"Non voglio avere paura" il libro di Alice Vignoli

Il libro “Non voglio avere paura” di Alice Vignoli è uscito quest’autunno e sarà presentato Lunedì 13 Dicembre 2021 alle ore 18:30 presso il bar edicola Le Café di Mezzolara (grazie a Le Café e Pro Loco Mezzolara per la gentile collaborazione).

Alice ci racconti come nasce l’idea di questo libro? 

Non sono una scrittrice e non è neanche mai stato uno dei miei sogni nel cassetto, è stata nonna Maria a spingermi affinché scrivessi la sua storia. Mia nonna, classe 1933, rimase ferita sull’altopiano modiglianese – oggi in provincia di Forlì-Cesena – dalla scheggia di una bomba che le perforò il polmone destro, durante la Seconda guerra mondiale, ad appena undici anni. Conoscevo la sua storia già da molto tempo, ma mai ero rimasta ad ascoltare i dettagli di quella vicenda e nemmeno le avevo mai chiesto più informazioni sulla sua vita. Ho cominciato ad appassionarmene quando, come leggendo un buon libro, iniziavo a conoscere nuovi personaggi e i loro ruoli. Un esempio: una delle storie che mi ha fatto commuovere è quella di Adele, la mamma di mia nonna, che nella sua semplicità ha portato avanti per molti anni una famiglia di otto figli da sola, prodigandosi anche come staffetta per la Banda Corbari quando la famiglia si trovò ad offrir loro rifugio, e facendo l’elemosina quando invece mia nonna – Maria, la protagonista del libro – è stata ricoverata per ottantanove giorni in un ospedale da campo, per poterle stare vicina.
Per me è stato un vero onore essere per mia nonna la sua confidente in quel momento e grazie a lei ho impresso su carta ciò che mi è stato raccontato.

Per chi lo hai pensato? 

Inizialmente doveva rimanere una scrittura in famiglia, qualcosa da tramandare a figli e nipoti. Dato che ero io a dover raccontare la sua storia, ho deciso di rivolgermi ai miei migliori sostenitori, ovvero i miei due bambini di cinque e sette anni. Ho utilizzato quindi un linguaggio semplice, per raccontare aneddoti tutt’altro che divertenti. Come potevo catturar la loro attenzione, se non basandomi sulle emozioni? E così ho fatto, il filo emotivo lega la prima all’ultima pagina e il racconto, che nella realtà è pieno di dolore e sofferenza, risulta ai loro occhi quasi una favola.

Nel libro vengono accennate parole sconosciute o non usuali per i bambini, come ad esempio “Linea Gotica”, “partigiani” e altro ancora. Parole per loro difficili, ma che inserite nel testo e spiegate attraverso note a piè di pagina, riescono facilmente a comprendere e inquadrare all’interno della storia.
I bambini hanno così un primo approccio alla storia, partendo da un punto di vista emotivo ed è questo che penso possa iniziare a coinvolgerli verso una materia che spesso viene vista solo come un elenco di date e avvenimenti.
Un buon successo è stato al momento riscosso anche da un’altra fascia d’età, quella degli over 80. Uomini e donne che han vissuto in prima persona i momenti narrati nel libro, che riescono ad immedesimarsi, ma soprattutto a comprendere, ciò che vi è scritto e questo – ancora una volta – grazie al tipo di linguaggio utilizzato e alla lunghezza dei capitoli.

Che cosa hai imparato mentre procedevi con la scrittura? 

La storia di mia nonna Maria mi ha insegnato a non arrendermi di fronte a banali difficoltà, perché quello che ha passato lei l’ha resa la donna forte che è ora e questo mi piacerebbe poterlo trasmettere ad ogni lettore del mio libro “Non voglio avere paura”.
Grazie al suo racconto e ai dettagli che ha avuto il coraggio di narrarmi, ho approfondito meglio le cronache locali dell’epoca, scoprendo così curiosità sul territorio che mi porterò sempre dentro.

Nuovi progetti?

Il mio prossimo progetto è di riscrivere la medesima storia, ricca però di accenni autentici legati al luogo in cui mia nonna è vissuta. Sarà un libro dedicato agli appassionati di letture storiche.
Purtroppo, spesso i ragazzi faticano ad ascoltare le storie degli anziani e certe nozioni scompaiono, cancellando pezzi importanti della memoria.  Vorrei dire  a tutti di non smettete mai di leggere, perché oltre ad aprire la mente, un buon libro può aprire il cuore, la fantasia e gli occhi su altri mondi. Ascoltate le storie di chi vi circonda, scoprirete probabilmente cose che riusciranno ad emozionarvi.

Alice Vignoli ha trentatré anni ed è nata e cresciuta a Budrio.
Ha due bambini e lavora come impiegata, principalmente back office in un reparto di vendite internazionali di macchinari agricoli.

Nel passato è stata assistente di volo, “bellissima esperienza che però mi sono sentita di abbandonare per dedicarmi ad altri progetti” dice.
Nel 2015, mamma da poco più di un anno e incinta della seconda figlia, ha deciso di intraprendere un percorso universitario, laureandosi in scienze filosofiche e dell’educazione a luglio del 2018.