Apriti Budrio
Articolo del gruppo Budrio Più per l’ultimo notiziario comunale di questo mandato amministrativo, in distribuzione per marzo e aprile 2022.
È un tempo mai vissuto prima. Dopo la pandemia, ci spaventano i tamburi della guerra. Proviamo orrore per gli effetti dell’invasione russa in Ucraina e ci sentiamo più vulnerabili e insicuri. Ma la paura non può essere una scusa per rimanere chiusi.
Ripartiamo dalla comunità, per aprire e per aprirci.
In questi anni Budrio si è fermata e si è chiusa: area metropolitana, nuove opportunità, cambiamenti sociali e culturali. Si è dimenticata dei suoi luoghi pubblici, delle frazioni e di quella rete di comunità fatta di volontariato e associazioni, professionisti ed eccellenze che rendono Budrio unica e speciale.
In questi anni abbiamo unito esperienze e costruito un nuovo impegno per Budrio.
Budrio merita un’amministrazione efficiente e un Comune aperto, anche fisicamente a partire dal sabato e dal martedì mattina. Serve curare e mantenere pulito il paese: strade, spazi pubblici e parchi.
Le frazioni vanno “avvicinate” e sostenute con progetti e investimenti. Ognuna ha le sue specificità, per questo sono necessari l’ascolto e la partecipazione. In questi 5 anni non solo non ci sono stati investimenti, ma nemmeno presenza e relazione diretta tra cittadini e amministrazione.
Sulla sanità non si può stare a guardare, né subire decisioni dall’alto. Bisogna monitorare costantemente i servizi e le strutture anche dialogando con gli utenti, l’Asl e i professionisti: medici di famiglia, casa della salute, ospedale, chirurgia, pronto soccorso.
È fondamentale organizzare i servizi sociali e socio sanitari intorno ai bisogni delle famiglie, in una logica territoriale e in collaborazione con il volontariato e il Terzo settore. La priorità sono le persone in condizioni di fragilità e non autosufficienza. Le politiche vanno pensate per i diversi contesti: scuola, lavoro, famiglia, socialità, per il diritto ad una vita piena e dignitosa.
La scuola è il futuro e il cuore pulsante di una comunità. Serve un check delle strutture scolastiche, dei servizi e delle mense. E serve una progettualità che veda le scuole pienamente coinvolte nella vita di comunità, non solo eccezionalmente o sporadicamente. Questo protagonismo significa costruire la cittadinanza del futuro.
Le attività produttive e professionali devono trovare nel Comune un partner affidabile, che dia risposte veloci e attendibili, che sia al loro fianco per interpretare il cambiamento e cogliere le opportunità di sviluppo e innovazione. Anche qui, il ruolo del Comune non può essere quello di spettatore.
Budrio ha bisogno di un completo cambio di passo nelle politiche culturali: ripensare e riaprire gli spazi, tenendo conto di Villa Rusconi e Magazzino Sementi che si aggiungeranno presto. Serve un’offerta di qualità e va rilanciato il ruolo della biblioteca e delle sale di lettura. I musei, insieme al patrimonio artistico e documentale, devono essere valorizzati e resi pienamente accessibili.
Abbiamo un bellissimo centro storico, ma la bellezza va coltivata. Si può fare molto di più a partire dall’arredo urbano e dall’illuminazione. Arte, commercio ed eventi devono andare avanti insieme, con una programmazione condivisa, di qualità e diversificata nel corso dell’anno.
Sul futuro del pianeta si gioca una grande sfida. Ogni azione deve essere improntata prima di tutto alla sostenibilità. Si parte dall’educazione ambientale (abbandonata in questi anni) e da una maggiore consapevolezza diffusa, perché a Budrio si è smesso di discutere di questi temi. Serve lavorare per le comunità energetiche, l’aumento degli alberi, i collegamenti ciclo-pedonali, il miglioramento di alcuni aspetti del servizio rifiuti, un traffico veicolare meno veloce e più sicuro per tutti, trasporti pubblici migliori sotto tutti i punti di vista.
Lo sport è in sofferenza e va sostenuto nel miglioramento delle strutture e nella loro gestione. Il Comune deve anche accompagnare e valorizzare le società nelle loro attività e nel loro insostituibile ruolo sociale ed educativo.
La Trasversale di Pianura (via Olmo) è ora gestita da Anas e va completata, dopo decenni di ritardo. Con il Comune di Medicina ci batteremo per avere una strada adeguata e sicura. Possiamo farcela e anche la Regione è al nostro fianco.
In questi 5 anni di opposizione non abbiamo mai smesso di occuparci di Budrio. In ogni critica c’è sempre stata una proposta per fare meglio.
Abbiamo fatto: 34 iniziative pubbliche culturali e politiche in presenza, 3 rassegne estive, 25 incontri pubblici online, 101 video, 120 notizie sul sito con approfondimenti sul paese e 5 petizioni per migliorare le frazioni e per la Trasversale di Pianura.
In Consiglio Comunale abbiamo presentato 40 question time, 20 mozioni su temi nazionali e locali, 88 interrogazioni/interpellanze e 60 accessi agli atti, ma soprattutto siamo intervenuti sempre, motivando nel merito la nostra posizione.
In questi 5 anni ci siamo sempre stati e abbiamo visto avvicinarsi ogni giorno nuove persone per piccoli e grandi problemi e nuove opportunità da cogliere. Sono cittadini che in prima battuta hanno trovato un muro quando si sono rivolti all’amministrazione.
Ci saremmo aspettati da parte di Mazzanti un rendiconto di questi suoi 5 anni: il programma con il quale si è candidato, gli obiettivi messi nel documento di programmazione e poi i risultati raggiunti. Così non è stato.
Peccato perché in ottica di partecipazione, coinvolgimento e crescita della comunità, il sindaco ancora una volta si nasconde, anzi: lui che doveva rivoluzionare tutto, in realtà consegna un comune mai così spento e opaco.
Mazzanti parla di risanamento, di aver chiuso la Step. Peccato che nel 2015 quando si è scelto di mettere in liquidazione la società patrimoniale del Comune, Mazzanti avesse votato contro. Parla di aver ridotto i debiti, ma questo trend c’è da anni.
Mazzanti parla di risanamento ma si dimentica di ricordare le favorevoli disposizioni di legge (fine patto stabilità e possibilità di utilizzare in conto capitale la vendita di patrimonio) di cui ha goduto… Perché Mazzanti non parla dell’aumento della spesa corrente? Perché non racconta che tutti i soldi della vendita delle azioni Hera e parte degli accantonamenti sono tuttora in cassa?
A pochi giorni dalla fine del mandato, ad aprile inaugura il Teatro Consorziale.
Non esiste nessun progetto su personale, programmazione della stagione, abbonamenti, modello di gestione. Nulla!
È di 4 anni fa la scelta di chiudere in quel modo un luogo identitario della nostra comunità. I documenti degli uffici comunali attestano che Mazzanti sapeva perfettamente di dover fare dei lavori in Teatro (ufficio tecnico, gennaio 2018). Lui invece prima sceglie di non partecipare a un bando regionale che avrebbe cofinanziato i lavori all’80% (marzo 2018). E a dicembre fa un’ordinanza per chiuderlo dicendo di aver scoperto tutto in quel momento.
A livello economico, i lavori del Teatro li abbiamo pagati noi budriesi: un mutuo da 600.000€ più altri 53.000€ aggiunti a dicembre 2022 per terminare il cantiere. Ma i danni sono incalcolabili se pensiamo alle opportunità perse e alla frattura nella comunità su questo tema.
A pochi chilometri da noi, c’è l’esempio del Teatro Rossini di Lugo. Con una chiusura programmata a fine stagione, si sono trovati soldi per la ristrutturazione e soprattutto c’è stata una relazione continua con gli abbonati: il racconto del cantiere e la possibilità per il pubblico di partecipare alla stagione di altri Teatri vicini.
Un problema simile, una differenza abissale nella modalità in cui è stato trattato.
Verrà inaugurata un’aula studio alle Torri dell’Acqua, poi forse improvvisamente anche la Pinacoteca, chiusa dal 2019. Sulla prima, niente da dire sulla necessità dell’aula studio, ma ci immaginiamo le Torri come un luogo di contaminazione in cui varie esperienze si parlano, non come sale a sé stanti come sta accadendo ora. Sulla Pinacoteca è da più di un anno che chiediamo di entrare per vedere i lavori, anche perché non è mai stato reso pubblico il progetto, e ci è stato ogni volta negato.
Ora siamo in un tempo nuovo. È davvero arrivato il momento di lasciarci alle spalle la negatività di questi anni, le lacerazioni e le divisioni, spesso strumentali.
Dobbiamo e vogliamo rafforzare la comunità: cittadini, famiglie, imprese, sindacati, associazioni. Solo così si esce dalle difficoltà e si valorizza ciò che abbiamo di buono, crescendo tutti insieme.