L'ultimo documento di programmazione e previsione di Mazzanti

Martedì 25 gennaio 2022 è stato presentato in Consiglio Comunale l’ultimo documento di programmazione e il bilancio previsionale del mandato Mazzanti. Per noi è stato il momento di tirare le fila di questi 5 anni pessimi di amministrazione.

Lo abbiamo fatto, come sempre, argomentando la nostra contrarietà, presentando numeri, riflessioni e alternative. Va anche detto che siamo l’unico gruppo che interviene in Consiglio Comunale – pur su documenti non nostri – e siamo anche gli unici che a fine seduta rendicontano quello che è successo, senza sensazionalismi o pietismi social, ma come sempre nel merito.

IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE

Partiamo da un presupposto, questo documento viene scritto sulla base del programma di mandato dell’amministrazione che guida il Comune. Noi abbiamo valutazioni molto diverse sulle priorità e sugli interessi strategici di Budrio e lo diciamo perché la redazione di un documento programmatico ha sempre a che vedere anche con questioni di indirizzo e orizzonte di valori e soprattutto deve rendere ben chiaro agli elettori il modo in cui li tradurrà nella propria azione amministrativa.

Quindi dobbiamo partire dal 2017 e dai famosi 40 punti che il sindaco promise di realizzare durante il suo mandato. Oggi, nel tramonto di quel mandato, crediamo si possa riassumere quel programma elettorale in tre capitoli. 

  1. Cose fatte: non ci soffermiamo perché, com’è giusto che sia, sarà il gruppo di maggioranza – con comodo eh – a doverle spiegare agli elettori. 

  2.  Cose che invece non sono state fatte e ne citiamo solo alcune.
    – Il potenziamento del pronto soccorso notturno, non pervenuto.
    – I campi solari comunali: quelli c’erano già, ma questa amministrazione li ha smantellati.
    – Il miglioramento della mensa scolastica: mai visto.
    – Una maggior cura del verde: anche questo è un punto che è stato realizzato al contrario, perché raramente a Budrio si era vista una cura del verde così trascurata.
    – Il riordino della viabilità e della circolazione: non è stato fatto nulla.
    – La gestione dell’agricoltura con un approccio imprenditoriale per una produzione alimentare sostenibile: non è stato fatto nulla e, a dirla tutta, non si è nemmeno mai capito che cosa intendessero quando è stata proposta.
    – La maggior cura e pulizia del territorio? Non scherziamo.
    – La creazione di un piano condiviso per il commercio? Non si è vista.
    – La digitalizzazione completa delle frazioni con banda larga e fibra ottica: non è stata fatta.
    – L’eliminazione del contributo scolastico volontario: mai avvenuta.
    – Ridurre i costi dei servizi scolastici per le famiglie, come mensa, pre/post scuola e trasporto: anche in questo caso un bel nulla di fatto.

  3. Le promesse elettorali che sono state mantenute facendo, per così dire, il “gioco delle tre carte”.
    – Individuazione di nuovi spazi da destinare ai giovani”: gli spazi sono stati individuati nelle Torri dell’Acqua, che però non sono per nulla nuovi e che comunque erano già un consolidato e ben funzionante luogo di aggregazione dei giovani (cosa che oggi non è).
    – L’Abolizione della tassa sui passi carrai è stata finanziata con un aumento dell’addizionale Irpef. In soldoni: hanno aumentato le tasse per 450mila euro all’anno, dopo di che ne hanno restituiti 150mila togliendo i passi carrai.
    – comitato di redazione per il notiziario comunale: convocato 2 volte.
    potenziamento delle consulte frazionali: bisognerebbe chiedere ai membri delle consulte se davvero sentono che il loro ruolo sia stato potenziato. 

A queste considerazioni aggiungiamo un’ultima valutazione sul 2017: molte battaglie condotte quando Mazzanti era in opposizione, in modo polemico e lì sì offensivo o erano sbagliate o comunque erano battaglie che egli non ha saputo combattere una volta divenuto sindaco. Ci riferiamo a questioni come la gestione dell’edilizia residenziale pubblica, che diceva di voler togliere ad Acer, o alla gestione della farmacia da parte di Sfera, a cui il sindaco era contrario, o ancora ai rapporti con Hera circa il costo e la gestione della raccolta rifiuti. Tutti temi che dall’opposizione approcciava con grande foga, energia poi improvvisamente sparita una volta diventato sindaco.

 BILANCIO DI PREVISIONE

Riassumendo:

Dal 2018 ad oggi si è verificato un forte aumento delle entrate correnti al quale ha corrisposto, più che specularmente, un forte aumento della spesa corrente

Questi incrementi di entrate derivano perlopiù da maggiori introiti ottenuti dall’ufficio tributi e dalla polizia municipale. Comprendiamo, dal punto di vista dell’Ente, la soddisfazione per questo risultato. Allo stesso tempo crediamo sia bene prendere in considerazione anche il punto di vista dei cittadini, perché dalla loro prospettiva queste maggiori entrate dell’Ente corrispondono a più tasse e più multe da pagare. Questo è nella logica delle cose, perché ciascuno osserva i numeri dal proprio angolo di visuale.

Quello che ci limitiamo ad osservare, dal nostro angolo di visuale, è che con l’amministrazione precedente la pressione tributaria locale era di 420 euro procapite, mentre con l’attuale ha superato i 480 euro, vale a dire 60 euro di tasse in più, mediamente, per ogni budriese, bambini compresi.
Non c’è che dire: un bel risultato, per chi nel suo primo DUP scrisse “Riduzione di tasse e tariffe, agevolando le famiglie a basso reddito. La lotta all’evasione può aprire spazi per la riduzione della pressione fiscale e tariffaria”. Bene: la lotta all’evasione è stata fatta con successo ed ha fruttato alcuni milioni di euro, ma le tasse e le tariffe non solo non sono state ridotte: sono state aumentate.

Pagando più tasse abbiamo forse più servizi? O migliorato la qualità? Non ci sembra proprio 

Come ricordato dal responsabile finanziario del Comune di Budrio, all’aumento delle entrate è corrisposta una più che speculare dilatazione della spesa corrente. Crediamo non sia sfuggito il fatto che in questo bilancio 553.000 euro, su 600.000, di entrate da oneri di urbanizzazione non saranno destinati ad investimenti ma bensì a dare copertura a spese correnti. 

Utilizzare il 92% delle entrate da permessi di costruire per pagare spese correnti non è una buona cosa e soprattutto sottrae risorse agli interventi di manutenzione ordinaria sul territorio e basta guardarsi intorno per capire quanto invece ce ne sarebbe bisogno. Per dare un ordine di grandezza: compreso questo bilancio, negli ultimi 4 anni sono stati dirottati a spesa corrente 1.347.000 euro di entrate da oneri di urbanizzazione.

Questo dal nostro punto di vista non va bene, non tanto per l’aspetto contabile della vicenda quanto piuttosto perché vediamo sostenere troppe spese correnti sulle quali non siamo d’accordo.

Prendiamo come esempio il settore cultura.

Sulla cultura abbiamo visioni molto diverse rispetto al sindaco Mazzanti, questo è pacifico. Dal nostro punto di vista, negli ultimi 4 anni l’ufficio cultura è stato oggetto di una sorta di demolizione controllata, portata avanti attraverso una progressiva e continua attuazione di co-programmazioni, co-progettazioni e co-realizzazioni per mezzo dei quali il settore ha finito con l’essere fagocitato da altre realtà, riducendosi a poco più di una centrale di committenza che distribuisce convenzioni, bandi e affidamenti diretti. Non ci soffermiamo ora sulla qualità di questi atti. La parte operativa è stata rimpiazzata da quella burocratica, la fase di realizzazione surrogata da quella della delega. 

E viene davvero da chiedersi come mai, in questo bilancio, venga pianificata l’assunzione di tre dipendenti per il settore cultura dopo che moltissime attività sono già state esternalizzate: dalla ricerca di spettacoli teatrali alla promozione e comunicazione degli eventi, dagli studi di fattibilità sul modello culturale alla gestione dell’Infopoint turistico, senza contare l’ampio ventaglio di attività comprese nella convenzione con la Pro Loco, la cui ampiezza è a nostro avviso oltre il limite dell’accettabilità.

Assumere 3 dipendenti per la cultura andrebbe benissimo, per il modello organizzativo e di gestione che si è data questa amministrazione appare scollegato con la realtà dei suoi stessi atti. 

Come abbiamo più volte evidenziato, non c’è contrarietà sulle cifre in sé, ma sul modo in cui il denaro viene speso.