Antifascismo è la Costituzione, nelle parole di Togliatti e Aldo Moro

Aprile 21, 2023| politica, storia|By REDAZIONE

Di fronte alle incredibili parole del presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, secondo cui “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”, richiamiamo le parole di Palmiro Togliatti (PCI) e Aldo Moro (DC).

“Il problema – dice La Russa – è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto”. Questo è falso e non coglie la complessità e la ricchezza della politica italiana. Gli sarebbe bastato leggere queste poche righe, così incredibilmente simili, pronunciate durante i lavori dell’Assemblea Costituente da due leader distanti e divisi su quasi tutto.

Moro poi ribadì quei concetti anche trent’anni dopo, segno che l’appropriazione di cui parla La Russa non ha fondamento e non è un buon argomento per evitare di dirsi, oggi, antifascisti.

Palmiro Togliatti all’Assemblea Costituente sul progetto di Costituzione, 11 Marzo 1947:

–> Noi siamo responsabili del futuro verso i nostri figli, verso i nostri nipoti. Per questo facciamo una nuova Costituzione, cioè vogliamo fondare un ordinamento costituzionale nuovo, tenendo conto di quello che è accaduto, cioè tirando le somme di un processo storico e politico che si è concluso con una catastrofe nazionale.

Per questo, vogliamo non una Costituzione afascista, ma antifascista. Quando diamo questo appellativo alla Costituzione che stiamo per fare, intendiamo precisamente dire che la Costituzione ci deve garantire, per il suo contenuto generale e per le sue norme concrete, che ciò che è accaduto una volta non possa più accadere, che gli ideali di libertà non possano più essere calpestati, che non, possa più essere distrutto l’ordinamento giuridico e costituzionale democratico, di cui gettiamo qui le fondamenta.

[…]abbiamo cercato di arrivare ad una unità; cioè di individuare quale poteva essere il terreno comune sul quale potevano confluire correnti ideologiche e politiche diverse, ma un terreno comune che fosse abbastanza solido perché si potesse costruire sopra di esso una Costituzione, cioè, un regime nuovo, uno Stato nuovo e abbastanza ampio per andare al di là anche di quelli che possono essere gli accordi politici contingenti dei singoli partiti che costituiscono, o possono costituire, una maggioranza parlamentare. Ritengo questo sia il metodo che doveva e deve essere seguìto se si vuol fare opera seria.”

Aldo Moro all’Assemblea Costituente, 13 marzo 1947 e in “Attualità e valori della Costituzione”, Il Popolo, 30 dicembre 1977:

–> “Non possiamo fare una Costituzione afascista, cioè non possiamo prescindere da quello che è stato nel nostro Paese un movimento storico d’importanza grandissima il quale nella sua negatività ha travolto per anni la coscienza e le istituzioni. Non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione oggi emerge da quella Resistenza, da quella lotta, da quella negazione, per le quali ci siamo trovati insieme sul fronte della resistenza e della guerra rivoluzionaria ed ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale. Non avremmo ancora detto nulla se ci limitassimo ad affermare che l’Italia è una repubblica, o una repubblica democratica”.

–> La Costituzione repubblicana rappresenta il solido fondamento della nostra convivenza civile. In essa si rispecchiano, in modo armonioso, diverse tradizioni, culture, sensibilità ad esperienze politiche. Non si tratta di un mediocre compromesso, ma di un atto di grande responsabilità, nel rispetto di tutti verso tutti, garanzia perciò di pace, pur nel tumulto delle cose nella vita sociale e politica. Chi ha vissuto il momento della elaborazione dello storico documento non può dimenticare l’elevatezza del dibattito, la passione civile, la concordia nazionale nell’affermazione di alcuni valori essenziali della nostra vita associata. Saremo oggi meno coraggiosi e meno responsabili? Io credo di no. Sappiamo dunque che un patto ci unisce pur in presenza della diversità e delle divergenze che hanno pieno diritto di esistere nel nostro sistema. Ma proprio per questo è importante che il patto ci sia, che esso venga rispettato, che costituisca punto di riferimento costante della nostra vita politica.