La vicenda dello spostamento dei seggi dalle scuola a Budrio spiegata bene

Abbiamo letto con sorpresa le dichiarazioni del sindaco di Budrio pubblicate su Repubblica Bologna.
Ci chiediamo se è lo stesso sindaco in carica nell’autunno 2018 quando presentammo una mozione in Consiglio comunale (peraltro approvata dalla sua maggioranza) proprio sul tema “spostare i seggi elettorali dalle scuole” e ancora nel 2019 quando lo interrogammo sempre in Consiglio sulla situazione dei seggi elettorali (visto che ancora non erano stati spostati). Per entrambe alleghiamo i documenti a protocollo dell’Ente.

Qui la mozione presentata da noi e votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Budrio a novembre 2018

 
A giugno 2019 abbiamo presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere al sindaco a che punto fossero i lavori.
Questa è stata la risposta:
Siamo esterrefatti: da quasi due anni Mazzanti avrebbe dovuto iniziare l’iter per lo spostamento dei seggi per liberare le scuole dalle ormai frequenti consultazioni elettorali.
 
Sappiamo che è possibile farlo perché a Budrio lo si è fatto con l’Amministrazione Pierini, pochi anni fa, quando furono spostati i seggi della frazione di Mezzolara dalle scuole al palazzetto dello sport.
Avrebbe dovuto fare questo iter, dunque, perché glielo imponeva una mozione del Consiglio comunale. In tre anni non ha mosso un dito. Ma non è finita qui: a giugno 2019, in vista delle elezioni regionali, in Consiglio comunale è stata presentata un’interrogazione per sapere cosa cosa stesse facendo su questo fronte. Mazzanti rispose che, sostanzialmente, non si poteva fare.
 
Ora, incredibilmente, dice di aver provato a spostare i seggi chiedendo un iter veloce. Gli viene risposto che va seguito l’iter normale e, come nel suo stile, dà la colpa al Viminale.
A Budrio siamo oltre il ridicolo. Questa amministrazione non si prende mai una responsabilità, anche quando sono evidenti le proprie mancanze. Mazzanti incolpa sempre qualcun altro, avvelenando i rapporti con le altre istituzioni e distruggendo la credibilità dell’ente che rappresenta tutti i cittadini.