Come sempre Mazzanti cade sul fact-checking

In tre anni di mandato, non c’è una sola intervista del sindaco Mazzanti in grado di superare un fact-checking. Esattamente come quella sul Carlino del 19 Luglio, dove afferma falsità e mezze verità in modo spudorato.
 
  • Mazzanti dice di aver ereditato una situazione del Comune in pre-dissesto. Niente di più falso. Non esiste un solo documento che possa provarlo, anzi: i pareri dei revisori dei conti, negli anni, non accennano mai a un contesto del genere. Inoltre, non risulta che nessuno né prima né dopo abbia denunciato la gravità della situazione agli organi competenti. Quindi siamo alle solite illazioni, dopo 3 anni ci aspettiamo qualcosa di più dal sindaco in carica.
  • Dice che adesso i conti sono a posto e potrà investire in un mutuo per la ristrutturazione del teatro: in realtà già nel 2018 il Comune avrebbe potuto accendere nuovi mutui per oltre 1 milione di euro ma non lo ha fatto (è nei documenti di Giunta).
  • Dice di aver ridotto il debito del 25% rispetto al 2016, ma non è affatto merito suo: i soldi per pagare le rate dei mutui del 2017 erano state accantonate dal sindaco precedente. Quindi Mazzanti può semmai rivendicare di aver ridotto il debito del 13%, che poi è semplicemente un calo fisiologico in base ai piani di ammortamento dei mutui.
  • Ricordiamo poi che l’estinzione dei mutui della società partecipata Step è stata possibile solo grazie ai 2 milioni di euro ricavati dalla vendita delle azioni Hera.
  • Mazzanti si vanta di aver portato il debito pro capite da 834 euro a 618: sono numeri falsi, inventati di sana pianta, come dicono i documenti ufficiali che lui stesso ha portato in Consiglio. La verità è che nei suoi tre anni di mandato il sindaco ha ridotto di 90 euro il debito pro capite, ma ha aumentato per lo stesso importo la pressione tributaria pro capite (da 421 euro del 2017 agli attuali 510).
  • Afferma poi di non aver aumentato i costi per le famiglie, ma è falso: sono state aumentate molte tariffe ed è stata aumentata l’addizionale Irpef, questo vale un prelievo di più di mezzo milione di euro ogni anno.
 
Vorremmo che fosse chiaro, quindi, che gli unici artefici dell’abbassamento del debito e dell’aumento delle entrate sono i budriesi che pagano più tasse e tariffe, a livelli che non hanno precedenti nella storia di Budrio.
 
Nello stesso tempo i cittadini si ritrovano un comune inefficiente e assente nelle frazioni e in generale con meno manutenzioni, meno attenzione allo sport, meno cultura, meno comunità. Per non parlare degli investimenti: gli unici lavori visti in questi anni e ancora in corso sono il frutto del lavoro dell’amministrazione precedente, come il Magazzino sementi, la viabilità ciclabile intorno alla stazione, la messa in sicurezza della scuola di Mezzolara.