STeP: facciamo chiarezza una volta per tutte!

Sono stati anni di informazioni parziali e fuorvianti da parte di Mazzanti e ci sono state sue dichiarazioni (anche recenti) offensive verso chi ha amministrato prima di lui – e indirettamente verso alcuni funzionari comunali – sul solito tema della STeP e del “disastro trovato nei conti del comune”.

Dispiace dover tornare a parlare del passato, proprio in un momento in cui Budrio è sempre più ferma e chiusa in se stessa, ostaggio di amministratori che non programmano e non guardano al futuro della nostra comunità. Davanti agli ennesimi attacchi scomposti e approssimativi che ci rivolge Mazzanti sentiamo l’obbligo di ristabilire, ancora una volta, alcune verità. E lo facciamo con documenti e numeri alla mano, per mettere a disposizione di tutti informazioni corrette e dettagliate su ciò che ha fatto la STeP per Budrio e per i suoi beni comuni, che ben rappresentano il buon livello di qualità della vita e dei servizi raggiunto in questi anni, anche grazie alle attività svolte dalla partecipata.
 
Partiamo, ancora una volta, da un dato: non c’è mai stato nessun buco di bilancio. Lo hanno certificato i vari revisori (oramai una dozzina) che anno dopo anno si sono avvicendati e hanno sempre rilasciato parere favorevole ai bilanci del Comune e della Step.
La stessa amministrazione Mazzanti, durante il proprio mandato, ha già presentato al Consiglio comunale (e votato) due rendiconti, due bilanci previsionali, due bilanci consolidati, salvaguardie ed assestamenti vari senza rilevare alcuna irregolarità o alcun debito fuori bilancio (se non per errori fatti dalla loro stessa amministrazione nel 2019). È quindi inaccettabile che si cerchi maldestramente di giustificare le mancanze di oggi lanciando accuse verso chi c’era prima.

Perché nasce la STeP: il patto di stabilità e l’opportunità di gestire una farmacia comunale

 
Il Patto di stabilità interno, introdotto per la prima volta con la Legge finanziaria del 1999, fissa le regole cui devono attenersi gli Enti Locali per concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risanamento della finanza pubblica. È stato modificato più volte, sempre in senso più restrittivo, nel corso del tempo, fino a una drastica riduzione delle possibilità di investimento da parte degli enti locali. Tra il 2008 e il 2010 in sostanza i Comuni hanno sostanzialmente bloccato gli investimenti e ritardato i pagamenti degli stessi. Il meccanismo imponeva di spendere soltanto il danaro incassato, congelando nella Tesoreria dello Stato i risparmi conseguiti negli anni precedenti. Siccome le entrate correnti erano sufficienti appena a coprire le spese correnti, gli investimenti ed i relativi pagamenti rimanevano fermi. Più che un “patto di stabilità” fu una “destabilizzazione sociale”. Questo è il contesto in cui si è trovato anche il nostro Comune ed è in questo passaggio delicato e complesso che si comprende la scelta fatta nel 2008 di costituire la STeP. Oltre a questo, nel 2008 la Regione diede al Comune la possibilità di gestire una farmacia comunale, assegnandola a società di diritto privato. L’amministrazione decise giustamente di sfruttare quella opportunità, che negli anni ha portato benefici sociali ed utili economici rilevanti.
 
Cosa ha fatto la STeP, e perché è andata in “tensione finanziaria”
Dal 2008 al 2012, l’esistenza di STeP ha consentito di poter effettuare pagamenti ai fornitori per lavori già ultimati, altrimenti bloccati a causa del Patto di Stabilità, e di poter avviare nuovi investimenti, necessari anche alla luce dell’incremento demografico registratosi a Budrio in quegli anni.
È grazie alla STeP, quindi, se in quegli anni a Budrio furono sbloccate risorse, anche ricorrendo a nuovo indebitamento, per realizzare opere pubbliche, manutenzioni, servizi, acquisti di materiali, messe in sicurezza di edifici e strade e così via.
Inoltre, dal 2008 STeP ha gestito in utile la nuova Farmacia comunale che dal 2016 è stata anche ampliata e completamente rinnovata grazie alla collaborazione con la società pubblica SFERA.
Grazie alla STeP, sono state realizzate opere come:
  • il nuovo edificio della scuola media di Budrio: 1,7 milioni di €
  • la vasca di laminazione delle Creti (il nuovo quartiere ne era sprovvisto e avrebbe rischiato di allagarsi a ogni acquazzone): 1,5 milioni di €
  • manutenzione strade e segnaletica: 1,2 milioni di €
  • recupero Torri dell’acqua: 480mila €
  • Svincolo zona industriale-Creti: 400mila €
  • ristrutturazione e parcheggio Bocciofila: 350mila €
  • impianti sportivi, tra cui l’area esterna del PalaMezzolara: 220mila €
  • ampliamento scuola elementare Budrio: 180mila €
  • migliorie nei cimiteri: 66mila €
Liberare queste risorse ha avuto grande importanza per Budrio: da quei 7 milioni di euro sono arrivate opere fondamentali per il futuro della nostra comunità e del nostro territorio.
Opere fondamentali per il futuro della nostra comunità e del nostro territorio, come chiunque può riconoscere, e alle quali andrebbero aggiunti i pagamenti effettuati dal Comune in conto residui, che Mazzanti dovrebbe ben conoscere perché gli fu fornita documentazione in risposta ad una sua interrogazione del 2015.
 
Diversamente da oggi in cui tutto è fermo, senza progetti né investimenti, possiamo dire che quella fu una stagione di crescita e miglioramento importante per Budrio, e che lo fu anche grazie alle operazioni permesse dalla STeP.
L’elenco degli interventi di cui si è fatta carico la società “in house” del Comune parla chiaro: 273 tra piccoli e grandi incarichi, acquisti, servizi, lavori, manutenzioni ecc.
È tutto nelle carte ufficiali: sono documenti che può leggere anche Mazzanti, evitando di parlare di disastro o di buchi di bilancio quando parla della STeP.
Al di là degli interventi economicamente più consistenti, ci sono poi altri lavori che chi vive nel territorio conosce bene.
 
Dall’Albero delle ocarine sul muro del museo alla fontana di piazza 8 marzo, dagli impianti di video sorveglianza alla ristrutturazione della foresteria di via Garibaldi, dalla pensilina della scuola elementare alla fermata del bus di Vedrana con pensilina, una richiesta di ragazzi e famiglie a cui si è data una risposta positiva.
 
Scorrendo gli interventi realizzati da STeP emerge poi con forza il lavoro svolto per dotare di CPI (Certificato prevenzione incendi) tutte le scuole e gli impianti sportivi comunali. Un lavoro che non ha visto inaugurazioni di nessun tipo, ma che è stato fatto per il bene di nostri ragazzi e per la loro sicurezza.
 
La dimensione del piano di investimenti della STeP fu pensata sulla base del trend delle entrate che il Comune aveva registrato negli anni precedenti come proventi per le concessioni edilizie, che nel periodo 2003-2008 si erano sempre attestati intorno ai 3 milioni di euro. La crisi globale intervenuta successivamente sui mercati finanziari e immobiliari ridusse fortemente quelle entrate e, di conseguenza, la capacità per il Comune di fornire risorse adeguate alla società STeP.
È qui che STeP entra in tensione finanziaria ed è qui che l’amministrazione Pierini si mette alla ricerca di soluzioni, arrivando nel 2015 a decidere per la messa in liquidazione della società.

La liquidazione della STeP

Come scritto in apertura, il quadro normativo è mutato più volte nel corso degli anni. Nel 2015, il Comune di Budrio decise di sciogliere la STeP con un voto in Consiglio Comunale. Ora il Comune guidato dai “civici”, grazie ad un quadro normativo favorevole e grazie alla vendita del pacchetto di azioni Hera ricevuto in eredità dalle amministrazioni precedenti, accelera il processo di liquidazione avviato da Pierini. Ma è bene ricordare (è agli atti) che nel 2015 Mazzanti votò contro la liquidazione.
Eravamo d’accordo nel 2015 con la messa in liquidazione, abbiamo già detto che siamo d’accordo oggi con la velocizzazione di questo processo. Quello che resta, alla fine della fiera, è l’inefficacia dell’amministrazione Mazzanti, da due anni alla guida della nostra comunità, di cui tutti ricordiamo gli “ah ma io non sapevo, ah ma io l’ho imparato per caso” mentre non si rintraccia alcun progetto (in attesa di quello per il teatro, promesso mesi fa) e nessun piano strategico rivolto al futuro.