Un altro STeP verso la chiusura della società partecipata

Col rientro nel patrimonio comunale degli immobili entriamo nelle battute finali della chiusura della Step, avviata sei anni fa per scelta dell’amministrazione precedente e grazie al lavoro di coordinamento svolto dal dottor Palladino e del dottor Dall’Olio, punti di riferimento in questo gestione iniziato nel 2015.

Ridurre le vicende legate a Step a discussioni da bar sport non aiuta a capire questa parte di storia amministrativa budriese. Le rappresentazioni creative della realtà – a volta condite da aggressioni e insinuazioni di ogni tipo – sono in realtà la spia di una leggerezza e superficialità che sono sono proprie delle tifoserie, abituate più al “sentito dire” che ai fatti, e soprattuto agli atti.
 
Riportiamo qui l’intervento della capogruppo Debora Badiali su questo punto, in Consiglio Comunale 9 febbraio 2021.
 
Oggi ci sono le condizioni per una riflessione più serena sulla Step, sulle ragioni per cui fu GIUSTAMENTE fondata e su quelle che hanno GIUSTAMENTE spinto al suo superamento.
 
Tra il 2005 ed il 2008 si susseguirono Leggi di Bilancio che, oltre a ridurre i trasferimenti ai Comuni, limitarono le possibilità di fare nuovi investimenti. In particolare, l’introduzione di misure per il rispetto del Patto di Stabilità creò problemi, in quanto furono imposti programmi di miglioramento dei saldi obiettivo che limitavano sia i pagamenti in conto capitale che la possibilità di contrarre nuovi mutui. Per dare un ordine di grandezza, il rispetto di queste regole comportava per Budrio un miglioramento dei saldi obiettivo pari a 1.032.000 euro nel 2009, 2.086.000 euro nel 2010 e 3.550.000 euro nel 2011.
 
E’ in quel contesto che nacque la Step, per scelta di una maggioranza di cui facevano parte anche consiglieri che poi nel 2012 si sarebbero candidati nella lista “Noi per Budrio” e che hanno poi sostenuto anche nel 2017. Mi sembra strano che debba sottolinearlo proprio io che quando nacque la step non avevo nemmeno diritto di voto e andavo ancora al liceo. Ma mi sono studiata un po’ di carte e un po’ di storia per poter dire ciò che sto dicendo.
 
Step nacque dunque per due grandi motivi: risolvere problemi rilevanti creati dalle scelte nazionali e cogliere alcune opportunità. Questo in coerenza con la storia del nostro municipio e delle nostre terre: il bene comune, l’equità e la giustizia sociale, per i quali c’è bisogno di un’amministrazione comunale presente, efficiente e che dà risposte concrete di fronte ai nuovi bisogni e alle opportunità da cogliere. Qualcuno può aver dimenticato questi valori. Io penso che abbiano ancora grande importanza.
Tornando alla Step, gli obiettivi erano questi, in estrema sintesi:
  • pagare fornitori per debiti già contratti, dato che tali pagamenti sarebbero stati inibiti dalle nuove regole;
  • accendere nuovi mutui, che il Comune non avrebbe potuto accendere;
  • investire in nuove opere, altrimenti irrealizzabili nell’ambito delle nuove regole;
  • consentire al Comune di continuare a espandere non tanto gli investimenti in quanto tali, ma la propria azione nell’ambito dei servizi alla cittadinanza, rafforzando coesione sociale, qualità della vita, tenuta della comunità;
  • investire in una farmacia, che era un’opportunità da cogliere come comune, per via delle possibilità che la Regione concede alternativamente a soggetti privati e a enti pubblici, in base alle modificazioni demografiche. Su questo avremo modo – molto presto – di valutare gli effetti benefici della farmacia comunale e del suo incardinamento dentro Sfera, società pubblica di cui il comune fa parte, su cui io votai a favore nello scorso mandato, mentre qualcun altro distribuiva volantini offensivi davanti al comune.
Per questi motivi fu fondata la Step, dandole garanzie per contrarre nuovi mutui, conferendo quegli stessi immobili che oggi faremo rientrare nel patrimonio dell’Ente. Le opere realizzate dalla Step sono sotto gli occhi di tutti: la farmacia comunale, il nuovo edificio della scuola media, la vasca di laminazione delle Creti, il recupero delle Torri dell’Acqua, gli svincoli in zona Creti, l’ampliamento della scuola elementare, la ristrutturazione ed il nuovo parcheggio della bocciofila, l’area esterna del PalaMezzolara e tante altre cose ancora, come la manutenzione delle strade e della segnaletica: un totale di 273 grandi e piccoli interventi.
 
In tutto questo non saprei dire se siano stati fatti errori formali o altro: questo lo dirà la Corte dei Conti, che ha effettuato rilievi sul rendiconto 2017 (presentato dall’amministrazione Mazzanti e approvato da questo consiglio nel 2018).
Parliamo di partite contabili nei rapporti con la partecipata, non di ruberie o fondi neri per i quali avrei meglio compreso le grida e l’esposizione mediatica delle settimane intorno a Natale. Accuse e polveroni controproducenti, trasformando ancora una volta una questione puramente contabile in propaganda politica.
 
A quella spettacolarizzazione preferisco l’equilibrio delle parole contenute nella prima delibera del 2021 di questa Giunta, dove si legge testualmente:
“il Comune ha sempre seguito una linearità di comportamento e la massima trasparenza nel percorso di liquidazione ed ha valutato le proprie ipotesi non in conflitto con le norme in materia di contabilità pubblica; i crediti e i debiti del comune verso la Step sono stati sempre considerati all’interno del percorso di liquidazione intrapreso e non hanno mai assunto una differente connotazione nel corso del tempo essendone considerata possibile l’eliminazione soltanto alla fine del suddetto percorso; i crediti del comune hanno sempre avuto una garanzia reale costituita da immobili conferiti e da una farmacia, beni tangibili di valore nell’ordine di 7 milioni di euro, ritenendo pertanto sostenibile il loro mantenimento in bilancio”.
 
Io, noi ne eravamo già convinti da un bel po’ di tempo, anzi dall’inizio. Evidentemente anche nella giunta ha prevalso un approccio realista, responsabile e soprattutto non strumentale della questione.
Concludo dicendo che le pietanze si preparano con gli ingredienti che si hanno a disposizione. L’amministrazione Pierini, verificata l’impossibilità per Step di proseguire in una gestione ordinaria, ne decise la messa in liquidazione. Successivamente, l’amministrazione in carica sin dal suo primo DUP mise nero su bianco la volontà di attuare le stesse linee ereditate dall’amministrazione precedente, cioè la prosecuzione del piano di liquidazione di Step. L’amministrazione Pierini, prima di terminare il suo mandato, nel previsionale 2017 inserì 250.000€ per il primo accantonamento.
Il miglioramento del quadro normativo ha reso possibile accelerare i tempi della liquidazione, spero per la soddisfazione di tutti e, aggiungo, anche col nostro voto favorevole, come nel caso della vendita delle azioni Hera.
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