La cura Mazzanti: 100 chili di rifiuti in più a cittadino

Non sempre per vincere una sfida si deve fare un punteggio alto, superare un limite: nel caso dei rifiuti, si vince se si riduce il loro quantitativo.

Ed era ciò che avevamo fatto in anni passati. Budrio era scesa stabilmente sotto la soglia delle 10.000 tonnellate l’anno, con un calo di quasi il 10% (cioè circa 50kg in meno all’anno per ogni singolo abitante). 
Adesso, a Budrio non solo abbiamo recuperato quella quantità faticosamente tolta da inceneritore o da costosi cicli di recupero, ma ne abbiamo aggiunto altri 50Kg (ad abitante).
A poker sarebbe un rilancio: “i tuoi 50, più altri 50!” Sono un quintale di rusco in più all’anno per ogni cittadino!

Stiamo perdendo la sfida e la stiamo perdendo male. Sì, perché produciamo circa 610 Kg/ab anno quando la media del Nord Italia è circa 520Kg/ab anno.

Ma in giro per Budrio i nostri amministratori sbandierano una crescita della percentuale di differenziata che supera ormai l’87%. E’ come vantarsi di un possesso palla schiacciante, ma incassare comunque un’umiliante sfilza di goal. Questo indicatore (la percentuale di differenziata) ormai è stato abbandonato da chi si occupa di rifiuti perché per valutare un sistema di raccolta e smaltimento occorre minimizzare il quantitativo complessivo che non viene riciclato, contando quindi gli scarti di tutti i processi di recupero, i rifiuti che vengono differenziati non per essere riciclati, ma evitare che si disperdano nell’ambiente (toner, vernici, medicinali, …).

Questi conti si possono fare con grande precisione, ma addirittura il nostro gestore considera tutti i rifiuti ingombranti come differenziata! Questo aumento di rifiuti avviene poi in un momento critico per la filiera del riciclo dei materiali principali: quella della carta è in crisi da tempo perché non più assorbita dai maceri del mercato cinese; quella della plastica comincia ad essere in crisi ora, dopo che il COVID ha drasticamente ridotto il prezzo dei derivati del petrolio, rendendo così conveniente le plastiche vergini rispetto a quelle riciclate. E così stranamente vanno a fuoco depositi di rifiuti di carta e plastica un po’ in tutta Italia (165 depositi di rifiuti incendiati in 12 mesi a cavallo tra 2018 e 2019). È fondamentale tornare a sensibilizzare e comunicare in modo efficace e responsabile per l’ambiente, per sostenere le famiglie nella scelta dei prodotti per diminuire imballaggi e rifiuti, che siano riciclabili o meno. Anche la tariffazione puntuale sarebbe una leva per la diminuzione del rifiuto, ma come viene utilizzata ora non ha praticamente effetto. Le soglie e i superamenti sarebbero da analizzare ogni anno per valutare la necessità di una rimodulazione e per fare in modo che sia sempre premiato chi produce meno rifiuti.

100Kg in più all’anno per ogni cittadino!

 
Di questo enorme quantitativo, la natura, che cerca sempre i percorsi circolari, ce ne restituisce direttamente anche solo pochi grammi, ma molto letali: sono le microplastiche che respiriamo, beviamo e mangiamo ogni giorno e che rischiano di essere sempre di più il prezzemolo delle nostre ricette.
 
A luglio abbiamo interpellato (clicca qui per leggere) il sindaco durante il Consiglio Comunale per capire se l’amministrazione si è posta il problema e come pensa di agire/reagire.
 
Non ha trovato nulla di meglio che risponderci che il disastro dell’Idice del novembre 2019 ha prodotto 280 tonnellate di rifiuti aggiuntivi. Una risposta pretestuosa, perché anche togliendo dal monte rifiuti le 280 tonnellate causate dalla rottura dell’argine i rifiuti prodotti a Budrio sarebbero 11.093 tonnellate, cioè 1.875 tonnellate in più di quanti Budrio ne producesse prima che Mazzanti diventasse sindaco.
Gli avevamo anche chiesto quali azioni la sua amministrazione avesse intrapreso dal 2017 ad oggi e quali intendesse intraprendere nel futuro per per tentare di raggiungere l’obiettivo di una riduzione della quantità totale di rifiuti urbani prodotti nel nostro Comune. Ha risposto, in buona sostanza, di non avere fatto nulla e di non aver intenzione di fare nulla.
 
Ancora una volta, più che affrontare i problemi e sensibilizzare la comunità, si cercano giustificazioni. Ma con le giustificazioni non si migliora l’ambiente in cui si vive.