No al fascismo. No al revisionismo.

Come forze politiche di centrosinistra di un comune medaglia d’argento al valore civile per la lotta di Liberazione dal nazifascismo, insieme a molti cittadini increduli e sconcertati, esprimiamo il nostro profondo disappunto per il giudizio espresso dall’assessore alla cultura del Comune di Budrio Gualtiero Via sulla dittatura fascista in Italia.

L’assessore Gualtiero Via non è nuovo a posizioni molto discutibili e in contrasto, almeno nelle parole, con chi guida il Comune di Budrio. Pensiamo alle sue considerazioni sull’Europa o a quelle sul tema vaccini, non solo negli ultimi mesi ma già nel 2017, quindi molto prima del Covid. Posizioni non consone a un assessore che rappresenta l’ente Comune, sostanzialmente in contrasto con la scienza, con quasi TUTTI i partiti dell’arco costituzionale e con lo stesso buon senso.

Da un lato Via parla di un fascismo che «attraversa fasi molto diverse» e le cui «leggi razziali e ancora di più la guerra accanto a Hitler sono state la sua rovina», quasi a cercare di distinguere un fascismo buono o “accettabile” da uno “degenerato” che si allea con il nazismo e si incammina nella follia antisemita.

Dall’altro cerca di legittimare un’affermazione che rimbalza da anni sui social e non solo: il fascismo ha fatto anche cose buone. Segue, come da copione, l’elenco: «le colonie, le bonifiche, l’Iri, la Treccani, Cinecittà, l’Eur». Aggiungiamo noi altre “conquiste”, come da copione nostalgico social del “Quando c’era LVI”: le pensioni, la cassa integrazione, i treni in orario… e potremmo continuare.

Ognuna di queste “cose buone” è, da sempre, al vaglio degli storici. Si scopre così che ognuna di queste, correttamente contestualizzata e analizzata, non si mostra poi così buona o innovativa. In molti casi, per esempio, il regime proseguì iniziative precedenti, usando la propaganda per presentarle come rivoluzionari avanzamenti di civiltà. Alla luce della mole di studi storici, potremmo parlare lungo di “cose buone” che poi così buone non erano.

Gualtiero Via omette colpevolmente che le leggi razziali non furono una degenerazione degli ultimi anni, influenzata dalla politica tedesca. Infatti, il razzismo era presente fin dai primi anni del fascismo: si pensi alle politiche nelle regioni del confine orientale o alla drammatica spedizione in Africa che, peraltro, il fascismo rivendica al momento dell’emanazione delle leggi razziali. Il razzismo non è quindi una fase, ma parte dell’essenza del fascismo.

Più in generale dire che il fascismo ha fatto cose buone significa mettere da parte il contesto, l’ideologia, le repressioni, la violenza, le discriminazioni, il confino degli oppositori, lo Stato autoritario e totalitario, la guerra, la Repubblica di Salò.

Lo sviluppo urbanistico del ventennio non può e non deve farci dimenticare ciò che ha prodotto il fascismo. L’Italia uscita dal fascismo era più povera e ingiusta, lacerata e straziata. La democrazia, conquistata a prezzo di vite umane e grandi sofferenze, ha ricostruito il Paese, ha faticosamente ricucito le ferite, ha ridato dignità e futuro all’Italia.

Questo è l’unico giudizio del fascismo che va dato, tanto più in un periodo come quello che stiamo vivendo in cui riemergono suggestioni, nostalgie e violenze che si richiamano a quel periodo nefasto e che dovrebbero, invece, mobilitare tutti i rappresentanti delle istituzioni in difesa della democrazia e della convivenza civile.

Questo ci sembra rilevante, non le “cose buone”.

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