Chi era con lui conferma: Mazzanti ha mentito sul Teatro

Con un post su facebook il consigliere Todeschini (uscito un anno fa dal gruppo di maggioranza, oggi componente del gruppo misto) ha finalmente detto quello che noi – e molte persone che lavorano in enti pubblici e hanno avuto a che fare con il Comune di Budrio – sanno e hanno sempre sostenuto: il sindaco Mazzanti conosceva perfettamente le condizioni di agibilità e sicurezza del Teatro Consorziale di Budrio fin dal suo insediamento e ha imbastito un pessimo teatrino un anno e mezzo dopo.
 
Scrive Todeschini sul suo profilo facebook:
 
Sono depositario di una spassosa aneddotica sul sindaco e penso sia giunto il momento propizio per attingere a tale repertorio, perché ritengo cosa buona e giusta fornire una risposta adeguata ad alcune suggestioni perpetrate con ingannevolezza e cinismo ai danni di una comunità troppo spesso distratta o superficiale. L’episodio che voglio ricordare oggi é la commedia pirandelliana da lui messa in scena per fare credere ai budriesi che egli non sapeva dell’inagibilità del teatro, quando invece la cosa gli era nota sin dall’estate 2017. Una pantomima che molti cittadini assorbirono, credendo nella sua buona fede, oltretutto ergendolo a paladino della sicurezza. La realtà era diversa, perché pur sapendo della mancanza della certificazione antincendio sin da Luglio 2017, il sindaco aveva già consentito che si svolgessero le stagioni teatrali 2017/2018 e 2018/2019. In poche parole: la decisione di chiudere il teatro non fu presa, come si volle far credere, per aver appreso che i locali non erano a norma ( cosa che invece era già nota ) bensì perché due funzionari del settore competente chiesero di essere sollevati da qualsiasi responsabilità al riguardo. Naturalmente ho le prove di quanto affermo, e sono pronto a querelare chiunque vorrà smentirmi.
 
 
Le motivazioni del sindaco per questa pantomima potrebbero essere molteplici, ma ci interessano poco.
Di sicuro, a questo punto, c’è che:
  • nel 2017 il sindaco sapeva perfettamente del Teatro Consorziale
  • nella primavera 2018 esce un bando regionale perfetto per fare dei lavori nel nostro teatro storico
  • Budrio sceglie di non partecipare
  • a dicembre 2018 con un’ordinanza improvvisa il sindaco lo chiude alla cittadinanza
Per rispetto nei confronti del ruolo che ricopre e dell’istituzione che rappresenta, evitiamo di riportare e ricordare i commenti e a questo punto le bugie scritte nero su bianco dal sindaco stesso su facebook e sui giornali.
 
Che qualcosa, nel racconto di Mazzanti non tornasse l’abbiamo capito subito: sarebbe stato davvero grave che un sindaco per più di un anno non si fosse interessato alle condizioni di uno dei luoghi più storici e belli del nostro paese. Ma i “giri di frittata” – di cui lui è luminare – imbastiti nei mesi successivi sul tema sono davvero incredibili, con mille scuse e inutili giustificazioni, tra i tempi, i soldi che quelli di prima avevano accantonato per lo studio del progetto e mille altri tentativi di arrampicarsi sugli specchi.

 Quale obiettivo aveva il sindaco per mentire in questo modo ai cittadini?

 
Non lo sappiamo. Pensiamo però che sia l’ennesima prova di una persona interessata solo a gettare fango su “quelli di prima”, senza passione né voglia di fare qualcosa di buono per il paese. Non si spiegherebbe la non partecipazione al bando, così come la sfilza di bugie dette sul teatro, come su numerosi altri temi come spesso abbiamo documentato.
 
Il post del Consigliere Todeschini, oltre all’importante aneddoto sul Teatro, è utile anche perché evidenzia tutti i vuoti e la strumentalità dell’azione amministrativa del sindaco. Sono cose a noi più che note, pensiamo sia importante in questo caso proprio perché a dirlo è chi lo ha sostenuto.
 
Continua infatti:
 
Scrivo queste cose perché mi piacerebbe fosse evidente a tutti come, nella sua azione amministrativa, il sindaco si ispiri al “ governare è far credere “ di machiavelliana memoria : far credere che non sapeva nulla del teatro, far credere che non ci sono soldi, far credere di essere un “risanatore”, far credere ogni giorno qualcosa che possa essere utile per salvare la faccia.
(…) Come il sindaco sia riuscito a perdere così tanta fiducia (anche la mia) nel breve volgere di un mezzo mandato penso sia cosa nota: sentendosi direttamente investito dall’elettorato, ha perseguito politiche personaliste pro domo sua e della sua tribù, ponendosi spesso al di fuori e al di là del ruolo di rappresentante di tutti i cittadini, talvolta ignorando o indebolendo le prerogative del Consiglio comunale. Ha puntato tutte le sue armi sul passato e sui suoi predecessori, cercando di indignare ed aizzare i cittadini, anche scadendo nella politica contro la persona. In buona sostanza, credo abbia degradato al cubo non solo il decoro urbano (basta guardarsi intorno) ma anche il contesto politico e il patrimonio sociale, invisibile ma basilare, che regge la comunità e la distingue da una massa.
 
Sul civismo qualche giorno fa Giulio Pierini sul suo sito ha pubblicato un articolo dal titolo piuttosto eloquente “Si fa presto a dire civismo. Ma poi?” dove scrive: Quando ci appelliamo al civismo a quale esperienze ci rivolgiamo, quale profilo di civismo (tra i tanti) vogliamo promuovere?
Evocare il civismo tout court rischia di essere solo un diversivo “tattico”, soprattutto se non c’è una lettura della società, delle disuguaglianze tra classi e tra i diversi territori metropolitani, se non c’è un progetto per la città che dica concretamente dove si vuole andare di fronte alla crisi climatica, all’invecchiamento, al tema della sicurezza, ai bisogni e alle aspettative dei giovani.
 
A Budrio lo sappiamo bene cosa significa. Zero progettualità, zero assunzione di responsabilità.
Ne abbiamo parlato più volte su questo sito e purtroppo, temo, continueremo a farlo ancora per un po’.
 
C’è stata anche la chimera che con un briciolo di (h)onestà e un poco di buon senso si sarebbe potuto amministrare bene un Comune di diciottomila abitanti e liquidare i predecessori come origine di ogni male e di ogni iniquità – scrive il consigliere Todeschini – Anch’io avevo subito quella fascinazione e creduto allo slogan “voltare pagina” ma poi, nel giro di un anno o poco più, ho dovuto constatare che colui che avrebbe dovuto incarnare il ruolo del leader é più che altro un uomo frivolo, in continuo flirt col suo narcisismo ed eternamente convinto di dire cose intelligenti, anche quando propina ai suoi interlocutori menzogne e asinerie. Un “leader” che lanciava proclami sulle cose da fare, con analisi approssimative e immancabilmente condite con la martellante invettiva verso gli avversari politici, per mezzo di allusioni maliziose e affermazioni mendaci tese ad eccitare animi già rancorosi. E’ un’esperienza che andrebbe vissuta sulla propria pelle, proprio come è capitato a me: ore ed ore ad ascoltare monologhi portati avanti con parlata lenta, strisciante e monocorde che ti si avvinghia intorno al corpo come un’edera rampicante e ti intontisce i sensi.
 
Come tanti budriesi, anche noi non ci siamo fatti intontire dalle bugie e dall’inerzia di Mazzanti. Al contrario, lavoriamo perché questa esperienza fallimentare finisca e Budrio possa tornare ad avere il ruolo che ha sempre avuto.
 
 
Debora Badiali
capogruppo Budrio Più