. Come confermato con soddisfazione da Chiara Gibertoni, Direttrice Aosp Sant’Orsola, e Anselmo Campagna, Direttore ospedale Rizzoli, proseguirà la collaborazione con le due strutture per quanto riguarda gli interventi di chirurgia di media-bassa complessità, fondamentale per valorizzare la struttura budriese e il suo personale e allo stesso tempo per decongestionare le liste d’attesa nei due ospedali bolognesi. A Budrio, quindi, due eccellenze internazionali lavoreranno nel nostro ospedale. È la direzione opposta di un depotenziamento o di una chiusura.

Il ruolo chiave sul territorio dell’ospedale di Budrio è stato sottolineato inoltre da Mattia Altini, Responsabile ospedaliero RER, che ha rimarcato come il mondo della medicina cambi molto velocemente e con professionalità sempre più specifiche. Questo impone un mutamento per tutelare i bisogni della comunità in un contesto il più moderno possibile.

Cambiamenti necessari per confermarsi una regione all’avanguardia anche per Antonio Pastori, Responsabile 118 RER, il quale ha ricordato che l’Emilia-Romagna è stata la prima nel 1990 ad istituire il 118; negli anni sono state costruite centrali operative di area omogenea che hanno consentito di sviluppare il servizio di elisoccorso anche in notturna e che hanno inoltre permesso di sviluppare competenze multiprofessionali di tutto il personale.

Nelle conclusioni Raffaele Donini, Assessore Regionale alle politiche per la salute, ha sottolineato che ora la nuova sfida è la riforma dell’emergenza-urgenza, cioè la strada che la Regione Emilia-Romagna ha scelto per evitare desertificazioni e privatizzazioni che stanno già avvenendo in alcune regioni italiane.

L’assessore, rispondendo anche a interrogativi e domande poste dal numeroso pubblico presente in sala, sintetizza così gli obiettivi da raggiungere:
• dare risposta alle esigenze in minor tempo;
• potenziare il 118;
• rinnovare flotta dell’elisoccorso, aumentare i voli e le piazzole di sosta.

Dunque nessun depotenziamento e nessuna chiusura, anzi la struttura budriese vedrà:
• il consolidamento della chirurgia,
• la conferma della caratteristica di ospedale per acuti con la medicina interna,
• la risposta 24 ore al giorno alle urgenze (oltre il 90% degli accessi attuali al Pronto soccorso),
• il mantenimento dell’auto medica.

In conclusione la sindaca Badiali e l’assessore Donini si sono presi l’impegno di rivedersi a inizio 2024 nuovamente in sede pubblica per dare conto di questi primi mesi di attività della riforma, verificarne l’andamento approfondendo gli aspetti positivi e quelli più complessi.